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Francia nel caos. Lecornu si dimette: "Troppe divisioni, troppi interessi in ballo". Tonfo...
Oggi 06-10-25, 11:56
AGI - Il primo ministro francese, Sébastien Lecornu, ha presentato le sue dimissioni a Emmanuel Macron, che le ha accettate. Lo ha annunciato l'Eliseo in un comunicato. Nominato il 9 settembre, Lecornu avrebbe dovuto presentarsi oggi all'Assemblea Nazionale per una dichiarazione politica. "Ci sono troppe linee rosse e non abbastanza linee verdi, troppi interessi e rivendicazioni in ballo, anche in vista del 2027 - ha detto Lecornu in un discorso al Paese - Sono un militante, ma considero che bisogna sempre preferire il Paese al proprio partito, gli interessi del popolo francese ai propri militanti". "Il principio stesso per costruire un compromesso tra i partiti politici è proprio quello di saper combinare le linee verdi e tenere conto di un certo numero di linee rosse", ha ancora detto Lecornu, spiegando le cause del fallimento del compromesso che per tre settimane ha tentato di costruire sia nella maggioranza che con l'opposizione. "Ma non possiamo essere ai due estremi, e alcuni partiti politici di opposizione lo hanno capito", ha precisato il primo ministro uscente. "Alcune cose possono essere fatte prima del 2027, altre durante e dopo le presidenziali", ha ancora affermato Lecornu che ha chiesto infine di "avere sempre un senso dell'interesse generale e della sostanza. Dobbiamo sempre anteporre il nostro Paese al nostro partito. Dobbiamo saper ascoltare i nostri attivisti, ma pensare sempre al popolo francese". Lecornu contro "gli appetiti di una parte dei partiti" Nel suo discorso post dimissioni, Lecornu ha deplorato gli "appetiti di una parte" dei partiti legati alle imminenti elezioni presidenziali del 2027 che hanno portato alle sue dimissioni. Lecornu ha elencato le tre ragioni principali che non gli hanno più permesso di ricoprire la carica di primo ministro. In primo luogo ha citato il fatto che i partiti politici "a volte fingevano di non vedere il cambiamento, la profonda rottura rappresentata dal mancato utilizzo dell'articolo 49.3 della Costituzione" e che, a suo dire, non esisteva più "un pretesto per una censura preventiva" in Parlamento. In secondo luogo, ha proseguito Lecornu, "i partiti politici continuano ad adottare una posizione come se avessero tutti la maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale. Mi sono trovato in una situazione in cui ero pronto al compromesso, ma ogni partito politico vuole che l'altro adotti la sua intera piattaforma", ha sottolineato l'ex primo ministro. "E' stata una scelta dei vari partiti politici di opposizione quella di non portare il nucleo comune al governo, ma di consentire il dibattito e poi arrivare a dei compromessi, sapendo che compromessi non significa compromissione. Ma affinchè ciò accada, ovviamente, dobbiamo cambiare mentalità e non voler attuare l'intero proprio progetto e programma". Infine, "la composizione del governo all'interno del nucleo comune non è stata fluida e ha dato origine al risveglio di alcuni appetiti di parte, a volte non estranei alle imminenti elezioni presidenziali", ha ancora detto Lecornu, in un chiaro riferimento al leader Republicains Bruno Retailleau, ma non solo. Le critiche al governo Ma la pioggia di critiche giunte dalle opposizioni e dalla destra gaullista alla sua squadra di governo, presentata ieri sera, hanno spinto Lecornu a un passo indietro. La sua squadra di governo era finita nel mirino per l'eccesso di continuità rispetto al passato, con la conferma di ben 12 dei 18 ministri dell'esecutivo precedente, come Bruno Retailleau (Interno), Jean-Noel Barrot (Esteri) e Gerald Darmanin (Giustizia). A far rumore era stato però soprattutto il ritorno, alla Difesa, di Bruno Le Maire, che fu ministro dell'Economia dal 2017 al 2024. "Siamo sbalorditi", era stato il commento della leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, che aveva definito Le Maire "l'uomo che ha mandato in rovina la Francia". Le critiche non sono però arrivate solo dall'esterno ma anche dall'interno. Retailleau, presidente dei conservatori Republicains, ieri notte aveva protestato contro una squadra che "non rispecchia la rottura promessa" pur essendo stato lui stesso confermato. Retailleau aveva promesso una riunione d'urgenza del suo partito, alcuni esponenti del quale, come il presidente dell'Alta Francia, Xavier Bertrand, alle prime ore del mattino avevano chiesto il ritiro dei gaullisti dall'esecutivo affinchè "questo caos possa finire". "Se vogliamo ritrovare la fiducia, se vogliamo impedire al nostro Paese di affondare giorno dopo