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Cultura e Spettacolo
Oscar Wilde, condanna e pregiudizio
Oggi 25-05-25, 05:00
AGI - Condannato a due anni di lavori forzati e pure umiliato dalle parole del giudice Sir Alfred Wills il quale aveva sottolineato in udienza che se fosse stato in vigore il vecchio regime penale l'avrebbe consegnato al boia. Erano finiti per sempre, il 25 maggio 1895, i tempi degli applausi, dei salotti, delle lodi al pensiero e all'arguzia di Oscar Wilde. Colpevole di omosessualità. Il marchio d'infamia processuale chiudeva un capitolo ampio e significativo della vita brillante e dei successi. La legge lo bollava come sodomita, aspetto del suo intimo che non era un segreto per nessuno, ma la morale dell'Inghilterra vittoriana contemplava il codice penale. Dopo le schermaglie con le battute di spirito e l'acume dell'eloquio davanti all'Old Bailey, la Corte criminale, che ponevano in ridicolo gli aspetti del vecchio sistema senza poterlo né abbattere né scalfire, stavolta «l'amore che non osa dire il suo nome» lo trascinava nel fango, lungo una via senza ritorno. L'attrazione fatale per un rampollo della nobiltà e lo scandalo Il processo all'autore irlandese si era aperto proprio per sua iniziativa, per un gesto di cui non aveva valutato la portata e le conseguenze. Nel 1891 aveva conosciuto Alfred Douglas, figlio del marchese di Queensberry, che per lui era presto diventato “Bosie”. La loro tempestosa relazione si inserisce peraltro in un periodo di scandali letterari alimentati dall'accoglienza del pubblico a due opere come “Il ritratto di Dorian Gray” e “Salomè”. Wilde, che ha abbandonato la casa coniugale e risiede in albergo, conduce disinvoltamente la sua vita con un giro vorticoso di frequentazioni di giovani, anche prostituti, e non fa nulla per smorzare l'eco di quello stile ritenuto immorale dai benpensanti. Quando il marchese di Queensberry padre di “Bosie” interviene pesantemente per far cessare lo scandalo che investe il rampollo, lui per tutta risposta compie un passo falso e lo cita in giudizio per calunnia. Il procedimento giudiziario scivola inevitabilmente verso l'accusa di sodomia e nel tardo pomeriggio del 6 aprile 1895 Wilde è arrestato con l'accusa di aver violato il Criminal Law Amendment Act del 1885. Rischia una pena massima di due anni ai lavori forzati prevista per l'omosessualità maschile, considerata reato penale. Il giudice Wills col suo verdetto non gliene sconterà neppure un giorno, disgustato per sua esplicita dichiarazione da quel processo celebrato su un risvolto della vita personale che gli fa considerare lo scrittore con un moto esteriore di vergogna. L'omosessualità considerata crimine nell'Inghilterra vittoriana La stessa stampa che aveva celebrato Wilde come un genio, qual effettivamente era, adesso gareggiava nel disputarsi ai dadi le sue vesti e quelle dell'estetismo sul quale faceva calare una cappa di disprezzo. I teatri cancellavano dal cartellone le sue opere e vi mettevano un veto, non dando né spazio né visibilità all'uomo definito corruttore di giovani, anche se al banco dei testimoni nessuno di essi si era pronunciato in tal senso. Wilde era rimasto pietrificato dall'ascoltare le parole della condanna, che prevedeva i primi tre mesi di carcere in regime di isolamento. Qui i medici che lo visitano lo dichiarano inabile ai lavori forzati. Ma tutto il resto del duro regime carcerario gli si sarebbe riversato contro, come il dormire per terra, il vitto immangiabile, gli insetti in cella, un'ora d'aria per mantenere in esercizio le gambe, e l'assoluto divieto per tre mesi di rivolgere la parola o rispondere ai suoi compagni di pena. Nessuno, in quel periodo, può fargli visita. Gli è stata negata anche la carta per scrivere. Riceverà per intercessione della moglie Constance, il 12 giugno, alcuni libri, e poco tempo dopo il cognato Otho Llloyd, il quale gli chiederà di non opporsi al divorzio dalla sorella, da cui ha avuto i due figli Cyril e Vyvyan. Lei lo rivede il 21 settembre e lo rincuora dicendogli che non divorzierà e lo aspetterà, ma intanto ha cambiato il cognome in Holland perché quello del marito è diventato sconveniente. La moglie aveva sopportato la sua doppia vita e le frequentazioni equivoche Constance sapeva tutto, aveva sopportato gli incontri occasionali e duraturi dell'uomo che l'aveva sposata e quell'altra forma d'amore di cui aveva dovuto rispondere davanti alla giustizia. A novembre Oscar Wilde è trasferito nel penitenziario di Reading Gaol, dove sconterà per intero la pena fino al 19 maggio 1897. Temeva di impazzire in prigione, mentre tutto di quello che era stato prima andava a rotoli. La riconciliazione con la moglie, anche per il peggioramento delle sue condizioni salute che la rendono instabile, si rivela impossibile. Lo scrittore, tornato libero, va via dall'opprimente ambiente inglese e si stabilisce dapprima in Normandia adottando il nome di Sebastian Melmoth, poi a febbraio 1898 a Parigi. Ha ripreso la penna e ha consegnato all'esperienza del carcere una ballata che viene data alle stampe il 13 febbraio: la poesia, un autentico capolavoro, è l'ultima cosa che Constance legge del marito, perché morirà a Genova il 7 aprile per i postumi di un'operazione. Wilde non lo invitano più da nessuna parte e nessuno lo cerca, tranne i creditori: affoga nei debiti e lo tiene a galla l'amico Robert Ross, primo amore omosessuale, forse l'unico a essergli rimasto fedele e che dopo la sua scomparsa si occuperà dei figli. Il crollo dopo l'esperienza in carcere e la morte a Parigi Ha appena 46 anni ma ne dimostra di più, è lo spettro dell'uomo affascinante che era stato. Il brillante esteta è diventato davvero il ritratto di Dorian Gray invecchiato al suo posto. La salute minata dalla detenzione che l'ha provato non solo nel fisico, non l'assiste più. Il 29 novembre 1900 ha un crollo e non riesce più a parlare, ma riesce a far comprendere che vuole abbracciare la fede cattolica. Il 30 cala il sipario sulla sua vita che per gli altri era modello di dissolutezza, ma per lui semplicemente quella che si poteva solo vivere, non potendola descrivere. Le sue ceneri sono al cimitero parigino di Père Lachaise, dove dopo la morte lo raggiungeranno quelle di Ross.
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