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Economia e Finanza
Data Center: in Italia 23 miliardi di investimenti entro il 2030
Oggi 23-04-25, 05:43
AGI - Investimenti e occupazione in forte crescita per i Data Center. L'Italia ha il potenziale per essere un hub tecnologico di riferimento, grazie a un mix energetico unico in Europa, ma serve promuovere un ecosistema favorevole, capace di semplificare la regolamentazione, attrarre capitale umano qualificato ed efficientare la rete di distribuzione dell'energia. È quanto emerge dalla prima analisi della Community “Data Center Italia: il motore del futuro digitale del Paese” di TEHA Group, primo Think Tank privato e indipendente in Italia. Supportata da partner come BloomEnergy, Engie, Microsoft, W2Advisor e Renovo, la community intende promuovere l'adozione delle infrastrutture digitali, valorizzando le competenze nazionali e creando sinergie con il settore energetico, per fare dell'Italia un punto di riferimento europeo e globale. L'analisi sarà presentata nel corso della 14ª edizione del Technology Forum, il principale evento di TEHA Group sui temi dell'innovazione, che si svolgerà l'8 e il 9 maggio al Grand Hotel des Iles Borromées, a Stresa (VB) sul Lago Maggiore. Il mercato dei Data Center sta vivendo una rapida espansione a causa della crescente domanda di storage e calcolo avanzato, alimentata dall'intelligenza artificiale e dalle infrastrutture ad alte prestazioni: entro il 2028, il volume dei dati passerà da 149 a oltre 394 zettabyte. A guidare il mercato globale sono gli Stati Uniti, con oltre 5.000 Data Center, seguiti dall'UE con 2.220 unità. In questo scenario l'Italia, 5° Paese in Europa e 12° a livello globale, rappresenta il 7,6% del totale europeo e un mercato attrattivo per gli investimenti in Data Center, grazie alla disponibilità di aree adatte e già connesse, a tempi di connessione tra i più bassi in Europa e a un modello energetico unico, che può contare su diverse fonti di energia, dall'idrogeno al biometano, dalle rinnovabili all tecnologie per la carbon capture. Un insieme di condizioni favorevoli che può abilitare 23 miliardi di euro di investimenti in costruzione, approvvigionamento e riempimento di server IT per nuove infrastrutture entro il 2030, un impulso che porterà benefici economici triplicando l'occupazione nel settore nei prossimi cinque anni. L'Italia ha dunque il potenziale per essere un hub tecnologico di riferimento in Europa. Tuttavia, emergono delle sfide da affrontare, come la necessità di investire nel capitale umano per colmare la carenza di personale qualificato e soprattutto l'urgenza di realizzare infrastrutture in grado di distribuire l'energia in modo efficiente. Tra le soluzioni emerge la creazione di un Net Zero Digital Energy Hub, un modello integrato di pianificazione territoriale che concentri gli investimenti in infrastrutture IT ed energetiche. "Lo sviluppo digitale è oggi una leva strategica per rilanciare la competitività e la produttività in Europa, e i data center ne rappresentano l'infrastruttura critica per eccellenza. L'Italia ha l'opportunità unica per posizionarsi come hub tecnologico di riferimento in Europa e nel Mediterraneo, ma deve superare criticità chiave, come una normativa e un processo autorizzativo che mettano in risalto le best practice (più efficienza, più sostenibilità e a maggior valore per il territorio), la valorizzazione delle filiere strategiche e il nodo energetico, da affrontare valorizzando tutte le leve energetiche e di decarbonizzazione disponibili in modo pragmatico e non ideologico”, spiega Alessandro Viviani, Associate Partner e Responsabile della Community Data Center di TEHA Group. “I data center sono motori d'innovazione e un'occasione per rafforzare la resilienza economica del Paese, stimolando occupazione qualificata e investimenti in settori come l'impiantistica e il real estate. Per farlo, serve una visione chiara e una collaborazione interfiliera: un dialogo strutturato che coinvolga tutti gli attori della catena del valore, dalla gestione dei dati alle infrastrutture energetiche, fino al settore pubblico”. Data Center, entro il 2030 il 60% sarà “Hyperscale” - Guardando alle tendenze globali, entro il 2029, i Data Center Hyperscale costituiranno il 60% della capacità complessiva dei Data Center, evidenziando un chiaro orientamento verso la centralizzazione delle infrastrutture digitali per rispondere alla crescente domanda di soluzioni scalabili ed efficienti. Parallelamente, si osserva lo sviluppo di infrastrutture distribuite e di scala più contenuta, progettate per rispondere a esigenze specifiche delle imprese, come la gestione di dati sensibili, la riduzione della latenza e il rispetto di requisiti normativi. Si tratta di due modelli – Hyperscale e infrastrutture distribuite – che non sono in contrapposizione, ma che possono integrarsi, offrendo risposte complementari alle diverse necessità. Per garantire uno sviluppo equilibrato, sottolinea la Community “Data Center Italia” di TEHA, è necessario costruire uno scenario di riferimento che orienti le scelte di investitori, aziende e istituzioni pubbliche, per raggiungere un equilibrio tra architettura informatica, efficienza digitale e criticità realizzative, con particolare attenzione al tema energetico.
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