s
Estero
La Turchia rinuncia all'eutanasia per i cani randagi, ma le proteste non si fermano
24-07-2024, 02:03
AGI - Cambia ancora il disegno di legge con cui il governo turco potrebbe presto decidere di chiudere in appositi centri circa 4 milioni di cani randagi e rinselvatichiti. Tuttavia le proteste di attivisti, animalisti e alcuni avvocati non si fermano, opinione pubblica e social sono totalmente polarizzati in una discussione che va avanti tra accuse reciproche e sta rendendo sempre più difficile l'iter della legge in parlamento. Dopo una lunga discussione la Commissione per l'Agricoltura e le Foreste del parlamento di Ankara ha apportato nuove modifiche al testo, ma il dibattito rimane aperto e alcune decine di animalisti hanno cercato di forzare l'aula in cui si discute e si sono poi accampati fuori dal parlamento. La commissione ha deciso di sostituire il termine "eutanasia" con la frase "trattamenti medici scientifici sotto la supervisione di un veterinario", cui saranno sottoposti cani malati, aggressivi o affetti da malattie infettive come la rabbia in stadi non curabili. I parlamentari dell'opposizione presenti in commissione hanno anche ottenuto che, nella parte relativa gli animali riabilitati attraverso trattamenti e resi disponibili all'adozione, venisse specificato "cani", al posto di "animali" in modo da rendere chiaro che i trattamenti non avrebbero riguardato anche i tanti gatti randagi del Paese. Gatti per cui una parte della Turchia stravede e non vuole siano toccati, mentre un'altra parte della popolazione sarebbe felice di fare a meno della capillare presenza di questi felini. Gli animalisti e attivisti hanno iniziato una vera e propria battaglia contro questa legge e non sembrano essere soddisfatti dopo questi ultimi cambiamenti. Sui social e nelle principali città la protesta infatti continua. Il testo è arrivato in parlamento lo scorso venerdì, presentato dal partito Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan e sono subito scoppiate polemiche e proteste di parte dell'opinione pubblica, prontamente cavalcate da partiti di opposizione. Attivisti, animalisti, ma anche semplici cittadini sono scesi nelle scorse settimane in piazza in diverse città del Paese e spinto il governo a rivedere il disegno di legge, temendo che ne sarebbe seguito un massacro di animali. È stato lo steso Erdogan a dichiarare che la legge, se approvata, riguarderebbe circa 4 milioni di cani, rinselvatichiti e randagi. Ma le proteste hanno spinto il governo a rivedere il testo iniziale. All'inizio era prevista la cattura degli animali, la chiusura in canili e strutture dove sarebbero stati disponibili all'adozione per 30 giorni prima di essere soppressi. Dopo la prima modifica il testo prevede ora solo la soppressione solo di esemplari aggressivi, pericolosi e affetti da malattie infettive. Per gli altri cani scatterà la castrazione e la sterilizzazione, ma la vita per loro continuerà all'interno di strutture, non più in strada, come invece avviene ancora ora. Con la nuova legge saranno i comuni turchi a dover garantire la cattura degli animali, la sterilizzazione e la manutenzione dei centri in cui gli animali saranno rinchiusi. La nuova legge si ripropone di riparare le falle nell'attuazione della precedente regolamentazione, la cui attuazione da parte di molti comuni si è rivelata parziale. Nonostante più di 270 mila sterilizzazioni operate in media ogni anno negli ultimi 5 anni rimangono preoccupanti i dati di quanto accade in Turchia: 65 sono le persone morte in seguito ad attacchi di cani randagi o rinselvatichiti dal 2022 a oggi, negli ultimi 5 anni sono invece più di 3.500 incidenti stradali costati la vita a 55 persone causati da cani randagi. L'Organizzazione mondiale per la Sanità classifica la Turchia come un Paese "ad alto rischio di contrazione della rabbia". Negli scorsi mesi, dopo alcuni casi di persone risultate infette la Gran Bretagna ha emesso un avviso di viaggio nei confronti dei propri connazionali per metterli in guardia dal rischio di incontri con branchi di cani randagi.
CONTINUA A LEGGERE
23
0
0