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Cronaca
Costretta a sposare un cugino, "altrimenti finisci come Saman". Padre arrestato nel Reggiano
Oggi 17-12-25, 12:01
AGI - Un 54enne di nazionalità pakistana è stato arrestato dai carabinieri a Novellara (Reggio Emilia), dopo essere stato accusato di maltrattamenti in famiglia e di induzione al matrimonio nei confronti della figlia, nel periodo fra il 2008 e il 2023. La ragazza, poco più che ventenne, viveva a Novellara con il padre, la moglie del padre e i fratelli nati dal suo secondo matrimonio. Secondo il quadro che si è delineato nelle indagini, la ragazza non poteva uscire di casa, cercarsi un lavoro, avere contatti con il mondo esterno, né proseguire gli studi che era stata obbligata a interrompere in occasione dell'esame di terza media, per volontà del padre. Il padre e la matrigna imponevano questi comportamenti alla giovane, con la motivazione che, essendo musulmana, doveva tenere comportamenti 'adeguati' e non doveva fidarsi degli assistenti sociali che la seguivano, a cui la ventenne aveva raccontato che il padre voleva portarla in Pakistan. Il matrimonio forzato e le minacce di morte La ragazza, nel 2021, era stata costretta dal padre a sposare a distanza un suo cugino, da lei mai visto. Il matrimonio si sarebbe celebrato di persona in Pakistan. Di fronte alle proteste della ragazza, il padre l'avrebbe minacciata, dicendole che le sarebbe capitata la stessa sorte di Saman Abbas. Il timore del viaggio in Pakistan era legato anche al contesto subculturale familiare, nel quale si sarebbe consumato l'omicidio della madre per mano dello zio, fratello maggiore del padre, racconto del quale la ragazza aveva sentito numerosi dettagli nel corso della sua infanzia trascorsa nel Paese d'origine. Il cugino che era stata costretta a sposare è il figlio dell'uomo sospettato di quell'omicidio. L'intervento delle autorità e la condanna definitiva Per questo, la ventenne aveva accettato di entrare in una comunità protetta e, nel 2023, sono partiti i procedimenti verso il padre 52enne e la matrigna 37enne. I due sono stati denunciati per i reati di maltrattamenti in famiglia e, per il solo padre, in relazione anche al reato di costrizione o induzione al matrimonio. È stato disposto il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla figlia, con l'uso del braccialetto elettronico per entrambi e il divieto di comunicare con la vittima con qualsiasi mezzo. La sentenza, emessa il 12 maggio 2025, ha visto l'uomo condannato per maltrattamenti in famiglia a 1 anno, 11 mesi e 10 giorni di reclusione. La Cassazione ha respinto l'istanza di sospensione condizionale della pena e l'uomo è stato arrestato e portato in carcere. La sentenza è divenuta esecutiva l'11 dicembre scorso.
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Il Resto del Carlino
