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Estero
L'Argentina deciderà domenica se promuovere Milei
Oggi 25-10-25, 02:00
AGI - Trenta al giorno. Più di 250mila in due anni. Sono le cifre che segnano gli incubi degli argentini: il numero delle imprese che hanno chiuso i battenti da che Javier Milei è diventato presidente e quello degli argentini che hanno perso il lavoro. Gli elettori che domenica andranno alle urne per rinnovare parte del parlamento vedono queste consultazioni come un referendum tra due mali: un'economia stagnante o l'inflazione alle stelle. E, al centro di tutto, lui: l'economista ultraliberale che ha lanciato un piano di austerità senza precedenti e affronta il suo primo importante test elettorale. Dalla sua ha due risultati che può rivendicare: il rallentamento dell'inflazione, scesa da un picco del 289,4% su base annua nell'aprile 2024 al 31,8% lo scorso settembre, e il risanamento delle finanze pubbliche. Le conseguenze del piano di austerità di Milei Tuttavia, gli strumenti per raggiungere entrambi gli obiettivi e le loro conseguenze influenzeranno in larga misura il risultato elettorale di domenica. Milei, salito al potere alla fine del 2023, ha ottenuto un surplus fiscale grazie a un severo piano di austerità che includeva drastici tagli alla spesa e una riduzione delle dimensioni dello Stato. Una politica che va avanti ancora oggi, tanto che Milei ha posto il veto a diverse leggi approvate dal Congresso per aumentare le risorse pubbliche per i settori gravemente colpiti dalle riforme: pensionati, istruzione universitaria, disabili e assistenza sanitaria pediatrica. Milei ha abbassato i salari, con un impatto negativo sui consumi; ha aperto le importazioni, danneggiando la produzione interna e ha sostenuto il valore del peso, ma a costo di perdere miliardi di dollari dal Tesoro e dalla Banca Centrale negli ultimi mesi e di rendere il credito più costoso per le imprese e le famiglie a causa dei tassi di interesse più elevati. Di conseguenza, l'attività economica è stagnante da maggio. "La recessione economica è in atto. Il reddito è basso, sia negli utili aziendali che negli stipendi e nelle pensioni", ha detto EFE l'economista Hernan Bergstein, professore dell'Università Nazionale di Lanus. L'aumento dei tassi di interesse, dice, "danneggia fortemente coloro che sono già indebitati e coloro che vorrebbero indebitarsi per fare investimenti o per soddisfare esigenze specifiche delle famiglie". Impatto su imprese e lavoro in Argentina Secondo un rapporto del Centro Argentino di Economia Politica sono 18.032 le aziende che hanno chiuso dall'inizio dell'amministrazione Milei fino allo scorso luglio. Il tasso di disoccupazione ufficiale in Argentina è del 7,6%, ma quello della disoccupazione sommersa è del 43,2%. Negli ultimi due anni, circa 140.000 persone sono passate da uno a due o più lavori e, secondo un sondaggio della piattaforma per l'impiego Bumeran, 8 argentini su 10 ritengono il proprio stipendio insufficiente a coprire i bisogni primari. "Avere un lavoro non garantisce più l'uscita dalla povertà. In Argentina, il 21,6% degli occupati è povero, pari a 4,5 milioni di persone. La persistenza di lavori precari e poco produttivi impedisce a una parte significativa dei lavoratori di superare la soglia di povertà", si legge in un rapporto della Mediterranean Foundation. L'Argentina e il Fondo Monetario Internazionale Con scarse riserve monetarie, l'Argentina ha fatto ricorso a un nuovo programma di agevolazioni estese con il Fondo Monetario Internazionale lo scorso aprile, con nuove erogazioni per un totale di 20 miliardi di dollari. Dopo la firma dell'accordo, l'Argentina ha allentato i controlli sui cambi, ma non è stata in grado di contenere la domanda di dollari e di accumulare riserve monetarie. Ciò ha portato il governo di Milei a richiedere assistenza finanziaria agli Stati Uniti, il cui Tesoro ha iniettato dollari nel mercato valutario argentino per cercare di sostenere il peso ed evitare una crisi valutaria prima delle elezioni. Lunedì scorso, Stati Uniti e Argentina hanno firmato un accordo di assistenza finanziaria fino a 20 miliardi di dollari, ma le tensioni persistono e gli investitori puntano su una modifica della struttura del tasso di cambio dopo le elezioni. L'incertezza del mercato è peggiorata negli ultimi giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha subordinato l'entità degli aiuti all'Argentina alla vittoria del partito di Milei, La Libertad Avanza, alle elezioni di domenica. Cambi al governo e visione politica Il Segretario alle Finanze Pablo Quirno, membro chiave della squadra economica del governo argentino, è stato nominato giovedì nuovo ministro degli Esteri dopo le dimissioni di Gerardo Werthein. Quirno, che ha lavorato a lungo per la banca d'investimento JP Morgan, è stato finora il braccio destro del ministro dell'Economia argentino Luis Caputo, anche lui un ex di JP Morgan. Caputo, Quirno e il presidente della Banca Centrale Argentina, Santiago Bausili, sono i responsabili del recente accordo di sostegno finanziario con gli Stati Uniti, firmato dal Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent. Con la nomina di Quirno, Milei punta ad approfondire "i legami tra il ministero degli Esteri e il Ministero dell'Economia e la visione pro-mercato dell'amministrazione in vista del secondo mandato", oltre a "consolidare il reinserimento della Repubblica Argentina in Occidente e continuerà a promuovere la battaglia culturale guidata da Milei, sia a livello nazionale che globale, in difesa dei valori occidentali e delle idee di libertà". Le Elezioni in Argentina: scenario e regole Si prevede che circa 35,9 milioni di argentini voteranno per eleggere 24 senatori - un terzo della Camera Alta - in rappresentanza della capitale argentina e delle province di Chaco, Entre Ríos, Neuquén, Río Negro, Salta, Santiago del Estero e Terra del Fuoco. Si vota anche per eleggere 127 deputati nazionali - metà della Camera Bassa - provenienti dai 24 distretti del Paese. Gli ultimi sondaggi pubblicati fino al 18 ottobre mostrano uno scenario di forte polarizzazione tra il partito di Milei, che ha fatto della 'lotta al comunismo' la bandiera della sua campagna elettorale, e il fronte peronista 'Fuerza Patria'. Il terzo incomodo in questa sfida tra partiti populisti è il Fronte delle Province Unite, guidato da un gruppo di governatori di partiti diversi. I seggi apriranno domenica alle 8 locali (le 13 in Italia) e rimarranno aperti fino alle 18 ora locale (le 23 in Italia). La legge elettorale prevede che i primi risultati ufficiali dello scrutinio provvisorio vengano pubblicati a partire dalle 21 locali (le 2 di notte di lunedì in Italia). In Argentina, il voto è obbligatorio per i cittadini dai 18 ai 70 anni e facoltativo per quelli di 16, 17 anni o più di 70 anni.
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