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Politica
Il centrodestra cerca la conferma nelle Marche per tirare la volata al Veneto e Calabria
Oggi 28-09-25, 11:02
AGI - Prima il risultato nelle Marche, poi il completamento del risiko delle candidature nelle altre regioni che andranno al voto. L'obiettivo è, riferiscono qualificate fonti di maggioranza, chiudere subito dopo lo spoglio delle elezioni (e l'auspicata riconferma del meloniano Francesco Acquaroli). Con il comizio dei leader Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini, Maurizio Lupi e Antonio De Poli, in programma martedì a Lamezia Terme, a sostegno del governatore uscente Roberto Occhiuto, che potrebbe suggellare l'intesa. In pole, per il Veneto resta il vice 32enne di Matteo Salvini, Alberto Stefani, mentre si pensa a candidati civici in Puglia e in Campania (il nome resta quello del prefetto Michele di Bari). Per quanto riguarda il governatore uscente Luca Zaia, bloccato dalla legge che vieta il terzo mandato, i manifesti lanciati ieri sono eloquenti, un segnale incontrovertibile che il suo "impegno" per il Veneto "continua". Il doge leghista si candiderà capolista della lista della Liga veneta alle regionali e il suo nome sarà inserito nel simbolo del partito (come già successo alle regionali in Friuli-Venezia con Massimiliano Fedriga, e in Liguria con Marco Bucci, anche se questi ultimi erano candidati alla presidenza; Zaia no). Dal canto suo Zaia starebbe riflettendo su alcune opzioni rispetto al suo futuro: se candidarsi alle suppletive per il seggio lasciato vacante da Stefani, come vorrebbe Salvini, o valutare altri incarichi di nomina governativa. Un eventuale accordo su Stefani potrebbe poi comportare un riequilibrio con gli alleati della Lega riguardo l'attuale composizione del consiglio regionale. Il nodo Lombardia Resta in 'stand by' il dossier sulla Lombardia. In un'intervista, ieri, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha detto di "non escludere" che il Veneto resti alla Lega ma ha subito precisato che nella regione attualmente governata da Attilio Fontana le personalità di Fdi sono "prevalenti" rispetto a quelle del partito di via Bellerio, se si escludono i ministri lombardi. La seconda carica dello Stato ha anche auspicato che il voto lombardo si tenga in anticipo di un anno, in coincidenza con le politiche, nella primavera del 2027. "In Lombardia si dice 'calma e gess'. La Regione sta lavorando molto bene con il suo presidente Fontana e la sua squadra. Le elezioni regionali saranno nel 2028, ci sono ancora quasi tre anni davanti e sono molti i dossier sui quali si sta lavorando", ha replicato il segretario della Lega lombarda, Massimiliano Romeo. "Non mi sembra il momento delle provocazioni - ha poi tagliato corto il leghista - visto che siamo alla vigilia di elezioni regionali importanti e sappiamo bene che non è all'ordine del giorno la futura guida della Lombardia". "Riteniamo che possa rafforzarsi nelle Marche il buon governo del centrodestra", ha sostenuto il segretario di FI, Antonio Tajani che nel fine settimana ha riunito i ministri (ci sarò anche il responsabile dell'Interno Matteo Piantedosi e quello del Lavoro Elvira Calderone) e tutti i big del partito a Telese per lanciare il 'Manifesto della Libertà' "insieme con il Pantheon di alcuni grandi personaggi della storia che rappresentano un punto di riferimento per il nostro movimento".
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