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Cronaca
Laureati sempre più occupati, il 2024 anno record dell'ultimo decennio
10-06-2025, 18:10
AGI - Aumenta il tasso di occupazione dei laureati sia di primo livello (magistrali biennali) sia di secondo livello (magistrali a ciclo unico): un dato che si inserisce nel trend positivo osservato negli anni più recenti. Oltretutto nel 2024 si sono raggiunti i tassi più elevati dell'ultimo decennio. Ma chi guadagna di più? Ancora una volta gli uomini più delle donne, chi porta a termine un percorso di studi in medicina e farmaceutica, e chi lavora al Nord o all'estero. Sono gli ultimi dati che ermegono dal Rapporto AlmaLaurea 2025 presentato oggi. L'occupazione Aumenta il tasso di occupazione dei laureati sia di primo livello (magistrali biennali) sia di secondo livello (magistrali a ciclo unico): un dato che si inserisce nel trend positivo osservato negli anni più recenti. Oltretutto nel 2024 si sono raggiunti i tassi più elevati dell'ultimo decennio. Nel 2024 il tasso di occupazione, a 1 anno dal conseguimento del titolo, è pari al 78,6% sia tra i laureati di primo livello sia tra quelli di secondo livello; tale valore risulta in aumento nell'ultimo anno (+4,5 e +2,9 punti percentuali rispettivamente). I laureati a 3 e a 5 anni dal conseguimento del titolo evidenziano tassi di occupazione decisamente elevati, prossimi o superiori al 90%. A 3 anni: 90% per primo livello, 88,9% per secondo livello. A 5 anni: 92,8% e 89,7% rispettivamente. Il confronto con la precedente rilevazione conferma il trend di miglioramento per i laureati di secondo livello, che nel 2024 raggiungono i valori più alti in 15 anni (aumento di +3,5 punti a 3 anni e +1,5 a 5 anni). Per il primo livello, invece, c'è un lieve calo rispetto al 2023 (-0,5 a 3 anni e -0,8 a 5 anni), ma restano comunque su valori elevati. Il tasso di disoccupazione e forza lavoro AlmaLaurea mette in evidenza anche il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro (occupati + chi cerca lavoro attivamente). Nel 2024, a un anno dalla laurea, il valore delle forze di lavoro sfiora il 90%: 86,9% per primo livello, 87,5% per secondo livello. In aumento rispetto al 2023 (+5,2 e +2,8 punti). Il tasso di disoccupazione nel 2024 è pari al 9,7% per il primo livello e al 10,2% per il secondo livello, valori sostanzialmente stabili rispetto al 2023 (+0,3 e -0,4 punti percentuali rispettivamente). La laurea più redditizia Rispetto ai laureati del gruppo politico-sociale e comunicazione, percepiscono, in media, retribuzioni significativamente superiori i laureati dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico (+305 euro mensili netti), ingegneria industriale e dell'informazione (+218 euro), informatica e tecnologie ICT (+185 euro), economico (+116 euro), nonché educazione e formazione (+104 euro), scienze motorie e sportive (+103 euro) e scientifico (+95 euro). All'opposto, sono svantaggiati dal punto di vista retributivo soprattutto i laureati del gruppo giuridico (-102 euro). Ma si confermano significative, purtroppo, le tradizionali differenze di genere: a parità di condizioni gli uomini percepiscono in media, a 1 anno dalla laurea, 59 euro netti in più al mese. Coerenza tra studi e lavoro Impatta sui livelli retributivi anche la disponibilità, dichiarata alla vigilia della laurea, ad accettare lavori non coerenti con il proprio titolo di studio. In particolare, chi ha dichiarato di non essere disposto ad accettare un lavoro non coerente con gli studi svolti percepisce, in media, 46 euro in più rispetto a chi invece si era dichiarato disponibile. Tale risultato è verosimilmente legato al tipo di attività svolta ed evidenzia come la selettività nella ricerca del lavoro, in termini di coerenza con gli studi, porti a una maggiore valorizzazione, anche economica, del proprio capitale umano. Differenze territoriali di retribuzione Si rilevano differenziali significativi anche con riferimento alla collocazione territoriale: rispetto a coloro che sono occupati nel Mezzogiorno, chi lavora al Nord percepisce, in media, 66 euro mensili netti in più, mentre sono 45 euro in più per chi lavora al Centro. Ma è soprattutto tra i laureati che lavorano all'estero che il vantaggio retributivo si accentua sensibilmente: si tratta di 619 euro netti mensili in più rispetto a chi lavora nel Mezzogiorno. Anche se AlmaLaurea ricorda che le differenze nel costo della vita che caratterizzano i diversi Paesi, e le aree territoriali all'interno del medesimo Paese, sortiscono comunque un impatto sulle retribuzioni effettive. Metà dei laureati è donna ma poche in Stem Si conferma che oltre la metà dei laureati in Italia è di genere femminile: nel 2024 è il 59,9%, quota che risulta tendenzialmente stabile negli ultimi dieci anni. Le donne hanno un'incidenza più alta nei corsi magistrali a ciclo unico: 69,4% rispetto al 57,8% nei magistrali biennali e al 59,4% nei corsi di primo livello. Si rileva una forte differenziazione per genere nei vari ambiti disciplinari, confermando la maggiore propensione delle donne a scegliere percorsi umanistici rispetto a quelli scientifici, in particolare quelli dell'area STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Nel 2024 le donne rappresentano il 41,1% dei laureati nelle discipline STEM, quota che è rimasta ferma dal 2014. Nei corsi di primo livello e magistrali biennali, la composizione per genere segue le stesse tendenze: le donne hanno una maggior propensione in particolare per i gruppi (nell'ordine) di educazione e formazione, linguistico e psicologico. Nei corsi magistrali a ciclo unico le donne prevalgono in tutti i gruppi disciplinari: dal 95,6% nel gruppo educazione e formazione al 61,7% nel gruppo architettura e ingegneria civile. Età alla laurea e regolarità negli studi L'età alla laurea e la regolarità negli studi sono in lieve peggioramento. L'età media dei laureati nel 2024 è di 25,8 anni: 24,5 per primo livello, 27,1 per magistrali a ciclo unico e 27,4 per biennali. Rispetto al 2014 (26,5 anni) è migliorata, ma negli ultimi 2 anni è tornata a crescere leggermente (+0,2 anni). La regolarità negli studi riguarda il 58,7% dei laureati 2024. Dopo anni di miglioramento, dal 2023 si registra una lieve flessione (-1,0 punti nel 2023, -2,8 nel 2024), probabilmente per la sospensione della proroga dell'anno accademico concessa in epoca Covid.
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