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Politica
Meloni, "pieno sostegno a Kiev. Non invieremo soldati in Ucraina"
Oggi 22-10-25, 14:00
AGI - L'Italia non cambia la sua posizione per l'Ucraina. Giorgia Meloni, intervenendo nell’Aula del Senato nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, ribadisce infatti che “il nostro sostegno al popolo ucraino resta fermo, determinato, nell’unico intento di arrivare alla pace”. "Più pressione su Mosca" "Non è accettabile l'atteggiamento ambiguo" della Russia, "occorre aumentare la pressione su Mosca", spiega la premier parlando delle nuove sanzioni "contro il regime" russo. “Contiamo di proseguire il lavoro che stiamo conducendo, insieme agli Stati Uniti, per definire garanzie di sicurezza robuste, credibili, efficaci nella loro chiaramente capacità di deterrenza, per Kiev e per tutti noi", aggiunge. Deterrenza che “si basa innanzi tutto sulla forza dell’esercito ucraino, che ad oggi è uno degli eserciti principali del Continente. Ma gli altri due perni su cui questa architettura di sicurezza si deve reggere, dal nostro punto di vista, prevedono una componente politica, con un meccanismo di assistenza modellato sull’articolo 5 del Patto Atlantico; e una componente di rassicurazione prevista dalla cosiddetta coalizione dei volenterosi”. L'Italia non invierà soldati in Ucraina “Su quest’ultima però, lasciatemi nuovamente e nettamente ribadire la posizione del Governo: ciascuna Nazione contribuirà a questi sforzi nella misura in cui potrà e riterrà necessario. L’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino”, precisa Meloni. Pronti a riconoscere Palestina senza Hamas Ribadita anche la posizione del governo italiano sulla crisi in Medioriente e sul piano di pace nella striscia di Gaza. "Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale", spiega Meloni. "Abbiamo avuto, anche in questi giorni, prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti degli stessi palestinesi, in una pericolosa serie di esecuzioni sommarie che consideriamo inaccettabili. Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina, come anche da indicazione di questo Parlamento". Sul Medioriente indiscutibile successo di Trump Il recente accordo sul piano in 20 punti presentato dal presidente Trump e firmato a Sharm el Sheikh sulla crisi mediorientale, ha rappresentato "uno sviluppo estremamente positivo e concreto, ed è frutto di un lungo e complesso lavoro diplomatico, al quale l’Italia ha contribuito con costanza e pragmatismo. Siamo molto grati a tutti i mediatori per gli sforzi diplomatici che hanno reso possibile questo importante passo in avanti: mi riferisco ai governi di Egitto, Qatar e Turchia, ma mi riferisco soprattutto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha dedicato energie straordinarie per raggiungere quello che è un suo indiscutibile successo", sottolinea ancora la presidente del Consiglio. "Dopo molto tempo ci troviamo di fronte a una prospettiva credibile verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente. L’entrata in vigore del cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi, la ripresa degli aiuti umanitari, sono i punti imprescindibili da cui ripartire, ma chiaramente costituiscono soltanto i primi passi di un percorso che sarà lungo e faticoso", rileva. "In Ue stop approccio ideologico sul clima" Nelle sue comunicazioni non è mancato un passaggio sul tema legato alle politiche europee sul green deal. "Vogliamo abbandonare l'approccio ideologico", il messaggio della premier. L'Italia "non potrà sostenere la proposta di revisione" della Commissione europea "della legge sul clima se non ci sarà un cambio di approccio". "Basta con le follie verdi", scandisce. Poi un messaggio agli italiani: "finché la maggioranza sarà dalla nostra parte noi andremo avanti con la testa alta". "L'Italia non sia subalterna a nessuno" Nella replica in Senato, dopo le sue comunicazioni, Meloni sottolinea anche la necessità di investire sulla Difesa e sulla sicurezza: "non voglio che l'Italia sia subalterna a nessuno". "No a lezioni da M5s su libertà di stampa" Non è mancato un passaggio sulla libertà di stampa dopo il dibattito politico seguito all'attentato contro il conduttore di Report. “Ho espresso la solidarietà a Sigfrido Ranucci e lo faccio volentieri anche in quest’Aula. Il tema della libertà di stampa - scandisce la premier - è molto serio e va affrontato con equilibrio e obiettività. Non ricordo mobilitazioni quando Alessandro Sallusti è stato arrestato in redazione per scontare una condanna ai domiciliari o quando Tommaso Cerno e Daniele Capezzone hanno ricevuto minacce di morte”. “Non torno a Beppe Grillo che voleva i tribunali del popolo contro i giornalisti sgraditi. Mi chiedo – aggiunge - se sia possibile prendere lezioni di libertà di stampa da parte del Movimento 5 stelle che oggi scende in piazza per difenderla e ieri stilava le liste di proscrizione per i giornalisti che non piacevano. La libertà di stampa in Italia – ha poi sottolineato - secondo Reporter senza frontiere, nel 2022 il nostro Paese era al 58esimo posto, oggi siamo al 498esimo, abbiamo risalito nove posizione. Stiamo cercando di fare la nostra parte”, sottolinea la presidente del Consiglio. "Irresponsabile gettare ombre sull'Italia" "Considero irresponsabile andare in giro per il mondo a gettare ombre sulla nazione che si rappresenta quando non la si governa, solo per cercare di raggranellare qualche consenso o peggio solo per cercare un soccorso esterno per fare quello che non si è in grado di fare in patria", le parole della premier in un altro passaggio delle sue repliche nell'aula di Palazzo Madama.
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