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Economia e Finanza
Moda italiana, un 2025 tra successioni, acquisizioni e nuovi equilibri del lusso
Oggi 29-12-25, 18:19
AGI - Tra la scomparsa di Giorgio Armani e l'acquisizione di Versace da parte di Prada, il 2025 fissa due momenti simbolici per la moda italiana: l'eredità di uno storico gruppo indipendente e il rafforzamento di uno dei principali player nazionali. La scomparsa, il 4 settembre 2025, dello stilista più amato dal fashion system mondiale ha segnato un passaggio di fase per il settore, aprendo un capitolo nuovo nella storia di uno degli ultimi grandi gruppi rimasti indipendenti. Il testamento prevede la cessione di una quota iniziale del 15 per cento del capitale entro 18 mesi, con la possibilità di arrivare, in una seconda fase tra i tre e i cinque anni, fino al 54,9 per cento allo stesso acquirente. Rimane aperta anche l'opzione di una quotazione. La Fondazione Armani manterrà almeno il 30,1 per cento. Tra i "partner preferiti" vengono indicati gruppi internazionali di primo piano come LVMH, L'Oréal ed EssilorLuxottica. Il gruppo arriva a questa fase con ricavi pari a circa 2,3 miliardi di euro nel 2024. Le licenze di lungo periodo nel beauty e nell'occhialeria, affidate rispettivamente a L'Oréal ed EssilorLuxottica, rappresentano una componente rilevante dei flussi e contribuiscono alle stime di valutazione di mercato comprese tra i 5 e i 12 miliardi di euro, a seconda degli scenari di apertura del capitale. Dopo la scomparsa di "Re Giorgio" sono iniziati contatti esplorativi con possibili partner industriali per la cessione della prima quota del 15 per cento. Tra i soggetti coinvolti figura L'Oréal, mentre i fondi di private equity non risultano al centro della fase iniziale. Nel frattempo EssilorLuxottica ha manifestato interesse per un'eventuale partecipazione minoritaria, indicativamente tra il 5 e il 10 per cento del capitale, come investimento di lungo periodo. La governance è stata rafforzata con un consiglio di amministrazione allargato a otto membri. Accanto ai familiari e a Pantaleo Dell'Orco, storico collaboratore di Armani, siedono figure di lungo corso del settore come Marco Bizzarri, John Hooks, Angelo Moratti e Federico Marchetti. È un assetto costruito per accompagnare una fase di transizione significativa. Se Armani ha rappresentato il capitolo successione, il capitolo M&A dell'anno che incide in modo rilevante sulla mappa del lusso italiano riguarda l'operazione Prada-Versace. Il 10 aprile il Gruppo Prada ha completato l'acquisizione di Versace da Capri Holdings per circa 1,25 miliardi di euro, comprensivi del debito. Un passaggio che riporta la maison della Medusa sotto controllo italiano e che la affianca a Prada e Miu Miu. Prada arriva a questa operazione con fondamentali solidi. Nei primi nove mesi del 2025 i ricavi netti hanno raggiunto 4,07 miliardi di euro, in crescita del 9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, con un contributo rilevante di Miu Miu e segnali di miglioramento in Cina. Patrizio Bertelli, presidente del consiglio di amministrazione e amministratore esecutivo del gruppo, ha ricordato la continuità dei trimestri in crescita, con un posizionamento che consente di sostenere l'integrazione di Versace. All'annuncio dell'intesa, Bertelli ha sintetizzato la linea. Prada è lieta di accogliere Versace nel gruppo e "il nostro obiettivo è di dare continuità all'eredità di Versace, celebrandone e reinterpretandone l'estetica audace e senza tempo". Nel quadro della successione aziendale, Lorenzo Bertelli, figlio di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli e oggi direttore marketing e responsabile della sostenibilità del gruppo, assumerà il ruolo di presidente esecutivo di Versace. "Dovremo imparare a conoscerci meglio. Prima di un anno non credo ci sarà nessun tipo di cambiamento perché bisogna prima conoscere i gruppi di persone, parlarci, chiacchierare, prenderci dei caffè." L'impostazione è graduale. La direzione creativa di Versace Sul piano creativo, Donatella Versace lascia la direzione creativa dopo quasi trent'anni dal 1997 e assume il ruolo di chief brand ambassador. La guida stilistica passa a Dario Vitale, cresciuto in casa Prada. La transizione creativa di Gucci Il 2025 è stato anche un anno di transizione per