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Estero
La missione di Netanyahu a Washington si prolunga fino a sabato
03-02-2025, 18:14
AGI - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è da domenica sera a Washington per incontrare l'alleato americano Donald Trump, prima visita con un leader straniero per il presidente statunitense dal suo insediamento, simbolo dell'alleanza indissolubile tra i due Paesi. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu prolungherà la sua permanenza a Washington fino a sabato. Lo riporta l'agenzia Axios. Netanyahu, arrivato ieri nella capitale americana, è atteso domani alla Casa Bianca per discutere della crisi a Gaza e dell'Iran. Netanyahu incontrerà Steve Witkoff, inviato speciale di Donald Trump per il Medio Oriente, che parlerà più avanti questa settimana con il primo ministro del Qatar e con alti funzionari egiziani, che stanno mediando insieme agli Stati Uniti. Mercoledì sarà la volta del Segretario alla Difesa Pete Hegseth e giovedì dei leader del Congresso, tra cui il leader della maggioranza del Senato e il presidente della Camera. Martedì è previsto l'incontro con Trump, il leader israeliano discuterà "della vittoria contro Hamas, del ritorno di tutti i nostri ostaggi e della lotta contro l'asse iraniano in tutte le sue dimensioni", ha dichiarato prima di volare negli Stati Uniti. Secondo le stime, Hamas avrebbe ancora circa 50 ostaggi, vivi o morti, dopo i rilasci avvenuti durante la prima fase del cessate il fuoco entrato in vigore a meta' gennaio. Domenica sera, Trump ha assicurato che i colloqui sul Medio Oriente con Israele e molti altri paesi stanno "progredendo". Da quando è tornato alla Casa Bianca, il presidente americano ha proposto di "semplicemente bonificare" Gaza e di trasferire i palestinesi in luoghi "più sicuri" come l'Egitto o la Giordania, scatenando un'ondata di proteste sulla scena internazionale. Ha sbloccato la consegna a Israele di bombe da 2.000 libbre (circa 900 chili), che il suo predecessore Joe Biden aveva sospeso. E ha revocato le sanzioni finanziarie contro i coloni israeliani accusati di violenza contro i palestinesi. "Per Netanyahu, un rapporto privilegiato con la Casa Bianca è uno strumento essenziale", sottolinea Celine Touboul, co-direttrice della Fondazione per la cooperazione economica (ECF) di Tel Aviv. Trump intende mantenere il cessate il fuoco nel Libano meridionale tra Israele e Hezbollah, come quello firmato, dopo 15 mesi di guerra, con Hamas. I suoi consiglieri "dicono che la ripresa dei combattimenti in Medio Oriente gli impedirebbe di affrontare le sue priorità più urgenti", ha affermato il Soufan Center, un think tank con sede a New York. In particolare, la lotta all'immigrazione clandestina dal Messico e la risoluzione della guerra tra Russia e Ucraina. I colloqui si concentreranno probabilmente sulle concessioni che Benjamin Netanyahu dovrà accettare per rilanciare la normalizzazione tra Israele e Riad. Sembrava che la situazione fosse sulla buona strada fino al 7 ottobre. Da allora, Riad ha insistito sul fatto che ciò non sarà possibile senza una soluzione duratura e praticabile per i palestinesi. Ma una parte della coalizione governativa israeliana vuole riprendere i combattimenti non appena terminata la prima fase. Il ministro di estrema destra Bezalel Smotrich minaccia di dimettersi dal governo, il che priverebbe Netanyahu della maggioranza. "Se Trump gli chiederà di fare delle concessioni ai palestinesi per ottenere la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita, Netanyahu dovrà scegliere tra un rapporto privilegiato con il presidente americano o il mantenimento della sua coalizione", riassume Ce'line Touboul. Il premier israeliano si è mostrato ottimista sul buon esito della collaborazione con il presidente Usa: "Ridisegneremo ancora di più la mappa del Medio Oriente", ha detto, e con la forza inizierà una nuova era di pace. "Le decisioni che abbiamo preso in guerra hanno già cambiato il volto del Medio Oriente. Le nostre decisioni e il coraggio dei nostri soldati hanno ridisegnato la mappa. Ma credo che, lavorando a stretto contatto con il Presidente Trump, possiamo ridisegnarla ulteriormente e in meglio. Credo che possiamo rafforzare la sicurezza, allargare il cerchio della pace e realizzare un'era straordinaria di pace attraverso la forza", ha concluso.
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