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Cronaca
Papa Leone XIV esorta i governi a investire sulla famiglia "unione stabile tra uomo e donna"
Ieri 16-05-25, 20:11
AGI - Pace, giustizia, verità: sono le tre parole-chiave che Papa Leone XIV, nell'udienza al Corpo diplomatico, rimarca come "i pilastri dell'azione missionaria della Chiesa" e della diplomazia della Santa Sede. Tre parole, direttrici del suo Pontificato che ribadisce anche in questo discorso, che come incipit ha sempre "la pace sia con voi". Prevost punta in particolare l'accento sulla dignità ai più fragili e ai migranti (anche lui, ribadisce, discende da immigrati) ed esorta i governi a investire sulla famiglia "unione stabile tra uomo e donna". Ricordando il lavoro instancabile del suo predecessore Francesco "sempre attento al grido dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati, come pure alle sfide che contraddistinguono il nostro tempo, dalla salvaguardia del creato all'intelligenza artificiale", il Papa rimarca che la Santa Sede "è animata da una urgenza pastorale che la spinge non a cercare privilegi" ma combattere ogni indifferenza. La prima parola, il primo pilastro è pace, non intesa come "mera assenza di guerra e di conflitto" ma "un dono attivo" che deve impegnare tutti "indipendentemente dalla provenienza culturale e dall'appartenenza religiosa, e che esige anzitutto un lavoro su se' stessi", perché la pace si costruisce "a partire dal cuore, sradicando l'orgoglio e le rivendicazioni, e misurando il linguaggio, poiché si può ferire e uccidere anche con le parole, non solo con le armi". Fondamentale il dialogo e "ridare respiro alla diplomazia multilaterale" ma, aggiunge, occorre anche "la volontà di smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte, poiché, come ricordava Papa Francesco" "nessuna pace è possibile senza un vero disarmo". Perseguire la pace poi "esige di praticare la giustizia", secondo pilastro indicato dal Papa. Nel cambiamento d'epoca odierno, la Santa Sede non può "esimersi dal far sentire la propria voce dinanzi ai numerosi squilibri e alle ingiustizie che conducono, tra l'altro, a condizioni indegne di lavoro e a società sempre più frammentate e conflittuali". Occorre adoperarsi per porre rimedio alle disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all'interno di singole società". I governi devono investire sulla famiglia, "fondata sull'unione stabile tra uomo e donna" e serve un'azione collettiva per la tutela della "dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all'anziano, dal malato al disoccupato, sia esso cittadino o immigrato". "La mia stessa storia - osserva - è quella di un cittadino, discendente di immigrati, a sua volta emigrato. Ciascuno di noi, nel corso della vita, si può ritrovare sano o malato, occupato o disoccupato, in patria o in terra straniera: la sua dignità pero' rimane sempre la stessa, quella di creatura voluta e amata da Dio". Terza parola: verità. "Non si possono costruire relazioni veramente pacifiche" senza verità, dice Leone XIV. "Laddove le parole assumono connotati ambigui e ambivalenti e il mondo virtuale, con la sua mutata percezione del reale, prende il sopravvento senza controllo, è arduo costruire rapporti autentici, poiché vengono meno le premesse oggettive e reali della comunicazione". La Chiesa "non pu mai esimersi dal dire la verità sull'uomo e sul mondo, ricorrendo quando necessario anche a un linguaggio schietto", che può suscitare incomprensione e la verità non deve mai essere "disgiunta dalla carità". La verità consente di affrontare le sfide di quest'epoca, "come le migrazioni, l'uso etico dell'intelligenza artificiale e la salvaguardia della nostra amata Terra", che nessuno può pensare di affrontarle da solo. Prima di concludere, Leone XIV accenna al Giubileo dedicato alla speranza, tempo di "conversione" e "rinnovamento" per "lasciare alle spalle le contese" animati dalla speranza di "poter costruire, lavorando insieme" un mondo in cui ognuno possa realizzare "la propria umanità nella verità, nella giustizia e nella pace". "Mi auguro che ciò possa avvenire in tutti i contesti, a partire da quelli più provati come l'Ucraina e la Terra Santa", conclude.
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