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Cronaca
Inchiesta Dossieraggio: i pm di Perugia, emersi ulteriori abusi
02-09-2024, 12:31
AGI - Le indagini sull'inchiesta per il presunto dossieraggio prosegue e "non è prevedibile la loro conclusione in tempi brevi" in quanto, dagli accertamenti, "sono emersi ulteriori episodi di possibili accessi abusivi" al sistema delle segnalazioni di operazioni sospette. Lo rende noto la Procura della Repubblica di Perugia. In questo periodo, prosegue il procuratore capo Raffaele Cantone, "si è ulteriormente intensificato il rapporto di collaborazione con la Direzione nazionale antimafia che, oltre a svolgere doverose funzioni di coordinamento, ha effettuato approfonditi ulteriori accertamenti sulla propria Banca dati, fornendo importanti riscontri alle indagini in corso". L'inchiesta della procura di Perugia sul presunto dossieraggio ai danni di politici e vip. Regista dell'operazione di spionaggio un luogotenente della Guardia di Finanza: Pasquale Striano. Il militare, in servizio alla Procura Nazionale Antimafia, è accusato di almeno 800 accessi abusivi alle banche dati tributarie, antiriciclaggio e dell'antimafia con il solo scopo di reperire informazioni. Cantone conferma che "nello scorso mese di maggio l'ufficio ha avanzato richiesta di misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti dell'ufficiale della Guardia di finanza e dell'ex sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, già sottoposti alle indagini e destinatari nei mesi scorsi di invito a comparire". Nella richiesta cautelare, "di 200 pagine", sono stati portati all'attenzione del Gip "tutti gli elementi raccolti che dimostravano la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, episodio per episodio, ed evidenziate specifiche circostanze, ascrivi ili a entrambi gli indagati" che sono state ritenute "integrare gravi fatti di inquinamento probatorio in grado di danneggiare la genuinità del cospicuo compendio probatorio già acquisito". Per l'ufficiale della Guardia di finanza, è stato prospettato "seppure in via subordinata, il pericolo di reiterazione dei reati", visto che l'indagato presta servizio anche se in un reparto non operativo e senza la possibilità di accedere alle banche dati. Il gip di Perugia ha rigettato la richiesta ritenendo però, sottolinea Cantone citando l'ordinanza "indiscutibile la sussistenza di plurimi, gravi e precisi indizi in ordine a tutte le fattispecie cautelari". Contro l'ordinanza la Procura della Repubblica di Perugia ha presentato appello contro questa decisione, ribadendo come non sia a oggi avvenuta alcuna Discovery degli atti. Venuto oggi meno il segreto probatorio, sottolinea Cantone, "gli potranno essere trasmessi alla Commissione Antimafia" nei prossimi giorni.
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