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Estero
Nuovo affondo di Mosca, Mattarella non reagisce e resta sereno
17-02-2025, 14:54
AGI - Serenità: come pochi giorni fa, il Quirinale viene raggiunto dai nuovi attacchi della portavoce del ministero degli esteri russo Zakharova ma non reagisce, tanto meno entra in polemica. Una questione di standing, innanzitutto: un conto un ministero, un conto una presidenza della repubblica. Soprattutto, poi, la linea resta quella della scorsa settimana: vale quanto detto a Marsiglia. Vale a dire: tra le due guerre "fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l'accentuarsi di un clima di conflitto - anziché di cooperazione - pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina è di questa natura". Niente assimilazioni dirette, niente accostamenti radicali. Il paragone tra la Russia e la Germania nazista nell'anno dell'80esimo anniversario della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, fatto di recente dal presidente italiano Sergio Mattarella, "non resterà senza conseguenze", ha affermato Maria Zakharova, ospite della tv russa, domenica sera. "Nella sua veste di presidente ha dichiarato di ritenere che la Russia possa essere equiparata al Terzo Reich. Ciò non può e non rimarrà mai senza conseguenze", ha ammonito Zakharova intervistata nel programma del giornalista filo-Cremlino Vladimir Solovyov sul canale Rossiya-1. Zakharova - che ha postato una clip del suo intervento sul suo canale Telegram - ha sottolineato che queste parole sono state pronunciate dal "presidente di un Paese che storicamente è stato tra coloro che hanno attaccato il nostro Paese". "Purtroppo l'Italia è il Paese in cui è nato il fascismo", ha aggiunto la portavoce. "Questo ci viene detto da una persona che non può fare a meno di sapere quanti soldati italiani hanno ucciso i nostri nonni e bisnonni sul nostro territorio durante la Seconda Guerra Mondiale sotto le bandiere e gli slogan nazisti. Su quale base questo viene detto nell'anno dell'80esimo anniversario della nostra Vittoria?", ha insistito la diplomatica. HTML [id:30058932] "Abbiamo dato una risposta, che ha dato origine non solo a un'ondata di russofobia e alla presunta pseudo-difesa del presidente italiano. La gente ha creato una petizione online in cui comuni cittadini italiani, giornalisti, personaggi pubblici hanno iniziato a scrivere che si scusano con i russi per queste parole indegne", ha concluso Zakharova. Da oggi e fino a domani Sergio Mattarella è in Montenegro. Non si tratta di una semplice visita di buon vicinato ad un paese che guarda all'Italia dall'altra sponda dell'Adriatico: fin dal primo settennato il Presidente ha avuto cura di seguire con attenzione l'evoluzione filoeuropeista degli stati dei Balcani Occidentali e lo ha ribadito, sempre nei giorni scorsi, chiedendo per loro, come per la Moldova e la stessa Ucraina, un'accelerazione nel processo di integrazione all'interno delle istituzioni europee. La visita, quindi, rientra in un contesto di ampio respiro e lungo termine reso però ancora più interessante dalla svolta che hanno preso le relazioni internazionali. Oggi Mattarella incontra la comunità italiana che vive a Podgorica. Domani incontrerà l'omologo montenegrino Janko Milatovic. Intanto l'agenzia ufficiale Tass riporta che la petizione in questione, in cui si dichiara che "il popolo italiano non condivide la dichiarazione del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e desidera chiedere scusa alla Federazione Russa e all'intero popolo russo", è stata firmata da oltre 10.000 persone. Lo ha raccontato all'agenzia russa il suo promotore, il giornalista italiano Vincenzo Lorusso, che vive a Lugansk e racconta la vita nel Donbass. "I firmatari sono principalmente cittadini italiani, ci sono anche russi che vivono in Italia", ha detto. Lorusso ha affermato che una volta completata la raccolta delle firme, la petizione verrà inviata al ministero degli Esteri russo per "dimostrare che gli italiani non condividono le opinioni del presidente".
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