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Estero
Irlanda, Catherine Connolly è la nuova presidente. Perchè per il governo può essere un problema
Ieri 25-10-25, 21:22
AGI - La 68enne ex vicepresidente della Camera Catherine Connolly è stata dichiarata ufficialmente nuova presidente dell'Irlanda. La candidata indipendente, sostenuta da un'inedita alleanza di tutte le sinistre, dal Sinn Fein ai Verdi, è stata eletta con oltre il 63% dei voti, a fronte del 29,5% raccolto dalla rivale centrista Heather Humphreys, esponente del governo liberal-conservatore al potere. Connolly, nota col soprannome di 'Corbyn di Galway', in riferimento all'ex leader dei laburisti britannici Jeremy Corbyn, per via delle sue posizioni di sinistra, a volte radicali, e le sue critiche molto dirette a Usa, Ue, Israele e Nato, è laureata in psicologia, sposata e mamma di due figli. Rimasta orfana di madre a nove anni insieme ad altri 13 fratelli, Connolly divenne consigliera comunale nel 1999 nella sua Galway per il partito laburista e fu poi eletta sindaco nel 2004. Il Labour le preferì però un altro candidato di punta nella sua circoscrizione alle successive elezioni politiche, che la videro quindi entrare in Parlamento come indipendente. L'ascesa politica e il sostegno inatteso Pur eletta vicepresidente della Dáil Éireann nel 2020, Connolly non era un volto molto conosciuto della politica irlandese e quando, lo scorso luglio, annunciò la sua corsa alle presidenziali, in molti scrollarono le spalle. A sostenerla erano solo due piccoli partiti: i Socialdemocratici e People Before Profit. A sorpresa, però, i laburisti misero da parte le vecchie ruggini e la appoggiarono. La svolta arrivò subito dopo, quando il partito indipendentista Sinn Fein rinunciò a una corsa in solitaria e mise la sua formidabile macchina propagandistica e organizzativa al servizio di Connolly che, da parte sua, iniziò a definire "una conclusione scontata" la riunificazione con l'Irlanda del Nord, una causa alla quale prima non sembrava tenere granché. Le posizioni controverse in politica estera Per quanto il ruolo di presidente in Irlanda sia in larga parte cerimoniale, Connolly potrebbe creare qualche imbarazzo al governo di centrodestra, in virtù delle posizioni molto nette in politica estera. Non proprio una strenua paladina dell'Ucraina, l'ex sindaca di Galway aveva accusato la Nato di essere "guerrafondaia" e aveva paragonato il riarmo della Germania voluto dal cancelliere Friedrich Merz a quello avvenuto negli anni '30 sotto la guida di Adolf Hitler. Medio Oriente e dibattito pre-voto Quanto al Medio Oriente, Connolly ha definito Hamas "parte del tessuto del popolo palestinese" e non si è mai del tutto liberata dalla coda polemica seguita al suo viaggio in Siria nel 2018, che la portò in contatto con diverse figure legate all'allora presidente, Bashar al-Assad. È su queste controversie che, negli ultimi giorni prima del voto, Humphreys aveva puntato per cercare di convincere gli indecisi, ostentando un profilo europeista e favorevole alle aziende. Nel dibattito televisivo di mercoledì scorso aveva però prevalso Connolly, apparsa più eloquente e a suo agio. Questa capacità di 'bucare i media' era già emersa dalla sua campagna social, che includeva addirittura un video che la ritraeva mentre palleggiava. Humphreys, invece, aveva mostrato scarsa padronanza del gaelico e la sua fede protestante le ha probabilmente alienato molte simpatie. Fattori chiave del successo di Connolly Il successo di Connolly non va però interpretato come una svolta a sinistra di un Paese che negli ultimi mesi ha visto accese manifestazioni contro l'immigrazione. La nuova presidente ha cavalcato temi molto sentiti dall'opinione pubblica, come il caro affitti e le lunghe liste d'attesa nella sanità pubblica, ma a favorirne l'exploit hanno contribuito la divisione della maggioranza al governo, i cui partiti hanno presentato due nomi concorrenti (uno dei quali ritiratosi per uno scandalo finanziario), e l'assenza di un candidato di destra che si facesse portavoce della protesta contro la presenza di richiedenti asilo. Questo vuoto si è tradotto in un astensionismo che, secondo l'Irish Times, ha visto alcuni seggi registrare un'affluenza sotto il 40%. E più di un elettore su otto avrebbe annullato la scheda.
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