s

Cronaca
Bilancio positivo per "La scuola che cura" in Sardegna
Oggi 22-10-25, 19:43
AGI - Oltre 100 genitori, 91 docenti, quasi 400 tra bambini e ragazzi: sono questi gli ingredienti principali dell'esperienza "La Scuola che cura", il progetto realizzato in Sardegna, nelle province di Cagliari e Sassari, per affrontare, prevenire e arginare la dispersione scolastica nella regione, che registra il più alto numero di abbandoni (oltre il 20%). Avviato nel settembre 2024 e ormai giunto a conclusione il progetto - promosso da Rete per il Sociale ETS e finanziato dal Fondo di Beneficenza di Intesa San Paolo -, ha visto la partecipazione attiva di cinque Istituti Comprensivi (I.C. Pertini Biasi, I.C. San Donato e I.C. Thiesi, oltre al 17 Circolo e alla Scuola Media Statale Ugo Foscolo di Cagliari) e si è dipanato promuovendo azioni all'interno delle scuole di diversi ordini scolastici (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) e intervenendo sui principali fattori di rischio, ovvero sul disagio scolastico e i problemi di apprendimento. Il progetto replica esperienze già realizzate e consolidate nel Lazio e in altre realtà territoriali italiane da Rete per il sociale ETS, associazione romana nata nel 2015 e divenuta Onlus nel 2020 che vede tra i soci fondatori nomi prestigiosi come la psicoterapeuta cognitivo comportamentale Daniela Guitarrini, la psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Deny Menghini, e il professor Stefano Vicari, primario di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'Adolescenza dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e ordinario di Neuropsichiatria infantile alla Cattolica del Sacro Cuore. Mission dell'associazione quella di sostenere bambini e ragazzi con problemi cognitivi ed emotivi proponendo attività sociali di inclusione e di integrazione e offrendo attività di formazione e confronto rivolte alle principali agenzie educative, in primo luogo ai genitori e agli insegnanti, per supportarli nella promozione del benessere dei bambini e dei ragazzi. Il valore del coinvolgimento E il valore fondamentale dell'iniziativa - realizzata in Sardegna e coordinata dalle psicoterapeute Daniela Guitarrini, Flora Massaccesi, Paola Bergonzini e Domenica Bellantoni -, è stato proprio quello di coinvolvere direttamente nell'esperienza tutti i protagonisti del mondo scolastico, migliorando la comunicazione tra scuola, studenti e famiglie. I benefici del progetto Oltre 100 genitori hanno preso parte a percorsi formativi specifici, calibrati in base all'età dei figli. Gli incontri hanno trattato temi cruciali come la gestione dei comportamenti problematici, lo sviluppo dell'autonomia, i fattori di rischio nell'adolescenza (autolesionismo, bullismo e cyberbullismo, ritiro sociale) e l'alfabetizzazione digitale, riportando un significativo miglioramento nella relazione con i propri figli. Sono stati invece 91 i docenti dei diversi ordini scolastici destinatari delle attività di formazione su tematiche fondamentali per il loro ruolo educativo, tra cui il riconoscimento e la gestione del disagio emotivo, i segnali precoci di difficoltà, i disturbi specifici dell'apprendimento, il bullismo, l'ansia e l'autolesionismo. Al cuore del progetto il lavoro con bambini e ragazzi: sono stati 390 gli studenti coinvolti nei laboratori e nelle attività in classe mirate allo sviluppo della consapevolezza di sé, alla gestione delle emozioni e dello stress, e al potenziamento delle relazioni tra pari. Nelle scuole dell'infanzia si è lavorato sullo sviluppo motorio, la conoscenza del corpo e delle emozioni di base; nella primaria e secondaria, sono stati invece introdotti percorsi di alfabetizzazione emotiva, pratiche di mindfulness e supporto al metodo di studio. All'attivo del progetto i feedback che segnalano un netto miglioramento nelle competenze emotive e relazionali dei ragazzi, la maggiore inclusione e la riduzione dei vari fenomeni di isolamento e conflittualità.
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Il Resto del Carlino
