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Economia e Finanza
Meno tasse alle famiglie e al ceto medio. Guida alla manovra
Oggi 02-10-25, 15:43
AGI - Il governo lavora fino all'ultimo per limare le misure della prossima manovra, in vista del Cdm di stasera, chiamato ad approvare il Documento programmatico di finanza pubblica, il nuovo testo di contabilità che precede la legge di bilancio, che conterrà anche indicazioni sui principi guida della prossima manovra. Al momento ci sarebbero circa 8 miliardi da utilizzare per le misure che caratterizzeranno la prossima manovra, che complessivamente potrebbe aggirarsi poco sopra i 30 miliardi. Pacchetto famiglia - dal bonus libri a un incremento della previdenza per i non autosufficienti - perimetro della rottamazione 'light', detassazione degli straordinari, detrazioni in base al numero dei figli e proroga dell'Ires premiale. La crescita del Pil Il governo dovrebbe proporre una stima della crescita del Pil a +0,5% per il 2025 e +0,7% per il 2026. Probabile anche l'indicazione del rapporto deficit/Pil sotto al 3% già nel 2025, che consentirebbe di concretizzare il dialogo già avviato con la Ue per l'uscita anticipata dalla procedura di infrazione aperta lo scorso anno. Lo confermano diverse fonti vicine al dossier. Il principio guida del governo, rivendicato spesso dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, è l'approccio prudente sui conti pubblici, visto il contesto globale di elevata incertezza. Il governo lavora a un pacchetto famiglia che potrebbe essere chiuso a breve: si ipotizza un bonus libri per le fasce di reddito più basse, sul modello di quello di Veneto e Lombardia, e la spinta su misure che applichino un quoziente familiare. Prosegue intanto il lavoro per arrivare a una possibile revisione dei criteri per la formazione dell'Isee, che però dovrebbe essere oggetto di un provvedimento specifico. L'esecutivo starebbe ragionando anche sul rafforzamento della previdenza per le persone non autosufficienti. Meno tasse per il ceto medio L'obiettivo del governo è il taglio del fisco per il ceto medio, con l'abbattimento dell'aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi fino a 50mila euro. Una misura che stime calcolano attorno ai 3 miliardi. Per arrivare a 60mila ne servirebbero altri 2 in più. E poi la detassazione degli straordinari, con l'ipotesi di raggiungere una platea fino a 20milioni di persone. La misura, viene riferito da fonti vicine al dossier, potrebbe anche inizialmente restare fuori dal testo della manovra per poi essere inserita con un emendamento di Aula una volta verificati i conti. Il nodo infatti resta quello delle risorse, limitate. Per la difesa al momento si punterebbe su un incremento della spesa più contenuto del previsto, attorno ai 500 milioni, per arrivare vicino al target del 2% del Pil, nel percorso di aumento di spesa in favore del comparto decisa in sede Nato. Le spese per la sanità potrebbero aumentare di 2 miliardi, c'è un dialogo in corso all'interno dell'esecutivo. Si tratta di uno dei capitoli di spesa su cui l'opposizione spinge maggiormente, chiedendo di non fare tagli a vantaggio delle risorse per la difesa. Per le aziende potrebbe esserci il rinnovo di un altro anno dell'Ires premiale, misura spinta da Forza Italia, che prevede la riduzione dell'imposta dal 24% al 20% per le aziende che decidono di non distribuire gli utili ma di investirne una parte in crescita e assunzioni. La Lega chiede la pace fiscale La Lega invece chiede la pace fiscale. Si va verso una rottamazione ma in forma ridotta rispetto al Ddl in discussione al Senato: 96 rate invece di 120 e su un perimetro ristretto fino a 8 anni invece di 10. Prosegue il confronto in maggioranza anche sul possibile contributo da richiedere alle banche, dopo l'anticipo sulle imposte differite dello scorso anno. Si starebbe studiando un contributo solidarietà da 3 miliardi, la prossima settimana dovrebbe svolgersi un incontro tra il governo e gli istituto di credito, oppure attraverso un incremento dell'Ires. Qualche risorsa aggiuntiva potrebbe arrivare dal concordato preventivo, anche se le adesioni non sarebbero state massicce. Ieri si è chiusa la nuova finestra per utilizzarlo, si ipotizza lo abbia fatto il 10% della platea. "Forse pure di più, dobbiamo ancora fare i calcoli", spiega il vice ministro dell'Economia Maurizio Leo. "Ancora non sappiamo con esattezza - aggiunge - però se sommiamo quelli di adesso con quelli dell'anno scorso abbiamo un numero consistente di soggetti che sono usciti dalla zona d'ombra per entrare in un'area di affidabilità". Dati che fanno parlare le opposizioni di "altro flop" della misura. Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
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