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Cronaca
Boom del turismo estetico, i consigli dei chirurghi e gli errori da evitare
Oggi 22-10-25, 15:07
AGI - Un 'nuovo' naso oppure i fianchi 'rimodellati'. Insieme a una mini-vacanza all’estero che include, oltre all’intervento di chirurgia estetica anche il ristorante, l’albergo e il volo aereo. Un pacchetto, spesso pubblicizzato sui social, molto appetibile grazie ai ‘prezzi da discount’ dimezzati rispetto al mercato in Italia. Aumenta in Italia il fenomeno del cosiddetto ‘turismo estetico’. Le mete più gettonate sono la Turchia, l’Albania o la Croazia. Allo stesso tempo crescono i rischi per la salute dei pazienti spesso vittime di medici poco qualificati e di strutture inadeguate. “Scegliere un medico specializzato e attenzione alle pubblicità ingannevoli o ai prezzi troppo bassi”, le raccomandazioni della Società Italiana di chirurgia plastica ricostruttiva, rigenerativa ed estetica (Sicpre), interpellata dall’AGI dopo il caso di Milena Mancini, 56 anni, imprenditrice di Frosinone morta lunedì scorso dopo tre settimane di ricovero nel reparto di terapia intensiva nell’ospedale universitario di Istanbul per le complicanze legate ad un intervento di liposuzione addominale. "Cresce il turismo sanitario, più rischi per la salute" L’associazione a cui sono iscritti gran parte dei chirurghi plastici nel nostro Paese ha creato un registro delle complicanze degli interventi di chirurgia estetica eseguiti fuori dall’Italia. “Siamo ancora in fase di raccolta dati ma sicuramente sono in aumento. Del resto, è un fatto matematico: cresce il turismo sanitario all'estero e di conseguenza aumentano le complicanze”, spiega Giuseppe Giudice (a capo del progetto Sicpre), professore ordinario di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica dell'Università di Bari e direttore dell'Unità operativa complessa di Chirurgia plastica e Centro grandi ustionati del Policlinico di Bari. Il registro delle complicanze Il registro viene alimentato con le segnalazioni dei soci Sicpre al lavoro nei pronto soccorso e nei reparti ospedalieri di chirurgia plastica, da Aosta a Catania, da Trieste a Cagliari. “Tra le mete più gettonate ci sono sicuramente la Turchia e l'Albania, mentre le complicanze più frequenti sono la necrosi e le infezioni, anche se non mancano le evenienze più gravi, come la sepsi, che può essere mortale”, rileva il medico. "Risparmiare può costare carissimo" Seguire il criterio del risparmio – e quindi andare all’estero ma non solo, capita anche di scegliere cliniche a basso costo in Italia – per sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica comporta maggiori rischi per la salute. Lo spiega all'AGI Maurizio Ressa, presidente della Sicpre e direttore della struttura complessa di Chirurgia plastica Irccs “Giovanni Paolo II” Istituto tumori di Bari. Inoltre "la cura dei pazienti che tornano dall'estero con delle complicanze è a carico del Servizio sanitario nazionale e quindi dell'intera collettività", aggiunge. I pericoli sono legati a più fattori. “Spesso la visita viene fatta parlando in inglese e molti pazienti non conoscono bene la lingua. Non si è sicuri se chi opera sia un medico specializzato. Poi ci sono le problematiche legate agli aspetti assicurativi che in altri Paesi sono più complicati. Risparmiare può costare carissimo: per abbassare i costi si reclutano medici giovani e inesperti che costano meno”, sottolinea. Il registro delle protesi Altro capitolo riguarda la qualità delle protesi (ad esempio il silicone utilizzato per gli interventi al seno). “In Italia abbiamo istituito il registro delle protesi. Ogni volta che una paziente si sottopone a una mastoplastica additiva, la protesi mammaria viene registrata dal Ministero della Salute. In questo modo, negli anni, la possiamo ‘tracciare’ e prevenire eventuali problemi. Questo non può accadere se l’intervento avviene all’estero. "La liposuzione non è un ritocchino" Occorre, spiega l’esperto, ribaltare la narrazione, spesso diffusa, di interventi ‘facili’ per quanto riguarda la chirurgia estetica. Un racconto che porta a non percepire i rischi collegati. La liposuzione non è un 'mini intervento'. Né si tratta di un ‘ritocchino’. Da un piccolo foro si va ad aspirare del tessuto adiposo, quindi occorre una manualità molto esperta. Si tratta di un intervento quasi alla cieca nel senso che devi sapere a che profondità puoi agire. Non è assolutamente un intervento banale”, le parole di Ressa. Le insidie nei social Altro pericolo sono le réclame sui social. “Ormai i social sono diventati veri e propri canali privati ognuno può dire quello che vuole. Chirurghi ‘bravi comunicatori’ pubblicizzano pacchetti dal costo basso. Ed il gioco è fatto”, dice il medico. Una legge per aumentare la sicurezza Per aumentare la sicurezza è allo studio una nuova legge. “Insieme all’altra società italiana di chirurgia estetica, l'Aicpe, stiamo elaborando una legge, insieme al Ministero della Salute, in modo che questi interventi possano essere eseguiti solo da specialisti”. Restringere la platea di chi opera a specialisti altamente qualificati, è in sintesi, l’obiettivo della norma. Anche perché “siamo rimasti a leggi del Dopoguerra quando non esistevano i medici specialisti. Tranne l’anestesista, il medico nucleare e il radiologo con la laurea in medicina e chirurgia si può fare tutto. E questo è sbagliato”. I consigli per i pazienti Allo stesso tempo è il paziente a dover ponderare con estrema prudenza come muoversi. “Innanzitutto occorre partire dal colloquio con il proprio medico curante. Poi è necessario scegliere un medico specialista, ad esempio, consultando il sito della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO). Si deve diffidare dai professionisti che operano il giorno dopo la prima visita. Prima dell'intervento è opportuno dare anche due o tre visite", spiega ancora l'esperto. Per contribuire alla cultura della consapevolezza la Sicpre ha lanciato “Plasticamente”, ovvero, video podcast con “informazioni complete e non commerciali” sui principali temi della chirurgia plastica.
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