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Economia e Finanza
Ex Ilva: scelto Flacks ma l'iter per la vendita è ancora lungo
Oggi 30-12-25, 19:54
AGI - Michael Flacks, il miliardario a capo dell'omonimo fondo americano con sede a Miami, in Florida, in un post che ha pubblicato oggi su Linkedin parla di aver "raggiunto un accordo con il governo italiano per acquisire Ilva Steel, il più grande stabilimento siderurgico integrato d'Europa". In realtà, da quello che risulta ad AGI, ancora non c'è nessun accordo, nè l'azienda è stata venduta. Quello che è accaduto nelle scorse ore è che i comitati di sorveglianza di Ilva (proprietaria degli impianti) e di Acciaierie d'Italia (gestore degli impianti) - entrambe le società sono in amministrazione straordinaria - hanno dato il via libera alla trattativa in esclusiva per la vendita dell'intera ex Ilva, con tutti gli stabilimenti e tutte le attività, con il fondo di investimento americano Flacks Group LLC, con sede a Miami, la cui offerta è stata ritenuta migliore. Flacks - come noto da alcuni giorni - ha quindi battuto la concorrenza dell'altro fondo statunitense che concorreva per tutta l'azienda, cioè Bedrock. Il parere dei comitati di sorveglianza è un passaggio importante nella procedura visto che nei comitati siedono anche i rappresentanti dei creditori di Ilva e di Acciaierie d'Italia. Tuttavia l'ok dei comitati è solo uno step, seppure significativo, in quanto la partita non è chiusa. Anzi, semmai, si apre adesso, visto che i commissari, una volta ricevuto il placet del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, dovranno negoziare e precisare con Flacks i contenuti dell'offerta e quindi gli impegni economici, occupazionali e industriali dell'investitore. Quando la vendita? Tutto questo dovrà poi portare alla firma del contratto di vendita, operazione che il Governo punta a concludere nella prima parte del 2026. C'è poi la trattativa con i sindacati, che sin d'ora si annuncia complessa e non solo perchè alcune sigle, come la Uilm e la Fiom Cgil, hanno manifestato riserve sul fatto che si sia scelto un fondo di investimento, ma perché c'è da discutere di posti di lavoro, di potenziali esuberi (Flacks annuncia 8.500 occupati ma Acciaierie ha poco meno di 10mila addetti e ci sono già altri 1.600 di Ilva in amministrazione straordinaria da anni in attesa di ricollocazione), di garanzie per il personale diretto e indiretto oltrechè di investimenti. Sono previsti poi altri passaggi come l'assenso dell'Antitrust europeo e l'attivazione del Golden Power se il Governo dovesse ritenere che l'ex Ilva, per la strategicità della produzione dell'acciaio, meriti anche questa misura. Il percorso, dunque, è ancora lungo, complesso, e reso anche accidentato dal fatto che la Procura di Taranto ha detto per la seconda volta no (la prima fu ad agosto) alla richiesta di dissequestro dell'altoforno 1 avanzata da Acciaierie. Si tratta dell'impianto che a maggio subi' un incendio a una delle tubiere che poi fece scattare il sequestro senza facoltà d'uso. La Procura ha negato il dissequestro perché ritiene che vadano fatti altri accertamenti, altri esami. Acciaierie però impugnerà al gip Mariano Robertiello il mancato dissequestro del pm Mariano Buccoliero vistato anche dal procuratore capo Eugenia Pontassuglia. Acciaierie ritiene che questo provvedimento della Procura non sia compatibile con i principi del sequestro probatorio che impongono l'onere preciso di fare le attività di indagine nel minor tempo possibile. E quindi, secondo l'azienda, l'atto della Procura non è in linea con la giurisprudenza della Corte di Cassazione sul sequestro probatorio. è chiaro che la prosecuzione dello stop all'altoforno 1 depotenzia produttivamente l'azienda e la costringe a marciare a passo ridotto. Ma intanto Michael Flacks nel suo post su Linkedin dice che "questa acquisizione garantisce il futuro a lungo termine di una piattaforma industriale storica, supporta 8.500 lavoratori qualificati e rafforza le catene di approvvigionamento europee fondamentali per l'automotive, l'edilizia e le infrastrutture. Stiamo impegnando fino a 5 miliardi di euro per modernizzare le operazioni, inclusa l'elettrificazione, per promuovere la decarbonizzazione, l'efficienza e la crescita sostenibile - afferma ancora -. Il governo italiano rimarrà un partner strategico con una quota del 40%, mentre Flacks Group detiene l'opzione di acquisire un ulteriore 40%". Per i sindacati, sono critici Uilm e Fiom, in attesa di capire, invece, la Fim Cisl. Dice Valerio D'Alo' della Fim Cisl: "Non ci appassioniamo al nome del soggetto che inizierà la trattativa esclusiva. Vogliamo ragionare di piani e non di nomi, di rilancio produttivo, di decarbonizzazione, di occupazione per tutti i lavoratori coinvolti". Su altra linea la Uilm con Rocco Palombella: "La scelta da parte dei commissari dell'ex Ilva di ritenere migliore l'offerta presentata da Flacks Group ci preoccupa per molti aspetti. Prima dell'avvio della trattativa in esclusiva con Flacks, chiediamo ai commissari e al Governo - afferma Palombella - un urgente incontro a Palazzo Chigi, alla presenza del presidente Meloni, per conoscere tutti gli aspetti occupazionali, ambientali e industriali dell'offerta presentata e le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Noi non tollereremo la presentazione di pacchi preconfezionati, da prendere o lasciare". Infine per la Fiom Cgil Loris Scarpa sostiene che "è inaccettabile che le trattative avvengano con fondi speculativi alle spalle dei lavoratori. Ora più che mai - dice Scarpa - è necessaria la costituzione di una società a maggioranza pubblica al fine di garantire la continuità industriale per la decarbonizzazione e l'occupazione". Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
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