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Estero
La 'guerra del doner kebab': la Turchia sfida la Germania per la paternità del piatto
Oggi 30-09-25, 02:48
AGI - La 'guerra del doner kebab' in corso tra Turchia e Germania si arricchisce di un nuovo capitolo. La Federazione Internazionale del Doner, organismo istituito ad hoc da Ankara, ha annunciato infatti la presentazione di un nuovo testo da sottomettere all'Unione Europea. Il fine è quello di fissare i paletti a un piatto ormai al centro di una disputa che dura da tre anni. La Germania vorrebbe infatti attribuirsi la paternità del doner, il cono di carne di pollo o vitello servito in una piada con verdure e salse e ormai diffuso in tutta Europa. Secondo i tedeschi infatti il doner sarebbe nato sul proprio suolo, seppur da immigrati turchi. La Turchia non molla, ne rivendica la ricetta originale e non accetta che le variazioni apportate in Europa cambino l'origine del piatto facendone una ricetta tedesca. Il primo testo presentato dalla Turchia poneva restrizioni riguardo al tipo di carne, lo spessore del taglio, l'età dell'animale. Ora la Federazione del Doner, con un nuovo testo, si concentra sulle modalità di cottura. Chi non rispetterà gli standard, se l'Europa li approverà, non potrà usare la parola 'doner'. Una battaglia culturale e gastronomica secondo i turchi, che rivendicano il fatto che il doner sia stato consumato in Anatolia sin dal 1800. La risposta è arrivata in questi giorni dalla stampa tedesca, guidata dall'immancabile Bild, che definisce la contesa "più piccante del chili" e mette in guardia dal rischio che se il testo passasse "le varianti tedesche dovrebbero trovare un nuovo nome". In pratica, secondo la Bild, "i turchi ci vogliono imporre come fare il doner". Si tratta dell'ultimo capitolo di una querelle che ha rischiato a più riprese di coinvolgere le diplomazie dei due Paesi. Nell'aprile del 2024 il presidente tedesco Frank Walter Steinemeier giunse a Istanbul con un enorme doner kebab di 60 kg che lui stesso distribuì in un ricevimento presso la residenza tedesca a Istanbul. Doveva essere un momento di "amicizia" tra i due Paesi, ma le cose non presero la strada sperata. L'idea dei tedeschi piacque poco e niente ai turchi per cui le tradizioni culinaria sono un tema che va a braccetto con il loro sensibilissimo spirito nazionalista. L'idea di 'portare il cibo da casa' e per di più una pietanza turca, spacciandola per tedesca in un ricevimento ufficiale, fece storcere la bocca a molti, anzi moltissimi. Non a caso dopo poche settimane la Commissione Europea ricevette la prima richiesta turca di includere il doner tra le "tradizioni culinarie nazionali", chiedendone una regolamentazione secondo standard che avrebbero determinato cosa potesse essere definito doner e cosa no. A distanza di qualche mese la Germania ha presentato un fascicolo con le proprie osservazioni. La Commissione ha risposto invitando le parti a dialogare e trovare un accordo, fissando un ultimatum di 6 mesi. L'ultimatum è scaduto e il dialogo è bloccato e il dibattito acceso. 'Doner' in turco letteralmente significa 'gira'. Un nome che richiama la rotazione su se stesso dell'enorme spiedo di carne (pollo, agnello o vitello), spezie e verdure, cotto a fuoco lento per abbrustolire l'esterno. Ankara ha probabilmente ragione ad affermare che il doner esiste da più di 200 anni, ma dovrebbe anche scendere a patti con il fatto che un piatto, qualunque esso sia, una volta esportato si adatta agli ingredienti, gusti e preferenze locali. Il doner sfamava i pastori dell'Anatolia, ma è ormai divenuto un elemento centrale della cucina tedesca e della cultura metropolitana, al punto da aver scalzato il wurstel. A tremare sono soprattutto gli chef turco-tedeschi, che vedono i loro business divenuti fiorenti messi a rischio, ma con i turchi concordano su un punto: mai utilizzare carne di maiale.
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