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Politica
Piazza e comitati, il centrodestra prepara il referendum sulla giustizia
Oggi 30-10-25, 03:02
AGI - Il giorno dopo la pubblicazione della riforma costituzionale in Gazzetta il centrodestra, con un quinto dei parlamentari, promuoverà il referendum sulla separazione delle carriere. L'obiettivo, spiegano fonti di maggioranza, è mettere nero su bianco il quesito da sottoporre ai cittadini, in modo che non sia una 'chiamata' alle urne su un tema tecnico. Nel frattempo, sono già in corso i lavori per la costituzione dei comitati per il sì e la ricerca dei testimonial. "Forza Italia e i parlamentari del centrodestra saranno i primi a promuovere il referendum costituzionale per la conferma popolare della riforma della giustizia. Basta con le interferenze della politica nella magistratura, vogliamo una giustizia rapida, indipendente, rispettosa della sicurezza e dei diritti dei cittadini", spiega il capogruppo azzurro Maurizio Gasparri. Intanto c'è attesa nell'alleanza di governo per il sì definitivo nell'Aula del Senato. Il gruppo di Fdi subito dopo si ritroverà a San Luigi dei Francesi, Forza Italia a piazza Navona e anche la Lega spiega che è pronta a festeggiare anche fuori dal palazzo. L'imperativo nella maggioranza è anche quello di tenere ben diviso il referendum dai destini del governo. "A differenza di Renzi, Meloni non ha mai detto che se perde il referendum lascia la politica", sottolinea il responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli. "Noi non chiederemo mai un voto agli italiani su Meloni, noi al referendum chiederemo agli italiani di valutare se la giustizia va bene così com'è o va riformata. Il voto su Meloni e sul governo lo chiederemo alle elezioni politiche nel 2027", aggiunge. "Si vota" l'ultimo passaggio parlamentare, dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, prima di lasciare palazzo Madama, dopo aver assistito al dibattito in Aula, definendo gli interventi delle opposizioni una "litania petulante". E sulle parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa, secondo il quale "forse il gioco non valeva la candela", il Guardasigilli osserva: "Valeva un candelabro...". La Russa è tornato sul tema: "Ho detto che per quanto attiene la separazione delle carriere il numero di magistrati che normalmente passa da una funzione all'altra è modesto. Quindi sia il governo che i magistrati danno troppa importanza a questa modifica", ha osservato. Premettendo: "Per quel che so il presidente del Consiglio Meloni è contraria a legare il referendum al consenso del governo. Non è un referendum sul governo ne' sulla magistratura. È sulla materia che viene sottoposta ai cittadini". "Sono molto solidale con l'azione del governo", la sottolineatura. L'esito del referendum? "Non tocca a me prevederlo, io vedo i sondaggi" e in ogni caso "la riforma ha l'obiettivo di modificare il peso delle correnti". Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo di Fdi al Senato Lucio Malan: "Oggi - ha spiegato - i magistrati sono troppo spesso soggetti alle correnti mentre devono essere soggetti alla legge. Il presidente La Russa credo abbia inteso dire questo: che la riforma non cambia tutto, i magistrati buoni che ci sono e sono tantissimi lavorano bene oggi e lavoreranno bene domani". Ma sotto traccia nelle forze di maggioranza non pochi esprimono perplessità su una strategia che non valorizzi la portata della riforma costituzionale. "È una battaglia campale", dice un esponente di Forza Italia. Come impostare la campagna in vista del referendum sarà materia di confronto all'interno delle forze politiche. "Noi domani terremo una conferenza stampa", spiegano nel gruppo parlamentare del Pd al Senato. Ma lo sguardo è rivolto al referendum. "Faremo in modo che ci sia una grande mobilitazione del paese", osservano nel Movimento 5 stelle. "Credo che insieme alle altre forze di opposizione" da sempre "contrarie alla riforma saremo attivati per promuovere il referendum", dice la capogruppo dem Chiara Braga. Intanto nell'Aula di palazzo Madama si è chiusa la discussione sul provvedimento. La separazione delle carriere "distorce la Costituzione", il parere del partito del Nazareno. "E' il coronamento del sogno di Berlusconi, quello di punire la giustizia", attaccano da M5s. "Una vendetta mascherata da riforma", per Avs. "Una grande occasione sprecata" per Italia viva. "E' inopportuno e illegale che l'Anm faccia dei comitati referendari", rilancia il viceministro FI della Giustizia Francesco Paolo Sisto. "Se l'Anm si intesta la campagna referendaria contro questo ddl diventa un soggetto politico", attacca l'ex presidente del Senato, Marcello Pera.
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