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Politica
L'ira dei riformisti per il timing della direzione Pd. Bonaccini nel mirino
Ieri 19-09-25, 21:15
AGI - "Relazione della segretaria". È l'unico punto all'ordine del giorno di una direzione a lungo attesa, specie dai riformisti del Partito Democratico. La convocazione arriva a sette mesi dall'ultima riunione, se si eccettuano i passaggi 'tecnici' come l'approvazione del bilancio. Troppo per i riformisti che attendevano l'appuntamento per fare chiarezza nel partito e, soprattutto, all'interno della minoranza. Tempistica contestata A far insorgere l'opposizione interna è la tempistica scelta per la riunione, a pochi giorni dalle elezioni decisive delle Marche, quando nessun dirigente del Pd si sognerebbe di sollevare questioni sulla linea tenuta dal Nazareno, né in politica estera né su altro. Meglio sarebbe stato convocarla prima di decidere di sostenere i referendum Cgil sul lavoro o dopo la sconfitta dei quesiti per il mancato raggiungimento del quorum. O, ancora, prima di decidere che alle regionali ci si presentava a braccetto con il M5s. Tensioni interne Quell'ordine del giorno, poi, lascia pensare che non sarà il luogo per sollevare temi politici all'interno del Pd, come osserva un senatore della minoranza dem, ma solo "un passaggio motivazionale". Quindi, non ci sarà dibattito. Come non ce ne sarà alla riunione di Energia Popolare, l'area guidata da Stefano Bonaccini che raccoglie buona parte della minoranza interna. O, piuttosto, raccoglieva. Perché l'ex presidente dell'Emilia Romagna è stato "messo in mora" nell'ultima riunione dell'area, "alla quale non si è presentato nemmeno", sottolinea un esponente di Base Riformista presente a quell'appuntamento. In quell'occasione furono molti a prendere parola per criticare la linea morbida di Bonaccini nei confronti del Nazareno. Ma non ci fu un documento finale, come chiedevano i più critici. Alessandro Alfieri, coordinatore dell'area, preferì rinviare il confronto alla prima occasione utile. Il presidente Pd, "deleterio discutere fra noi" Il presidente Pd respinge le accuse e invita i dem a lavorare per vincere nelle Marche: "Ora ci sono le regionali, è deleterio discutere fra di noi". Domani, molti esponenti di Base Riformista non saranno presenti all'appuntamento con Bonaccini. "Non c'è nessuna riunione, è solo una delle tante video call", taglia corto un deputato riformista. La riunione è stata convocata per preparare la direzione, ma se la direzione prevede soltanto la relazione della segretaria, è il ragionamento dell'ala più critica nei confronti di Bonaccini, che c'è da preparare? Per questo saranno molti a disertare l'appuntamento con l'ex presidente dell'Emilia Romagna, da Lorenzo Guerini a Filippo Sensi, da Lia Quartapelle a Marianna Madia, passando per Giorgio Gori e Pina Picierno. Scelte individuali, viene spiegato, non una strategia decisa a tavolino. Tanto che un'altra esponente di spicco della minoranza interna come Simona Malpezzi parteciperà. Responsabilità e sospetti tra leader A Bonaccini, inoltre, i riformisti addossano una parte di responsabilità nell'aver consentito alla segretaria di rimandare così a lungo l'appuntamento con la direzione. Da presidente del partito, infatti, l'atto formale di convocare la direzione così come l'assemblea spetterebbe a lui. Il sospetto dei riformisti è che segretaria e presidente Pd siano più vicini di quanto vogliano fare credere e che la scelta di rimandare la direzione sia stata assunta per evitare il confronto su questioni scivolose come la politica estera, da una parte, e sul ruolo della minoranza, dall'altra. Accordi e tensioni crescenti "È evidente, dalla tempistica della convocazione della direzione e da quella della riunione di Energia Popolare che c'è un accordo fra Elly Schlein e Stefano Bonaccini per sopire la discussione". Il presidente dem si dice "molto sereno e non mi sono nemmeno sentito attaccato. Il mio telefono è pieno di centinaia di messaggi e dicono: non mollare". Le tensioni dentro la minoranza dem, tuttavia, aumentano ad ogni ora che passa, tanto che un dirigente riformista di primo piano paventa che, oltre alla 'call' con Bonaccini, i riformisti 'duri e puri' possano disertare anche la direzione: "Siamo tutti responsabilmente occupati nella campagna elettorale per le regionali e, per questo senso di responsabilità, non parteciperemo alla direzione, anche per non rischiare di danneggiare i candidati del Pd. Non è quella la sede per avere la discussione che chiediamo". Partecipazione e richiesta di confronto Poco dopo, però, è lo stesso Guerini a intervenire per assicurare che "ci saremo, al fianco dei candidati e delle candidate del partito democratico come abbiamo sempre fatto. Ma non rinunciamo a pensare che tale confronto, aperto, leale e costruttivo, sia necessario ed utile al nostro partito. E per questo continueremo a chiederlo".
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Agi
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