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Cronaca
Monreale in lutto: folla ai funerali delle vittime della sparatoria
Oggi 02-05-25, 12:26
AGI - Sono migliaia le persone che a Monreale partecipano al funerale di Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli, i tre giovani uccisi nella sparatoria avvenuta nella cittadina alle porte di Palermo. Oltre a chi è riuscito a entrare in chiesa, un maxischermo consente a centinaia di persone di assistere dall'esterno alla cerimonia. "Essere qui, davanti ai corpi senza vita di Andrea, Salvatore e Massimo, ci pone brutalmente di fronte alla gravità della situazione sociale nella quale siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza". Cosi monsignor Gualtiero Isacchi, arcivescovo di Monreale durante i funerali dei tre giovani uccisi a Monreale nella sparatoria avvenuta nella notte tra sabato e domenica scorsi. "Non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare - ha proseguito -, non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci. Da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve come ci mostra la cronaca quotidiana". Arcivescovo: "Chiediamo la giustizia di Dio" "Care mamme Antonella, Giusi e Debora, cari papà Mario, Giacomo ed Enzo, cari Claudia, Marco, Giusi, Giuseppe, Ignazio, Sabrina, Marika e Gabriel Ignazio. Cari nonni, famigliari tutti, insieme con voi piange tutta Monreale. Piangono, pure, tanti uomini e donne - genitori, figli, educatori - che da tutta Italia hanno fatto giungere il cordoglio e la partecipazione al nostro dolore e alla nostra preghiera". Cosi monsignor Gualtiero Isacchi, arcivescovo di Monreale (Palermo) durante i funerali. "Le morti di Andrea, Salvatore e Massimo ci interrogano: perché tanta ingiustizia? Perché tanta violenza? In questa celebrazione ripetiamo la richiesta che martedì sera è risuonata più volte per le strade di Monreale: giustizia" ha detto l'arcivescovo durante l'omelia -"Ma qui, di fronte a Dio, non ci accontentiamo della giustizia umana che "è la ferma e costante volontà di dare a ciascuno ciò che gli spetta di diritto", noi cristiani chiediamo di più, chiediamo la giustizia di Dio che implica anche un nostro agire in conformità con la volontà di Dio, che è volontà di salvezza e di vita per tutti", conclude. "Essere qui, davanti ai corpi senza vita di Andrea, Salvatore e Massimo, ci pone brutalmente di fronte alla gravità della situazione sociale nella quale siamo immersi, caratterizzata troppo spesso dalla violenza". "Non sappiamo più parlare, dobbiamo urlare - ha proseguito -, non sappiamo più dialogare, dobbiamo inveire; non sappiamo ascoltare, dobbiamo imporci. Da qui, agli atti di violenza fisica e di morte il passo è veramente breve come ci mostra la cronaca quotidiana". Sono diversi gli striscioni che a Monreale salutano Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli. Su uno di questi, appeso a un balcone che si affaccia sulla piazza della Cattedrale, è scritto: "Basta con Gomorra e Mare Fuori - Qui si muore davvero". I parenti: "Lo Stato sia presente" "Scappate, andatevene quando vi stanno rubando un motorino, mettete al sicuro le vostre vite. Quella sera non c'erano pattuglie delle forze dell'ordine. Lo Stato deve essere più presente". Lo ha gridato in chiesa, durante i funerali dei giovani uccisione a Monreale, la cognata di Andrea Miceli. Il fratello di Massimo Pirozzo, invece, ha criticato l'atteggiamento, a suo dire silente, del governo nazionale sulla vicenda.
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