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Estero
Passa 38 anni in carcere per omicidio, poi la prova Dna lo scagiona
Oggi 14-05-25, 14:36
AGi - E' considerato la vittima del più lungo errore giudiziario della storia recente della Gran Bretagna: dopo aver passato 38 anni in carcere, Peter Sullivan si è visto finalmente annullare la condanna per omicidio che gli era stata inflitta nel 1986. Lo riferiscono i media britannici. Sullivan, che all'epoca aveva 30 anni, era stato accusato di avere ucciso Diane Sindall, una barista di 21 anni trovata morta a Bebington, nel Merseyside, nell'agosto 1986. A settembre, Sullivan era stato arrestato e un anno dopo, nel novembre del 1987, ritenuto colpevole dell'assassinio e condannato a una pena minima di 16 anni. Passato il termine, nel 2008 Sullivan si era rivolto alla commissione per il Riesame che si rifiutò di trasmettere il caso alla corte d'appello. Lui stesso aveva poi presentato istanza alla corte d'appello, ma era stato sconfitto nel 2019. Nel 2021 si era rivolto di nuovo alla commissione del Riesame, che aveva accertato che il Dna dei campioni prelevati dalla scena del delitto non corrispondeva a quello di Sullivan. Ci sono voluti ancora quattro anni ma finalmente la procura della Corona gli ha dato ragione: "Non ci sono basi credibili per contrastare l'appello", hanno detto ieri gli avvocati in aula. Da qui la decisione dei giudici di annullare la condanna "nell'interesse della giustizia". Sullivan, che ora ha 68 anni, ha seguito l'udienza in videocollegamento dalla prigione di Wakefield. Alla lettura della sentenza è scoppiato in lacrime. Parlando dopo la decisione del tribunale della Corona, scrive il Guardian, la polizia del Merseyside che aveva fatto le indagini ha ricordato che all'epoca non esistevano esami così attendibili sul Dna. Ma che ora sarà fatto di tutto per trovare il vero assassino che ha distrutto due vite: quella di Diane e quella di Sullivan.
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