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Cronaca
Papa Leone XIV e Abu Mazen: dialogo sulla soluzione a due Stati e aiuti a Gaza
Oggi 06-11-25, 19:22
AGI - "Grazie per ricevermi, sono felice e grato di essere qui di nuovo". Abu Mazen in Vaticano incontra Papa Leone XIV. Una stretta di mano calorosa, il saluto di benvenuto e i doni, tra cui una formella con il Battesimo di Cristo e un grande ritratto del Pontefice. Poi l'udienza privata, della durata di circa 30 minuti nella Biblioteca del Palazzo apostolico. Al centro dei colloqui, riferisce la Santa Sede, "l'urgenza di prestare soccorso alla popolazione civile a Gaza e di porre termine al conflitto, perseguendo la prospettiva della soluzione a due Stati". Il presidente palestinese affida all'agenzia Wafa una nota nella quale sottolinea di aver ringraziato Leone per il suo sostegno "al raggiungimento di una pace giusta in Palestina e per i suoi ripetuti appelli ad alleviare le sofferenze del popolo palestinese". Ma Abu Mazen informa anche sulla "terribile situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, l'escalation israeliana in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, le difficili condizioni a Betlemme, luogo di nascita di Gesù Cristo, i continui crimini di terrorismo e di espansione coloniale dei coloni e la violazione della sacralità dei luoghi santi cristiani e musulmani, in particolare nella Gerusalemme Est occupata". Per Mazen, prosegue l'agenzia di stampa palestinese, è importante "preservare lo status storico e giuridico dei luoghi santi islamici e cristiani a Gerusalemme", "garantire la libertà di culto e il libero accesso a questi siti" e "proteggere la Città Santa di fronte a politiche unilaterali che ne minano l'identità e il carattere culturale". "Ciò avviene nel contesto delle continue violazioni da parte dell'occupazione contro i luoghi santi islamici e cristiani in Cisgiordania, compresa Gerusalemme, nonché della distruzione di luoghi di culto nella Striscia di Gaza", riporta ancora Wafa. Primo incontro personale tra Papa Leone e Abu Mazen Quello di oggi tra Papa Leone e Abu Mazen è stato il primo incontro personale. Tra i due c'era stata una telefonata il 21 luglio scorso sugli sviluppi a Gaza e le problematiche in Cisgiordania; insieme a questo, il ricordo del decimo anniversario dell'Accordo Globale tra la Santa Sede e lo Stato di Palestina, siglato il 26 giugno 2015. Il decennale dell'intesa è stato anche l'occasione della udienza di stamani. Abu Mazen è giunto in Vaticano alle 10:20, in mezzo a imponenti misure di sicurezza ed è stato accolto nel Cortile di San Damaso dal reggente della Casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, insieme alla delegazione di dieci membri, tra cui Ziad Abu Amr del Comitato esecutivo dell'Olp, Ramzi Khoury del Comitato esecutivo dell'Olp e capo dell'Alto Comitato presidenziale per gli affari ecclesiastici, Majdi Al-Khalidi, Consigliere presidenziale per gli affari diplomatici, l'Ambasciatore dello Stato di Palestina presso la Santa Sede Issa Kassissieh e l'Ambasciatore dello Stato di Palestina in Italia Mona Abu Amara. Visita a Roma e Incontri Istituzionali Da tempo era programmato il viaggio a Roma di Abu Mazen, dove - dopo il Papa - è previsto domani l'incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una visita che assume una valenza nuova, dopo la presentazione ieri della bozza di risoluzione Usa sul piano di pace per Gaza ai dieci membri eletti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Risoluzione alla quale rappresentanti di Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Turchia ed Emirati Arabi Uniti avrebbero dato il loro sostegno. Omaggio a Papa Francesco Ieri, appena atterrato a Roma, il presidente palestinese ha voluto rendere omaggio alla tomba di Papa Francesco a Santa Maria Maggiore. Un "vecchio amico", come ha detto lo stesso Abu Mazen ai giornalisti che lo attendevano sul sagrato, che "ha fatto tanto per la Palestina e il popolo palestinese". Tanti gli incontri e le telefonate avuti con il Pontefice argentino. Resta quello storico, l'8 giugno 2014, nei Giardini vaticani: il momento di preghiera con l'allora presidente israeliano Shimon Peres, avvenuto dopo il pellegrinaggio di Bergoglio in Terra Santa. Durante l'evento, a cui prese parte anche il Patriarca ortodosso Bartolomeo, fu piantato un ulivo come simbolo di speranza per la pace. In una delle udienze svoltosi in Vaticano, lo stesso Francesco, donando ad Abu Mazen il medaglione con un angelo della pace, lo aveva definito "un angelo della pace" per il suo ruolo svolto alla guida dell'Autorità Nazionale Palestinese.
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