giorno, dobbiamo dire molto chiaramente che da ora in poi non parteciperemo più a questo caos, non parteciperemo più a questa farsa'", ha dichiarato l'ex ministro di Sarkozy a Rtl. Il governo Lecornu, il terzo in un anno, annunciato dopo un mese di negoziati, avrebbe dovuto recarsi nel pomeriggio all'Eliseo per una prima riunione del Consiglio dei Ministri con il Presidente Macron. Prima ancora che Retailleau convocasse la direzione del suo partito, diverse figure di spicco dell'entourage di Macron, scrive Afp, avevano già lanciato l'allarme su una possibile uscita dei gaullisti dall'esecutivo.I due esecutivi precedenti, quello di Michel Barnier durato 91 giorni e quello di Francois Bayrou, restato in carica per quasi nove mesi, si erano scontrati con la necessità di presentare una manovra economica che fosse digeribile dal Parlamento. Bayrou era stato costretto a lasciare dopo aver presentato un piano di tagli da 44 miliardi di euro, con l'obiettivo di rimettere in sesto un bilancio che ha visto il debito schizzare a 3.300 miliardi di euro, oltre il 115% del Pil. Il delicatissimo compito era stato affidato al macronista Roland Lescure. Lecornu aveva chiesto al suo ministro dell'Economia e delle Finanze di "trovare compromessi" con l'opposizione. L'instabilità del quadro politico francese è stata aggravata dalla decisione di Macron di andare a elezioni anticipate nel giugno 2024. Le urne, invece di premiarlo, consegnarono un'Assemblea Nazionale frammentata e divisa in tre blocchi: un'alleanza delle sinistre, i macronisti e gli altri moderati, la destra nazionalista di Le Pen. Borsa di Parigi -2% Tonfo del Cac40 a Parigi dopo che il primo ministro Lecornu ha presentato le sue dimissioni a Emmanuel Macron, che le ha accettate. Il listino perde l'1,94%. I titoli di Stato francesi sono sotto pressione per le preoccupazioni sul debito pubblico dopo le dimissioni del premier. Il rendimento dell'Oat sale al 3,59% - con uno spread di 87 punti base rispetto al Bund tedesco, in rialzo dagli 83 dell'avvio - e supera il tasso del decennale italiano, che viaggia al 3,58. Bardella, "ritorno alle urne" Il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha chiesto al presidente francese di sciogliere l'Assemblea Nazionale e convocare nuove elezioni dopo le dimissioni del primo ministro. "Non può esserci un ripristino della stabilita' senza un ritorno alle urne e senza lo scioglimento dell'Assemblea Nazionale", ha dichiarato Bardella al suo arrivo alla sede del partito nazionalista. Melenchon, "esaminare la mozione di destituzione di Macron" Il capo degli Insoumis, Jean-Luc Melenchon, chiede "l'esame immediato" della mozione di destituzione di Emmanuel Macron. "A seguito delle dimissioni di Sebastien Lecornu, chiediamo un esame immediato della mozione presentata da 104 deputati per la destituzione di Emmanuel Macron", ha reagito il leader della sinistra radicale Melenchon, in un post su X. Panot, "via Macron" "Il conto alla rovescia è iniziato. Macron deve andarsene", ha dichiarato su X Mathilde Panot, esponente di spicco della sinistra radicale francese. In seguito alle dimissioni di Lecornu, la presidente del gruppo La France Insoumise (Lfi) all'Assemblea nazionale ha deplorato il fatto che "tre primi ministri sono stati sconfitti in meno di un anno" in Francia. Bayrou, "situazione preoccupante" Dopo le dimissioni a sorpresa del suo successore, l'ex primo ministro Francois Bayrou chiede "un minimo di riserbo" di fronte a una situazione "pesante e preoccupante". Tornato a Pau, città di cui è sindaco, l'ex premier si è rifiutato di commentare l'attuale 'impasse' politica, sottolineando appunto che "un minimo di riserbo" deve essere mantenuto "in circostanze così pesanti e preoccupanti. Alcune forze politiche si rifiutano di vedere la gravità della situazione", ha sottolineato Bayrou in dichiarazioni al media locale Ici Bearn Bigorre. Rn, "Macron scelga: scioglimento o dimissioni" In Francia il partito di estrema destra del Raggruppamento nazionale (Rn) chiede al presidente Macron di scegliere tra lo "scioglimento o le dimissioni". A caldo, il partito di Marine Le Pen sentenzia che "il macronismo è morto" ed esercita pressioni su Macron affinchè scelga "e in fretta" tra le due opzioni sul tavolo. Riprendendo le prime dichiarazioni del suo leader, Jordan Bardella, il partito di estrema destra invita i francesi a "tornare alle urne". Barnier, "appello alla calma" L'ex primo ministro Michel Barnier ha lanciato un "appello alla calma" e a "pensare al popolo francese". Attualmente Barnier fa parte del comitato strategico di Les Republicains (Lr, destra).
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