Gucci, marchio di punta del gruppo Kering. Sabato De Sarno ha lasciato la direzione creativa dopo un periodo in cui aveva puntato su un'estetica essenziale e pulita, in discontinuità rispetto alla fase precedente di Alessandro Michele, caratterizzata da un immaginario massimalista e fortemente decorativo. Alla guida creativa è arrivato Demna, già direttore creativo di Balenciaga, con un linguaggio riconoscibile fatto di riferimenti concettuali, tailoring decostruito e silhouette nette. Il suo arrivo apre una fase nuova per Gucci, con un immaginario più radicale e contemporaneo, in dialogo con una clientela globale abituata a un rapporto diretto con i brand e con una moda che intreccia prodotto, narrazione e cultura visiva. Il riassetto di Valentino Sul fronte italiano, Valentino ha vissuto un anno di riassetto. Dopo cinque anni alla guida, Jacopo Venturini ha lasciato la carica di amministratore delegato, in un contesto in cui la maison controllata da Qatar Investment Authority sta ridefinendo l'equilibrio tra couture, prêt-à-porter e retail. Il gruppo ha chiuso il 2024 con ricavi pari a 1,31 miliardi di euro e un ebitda di 246 milioni di euro. Nel 2025 la strategia si è concentrata su un posizionamento coerente nel segmento alto di gamma e su una gestione prudente della distribuzione. Mercati e prospettive della moda italiana Accanto ai cambi di vertice, resta centrale il tema dei mercati. Il mercato globale dei beni personali di lusso è stimato attorno ai 358 miliardi di euro nel 2025, leggermente al di sotto dei 364 miliardi del 2024. Gli Stati Uniti confermano il loro ruolo di primo mercato, con una domanda che resta selettiva ma stabile. L'Europa registra andamenti differenziati tra Paesi e categorie di prodotto. In Asia, la Cina continua a essere un mercato chiave, anche se la ripresa procede con ritmi più graduali rispetto agli anni precedenti. Il Giappone consolida il suo posizionamento come mercato ad alto valore per il lusso internazionale. Le previsioni per il 2026 indicano una crescita moderata, sostenuta da una maggiore stabilità macroeconomica e da una domanda più equilibrata a livello geografico. Per la moda italiana, l'andamento del 2025 è stato segnato da due fasi. Nei primi otto mesi le esportazioni sono diminuite del 9 per cento complessivo (-3,2 per cento nei settori core e -7 per cento nei collegati), mentre le importazioni sono aumentate del 6,3 per cento nei settori core e del 2,5 per cento nei collegati, con un incremento degli arrivi dalla Cina. Il saldo commerciale resta positivo, pari a 26,7 miliardi di euro nei primi otto mesi. Nel terzo trimestre sono arrivati segnali di stabilizzazione: a settembre i settori core sono tornati a crescere del 5,7 per cento anno su anno. Le stime per la chiusura dell'anno indicano un calo del fatturato compreso tra il 2,7 e il 3 per cento rispetto al 2024. Accanto all'abbigliamento, il comparto beauty e in particolare le fragranze continua a rappresentare una componente importante nei bilanci delle maison, offrendo una linea di ricavi meno ciclica rispetto ad altre categorie. Nel 2025 alcuni grandi player internazionali hanno avviato riorganizzazioni manageriali con l'obiettivo di rafforzare la redditività e consolidare le licenze collegate al mondo moda. Il quadro che emerge dal 2025 è quello di un settore che continua a riorganizzarsi dopo le stagioni di crescita accelerata. I grandi gruppi con struttura finanziaria solida e marchi globali stanno rafforzando le proprie posizioni, come mostra l'operazione Prada-Versace e come potrebbe accadere con Armani quando il processo di apertura del capitale entrerà nella fase operativa. Le maison di fascia intermedia lavorano invece su identità, posizionamento e controllo dei costi, in un contesto di domanda più selettiva e di maggiore attenzione ai temi di governance e di filiera. Per l'Italia, i prossimi anni dipenderanno dall'evoluzione di questi equilibri: dall'eventuale ingresso di un grande player internazionale in Armani, dalla costruzione del polo Prada-Versace, dalla traiettoria di realtà come Moncler, Zegna, Valentino e Dolce & Gabbana. Il 2025 non consegna un verdetto definitivo, ma fotografa un sistema in movimento, impegnato ad adattarsi a una fase diversa rispetto al passato recente.
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