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Estero
Gli attacchi iraniani spiazzano Mosca. E diminuisce la sua influenza
Oggi 17-06-25, 06:46
AGI - La Russia è rimasta spiazzata dalla vastità dell'attacco all'Iran e adesso appare “confusa”: continua a limitarsi a condannare le azioni di Israele e a chiedere a Teheran di tornare ai negoziati con gli Stati Uniti, ma la realtà è che più va avanti la guerra, più vedrà assottigliarsi la possibilità di giocare un ruolo in una possibile mediazione. A parlare, in un'intervista all'AGI, è Nikita Smagin, esperto indipendente russo di Iran e Medio Oriente, che ha vissuto e lavorato da giornalista a Teheran per diversi anni. “Mosca non era stata avvertita e come altri non si aspettava un attacco di questa vastità”, spiega Smagin al telefono da Baku, in Azerbaigian. “La Russia, per ora, può solo occuparsi di evacuare i suoi cittadini dall'Iran, ma non ci sono altre azioni concrete che possa mettere in campo”, prosegue l'analista, notando che il Cremlino in questi giorni ha solo “condannato in modo molto generico gli attacchi di Israele e fatto appello a Teheran affinché tornasse al tavolo dei negoziati con gli Stati Uniti per chiudere un accordo sul nucleare”. Smagin sostiene che la posizione passiva, tenuta finora in questa crisi, conferma che Mosca “non era e non è pronta a impegnarsi militarmente per l'Iran, che non rischierà un peggioramento delle relazioni o addirittura uno scontro con gli Stati Uniti e Israele per Teheran”. Su questo punto anche il recente Accordo di partenariato strategico globale Iran-Russia firmato dai due Paesi non ha cambiato nulla, visto che non prevede una cooperazione militare. “Negli ultimi anni, la Repubblica islamica ha ripetutamente chiesto a Mosca, senza successo, di fornirle sistemi di difesa aerea, caccia ed elicotteri da combattimento”, ricorda l'analista. Le ragioni del rifiuto russo sono diverse: dalle priorità delle sue esigenze sul fronte ucraino, alle proteste della Turchia e dei Paesi del Golfo Persico, che non volevano un rafforzamento dell'Iran. “La Russia era sicuramente pronta a consegnare l'Iran agli Stati Uniti di Donald Trump e a Israele in cambio di concessioni sull'Ucraina, ma questo non è accaduto: Israele ha iniziato l'attacco all'Iran e Mosca non solo non è stata interpellata ma non otterrà nulla”. “I negoziati sull'Ucraina sono in stallo e non si intravede nessuna possibilità di compromesso e anche i colloqui sul nucleare iraniano, per cui Mosca aveva offerto il suo aiuto, non sono andati lontano”, sottolinea Smagin. La mediazione che continua a proporre il presidente Vladimir Putin, inoltre, perde di significato col protrarsi della guerra. “Finché si continua nel formato ‘attacco israeliano-risposta iraniana' non credo ci sia spazio per una mediazione”, fa notare l'analista russo. “Se la questione è ritirare e stoccare il materiale nucleare in eccesso dell'Iran nel quadro di sforzi diplomatici per arrivare a un accordo, allora la Russia in questo è uno degli attori chiave, perché ha tutte le capacità tecniche per farlo; ma se Israele riuscisse nelle prossime settimane a infliggere danni anche solo al 50% del programma nucleare della Repubblica islamica, allora le competenze tecniche di Mosca non sarebbero poi così fondamentali. Per svolgere il ruolo di mediatore politico e diplomatico che trasmetta i messaggi alle parti, Israele ma anche l'Iran possono rivolgersi ad altri Paesi, come l'Oman, la Svizzera e il Qatar, e l'influenza della Russia si assottiglierebbe”.
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