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Estero
L'Ambasciatore palestinese all'Onu scoppia in lacrime: "È insopportabile"
Ieri 29-05-25, 20:09
AGI - Non ha retto, ha sbattuto i pugni sul tavolo ed è scoppiato in lacrime. L'ambasciatore palestinese Riyad Mansour ha espresso così all'Assemblea dell'Onu la sua preoccupazione per la situazione in Medio Oriente e in particolare nella Striscia di Gaza. Ha detto in lacrime: "Scusatemi ma ho dei nipoti. Vedere quello che succede in Palestina senza fare niente è intollerabile per qualunque essere umano". E poi: "Se potessimo fermare questo genocidio prima che venga uccisa anche lei... La dottoressa al-Najjar, che stava onorando la sua nobile missione di medico, cercando di salvare vite umane, ha visto i suoi figli, mentre arrivavano in ospedale, con i corpi ustionati e già morti. Ha perso nove dei suoi dieci figli. Un orrore e un trauma che la mente non può comprendere... il cuore non può sopportare. Da quando Israele ha violato il cessate il fuoco a marzo, oltre 1.300 bambini palestinesi sono stati uccisi e circa 4.000 sono rimasti feriti. Questi sono bambini. Bambini. E ancora, "una guerra contro la barbarie". Bambini! Decine di bambini stanno morendo di fame. Le immagini di madri che abbracciano i loro corpi immobili, accarezzano i loro capelli, parlano con loro, si scusano con loro, sono insopportabili. Come potrebbe qualcuno? “Mi scusi, signor Presidente. Ho dei nipoti. So cosa significano per le loro famiglie, e vedere questa situazione sui palestinesi senza che noi abbiamo il coraggio di fare qualcosa, va oltre la capacità di qualsiasi essere umano normale di tollerarla. Le fiamme e la fame stanno divorando i bambini palestinesi. Ecco perché siamo così indignati come palestinesi ovunque, i 14 milioni di noi nei territori occupati, nella diaspora, nei campi profughi, in luoghi lontani fino alla California e in mezzo. Amiamo i nostri figli. Amiamo la nostra gente. Non vogliamo vederli passare attraverso questa tragedia e questi attacchi selvaggi da parte di coloro che rivendicano le virtù della lotta contro la barbarie”.
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