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Politica
Per il Pd la vittoria di Ricci rappresenta un'ipoteca
Oggi 28-09-25, 11:11
AGI - Una sfida che si gioca su poche migliaia di voti di differenza e, quando il margine è così stretto, tutto può succedere. Con questa consapevolezza nelle stanze del Partito democratico si affronta il 'test' delle Marche, il primo di una serie di sei. Per la segretaria Elly Schlein strappare la regione al governatore uscente, il meloniano Domenico Acquaroli, rappresenterebbe l'ipoteca per il 5-1 finale agognato dai dem. Non si parli, però, di "test decisivo", avverte un esponente del Pd: le elezioni regionali, è la premessa, sono tutte fondamentali. "Si vota per le Marche non per il presidente del Consiglio", ha detto anche Matteo Ricci durante il confronto con il presidente uscente, a Sky. E attacca: "Se dopo 5 anni Acquaroli si nasconde dietro la maschera della Meloni: vuol dire che sono stati 5 anni di nulla". I conti, insomma, si faranno alla fine, sui quei 16-17 milioni di cittadini chiamati alle urne. I sondaggi in mano ai dem consigliano prudenza: fra i candidati di centrodestra e centrosinistra 'ballano' tre o quattro punti percentuali, su una popolazione di poco più di un milione e mezzo di abitanti. "È tirata, ma le cose stanno andando bene. Vedremo", è il commento a microfoni spenti di un dirigente dem impegnato nel dossier. Il riconoscimento della Palestina Il refrain dalle parti dei dem è "vince chi sa mobilitare il proprio elettorato". Lo ha ripetuto anche la segretaria nel corso della direzione di martedì 23 settembre. Il senso è che non si vince più al centro, ma con parole d'ordine identitarie nelle quali si riconosca immediatamente l'elettorato d'area. Il tema di Gaza e del riconoscimento dello Stato di Palestina è, da questo punto di vista, un 'attrattore' sicuro per l'elettore di centrosinistra. La mobilitazione del 22 settembre in tutta Italia lo ha dimostrato in maniera plastica. La posizione della segretaria è quella enunciata alla manifestazione unitaria di Pd, M5s e Avs a Piazza San Giovanni: riconoscere lo Stato di Palestina per perseguire l'obiettivo dei due popoli-due stati. Su questo la leader dem intende perseguire la via della fermezza, respingendo anche quello che considera un "bluff di Meloni": "Lo Stato della Palestina lo riconosci o non lo riconosci. Non esiste il riconoscimento 'condizionato'. Noi chiediamo il riconoscimento immediato. Meloni non ha cambiato la sua posizione. Mesi fa diceva che era prematuro. Cosa sta aspettando? Che non ci sia più nessuno in Palestina?". E non sembra un caso che Matteo Ricci lo abbia messo in cima al suo programma promettendo che, se dovesse vincere, le Marche avvieranno l'iter per il riconoscimento dello Stato di Palestina, come già fatto dalla Toscana. Alle Marche e alle altre regioni al voto i dem guardano anche per cercare di prevedere le prossime mosse della segretaria. La resa dei conti con i riformisti, che attendono una direzione politica per affrontare i temi del pluralismo interno, delle alleanze e della postura del Pd su temi internazionali come Gaza e Ucraina. Se il centrosinistra vincerà 5-1, ragionano in ambienti dem, la segretaria potrebbe accelerare il congresso per rafforzarsi ulteriormente. Se le cose non dovessero andare in questo modo, invece, Schlein attenderà la scadenza naturale del mandato. Con una incognita: la corsa per la premiership. Contemporaneamente alle fibrillazioni in seno all'area riformista, infatti, si sono registrati alcuni 'spostamenti' significativi nella maggioranza. Non sono sfuggite, ad esempio, le posizioni critiche di persone che non condividono quello che ai loro occhi appare sempre più come un allontanamento dai principi originari del Partito Democratico. Il nome più rappresentativo è, in quest'ottica, quello di Walter Verini. Ma anche Nicola Zingaretti è protagonista di un progressivo avvicinamento alle posizioni centriste e riformiste. Lo zoccolo duro dei riformisti, intanto, si è dato appuntamento a Milano, il 24 ottobre, per un evento pubblico che segnerà una stagione nuova dopo la 'rottura' con Stefano Bonaccini. Una stagione improntata a una interpretazione più netta del ruolo di opposizione interna, promettono gli organizzatori.
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