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Cultura e Spettacolo
La Chimera d’Arezzo torna nella sala del museo archeologico di Firenze
Oggi 19-11-25, 13:21
AGI - Riaprono le porte della Sala della Chimera del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Lo spazio, completamente rinnovato, custodisce l'icona simbolo dell'arte etrusca: la Chimera d'Arezzo. La scultura è appartenuta, fin dal suo ritrovamento, al futuro Granduca di Toscana Cosimo I de' Medici, diventando subito uno dei pezzi più emblematici e preziosi della collezione medicea. Da oggi l'opera presenta una nuova veste immersiva e dal forte impatto visivo. "La Chimera è uno dei simboli più riconoscibili dell'arte etrusca e del patrimonio culturale del nostro Paese. Restituirle uno spazio pensato per accoglierla e raccontarla con nuovi linguaggi significa mettere al centro la qualità dell'esperienza museale, l'accessibilità dei contenuti e l'attenzione verso i pubblici", ha detto il Direttore generale Musei Massimo Osanna a margine dell'inaugurazione della sala. Il nuovo allestimento consente ai visitatori di guadagnare l'esperienza di un rapporto personale e suggestivo con l'opera. Osanna sottolinea che "la collocazione isolata, insieme agli altri bronzetti che vengono dallo stesso contesto, con una nuova luce messa al centro della stanza impressionerà i visitatori che entreranno e avranno la possibilità di stare un po' da soli a riflettere, perché l'antico deve continuare ad ispirare. Conoscere l'antico - spiega - significa conoscere meglio il presente". La statua e l'esperienza teatrale La statua di bronzo della Chimera domina il centro della sala poggiando sul basamento monumentale, che ne esalta la potenza plastica e la tensione narrativa. Concepita come uno spazio teatrale capace di accogliere i visitatori e amplificarne l'emozione, la sala presenta quattro panche disposte in cerchio attorno alla statua etrusca che invitano un'osservazione ravvicinata e contemplativa. Completa lo spazio espositivo un tendaggio scenografico, simile a un sipario teatrale, su cui è proiettata l'ombra della Chimera. Donazione e futuri progetti del museo "Con questa sala, donata dai coniugi statunitensi Winchester, è possibile ammirare il monumento simbolo del museo e valorizzarlo - aggiunge Daniele Federico Maras, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze - Il museo ha in corso una serie di lavori sia strutturali che per quanto riguardano le collezioni. In particolare - dice - il Museo Topografico dell'Etruria, colpito duramente dall'alluvione del 1966, e quest'anno compie 60 anni quindi prendiamo l'impegno di restituirlo completamente rinnovato".
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