s

Cronaca
Martina uccisa con 4 colpi alla testa. Una lenta agonia
Oggi 13-09-25, 15:57
AGI - Si stava voltando, Martina. Aveva già detto tutto, aveva scelto di chiudere, di mettere fine a una storia. E mentre girava le spalle ad Alessio Tucci, 17 anni, suo ex fidanzato, nella speranza che quella fosse l'ultima parola, ha ricevuto il primo colpo. Alla nuca. Un masso come arma. Quattro i colpi in totale. Un trauma cranico ha portato alla morte. E un'agonia durata fino a un'ora. Il tragico epilogo di una relazione Sono queste le conclusioni dell'autopsia sul corpo della giovane Martina Carbonaro, 14 anni, brutalmente uccisa all'interno dell'ex stadio comunale di Afragola, un luogo abbandonato, divenuto la scena di un delitto che ha scioccato l'intera nazione. A firmare la consulenza medico-legale è la dottoressa Raffaela Salvarezza, dirigente della ASL Napoli Nord, nominata consulente dal pubblico ministero della Procura di Napoli Nord, Della Valle. È lei ad aver ricostruito con precisione drammatica gli ultimi istanti di vita della ragazza. La dinamica dell'aggressione Secondo quanto emerso dalla perizia, Martina è stata colpita per la prima volta alla parte posteriore destra della testa, mentre si voltava. I successivi colpi, uno alla zona parietale sinistra, un altro alla parte frontale. La scena si chiude con un colpo finale, inferto alla fronte, quando ormai la giovane era probabilmente già a terra, indifesa. Il masso utilizzato, ritrovato sul luogo del delitto con tracce di sangue, è l'oggetto con cui Alessio Tucci ha inferto i colpi mortali. Il movente: un rifiuto non accettato Un gesto che, secondo l'accusa, sarebbe maturato al termine di un crescendo di ossessione e possesso: Martina voleva lasciarlo, lui non ha accettato il rifiuto. L'autopsia ha inoltre chiarito che Martina non è morta subito. Il decesso è avvenuto entro un'ora dai traumi subiti, ma resta imprecisato il momento esatto. Una questione non secondaria: in quell'ora ci sarebbero potuti essere margini di salvezza con un intervento tempestivo? Gli inquirenti stanno cercando di capire se l'assassino abbia lasciato la giovane agonizzante o se sia rimasto sul posto per accertarsi della sua morte. Le dichiarazioni della difesa "A mio avviso - dice all'AGI l'avvocato di Alessio Tucci, Mario Mangazzo - sono risultati che non sconfessano quanto raccontato da Tucci durante gli interrogatori. C'è un riscontro, ma siamo in attesa di ulteriori esiti. Ce ne sono tanti altri che non sono stati ancora depositati". Il legale della famiglia di Martina Non si è trattato di semplice lapsus. È sostanzialmente la linea di Sergio Pisani, legale della famiglia di Martina Carbonaro. Pisani, a poche ore dalla presentazione in Procura della consulenza medico-legale effettuata sul corpo della 14enne, all’AGI dice che “è presto per azzardare conclusioni”. “Certo è - spiega - che se Martina è rimasta in agonia per un’ora, questo fa pensare non solo che non si sia trattato di un semplice lapsus, ma anche che, se il cantiere PNNR fosse stato sorvegliato come previsto, qualcuno avrebbe potuto soccorrerla". Il legale della famiglia, infatti, fin dall’inizio ha posto un ulteriore tassello sul casolare dove fu ritrovato il corpo; non era un edificio abbandonato, ma un cantiere pubblico e attivo, finanziato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un luogo che avrebbe dovuto essere sotto rigorosa vigilanza e che, invece, era rimasto incustodito.
CONTINUA A LEGGERE
0
0
0