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Politica
Ritirato il ddl sui nomi femminili. Le opposizioni non abbassano la guardia
22-07-2024, 17:07
AGI - La Lega precisa che la proposta di legge del senatore Manfredi Potenti è un'iniziativa del tutto personale. I vertici del partito, a partire dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non condividono quanto riportato nel Ddl Potenti il cui testo non rispecchia in alcun modo la linea della Lega che ne ha già chiesto il ritiro immediato. Così fonti della Lega. "Dopo la mobilitazione politica e quella della società civile la proposta di legge del senatore Potenti è stata ritirata, venendo definita dalla Lega un'iniziativa 'del tutto personale'. Una vittoria contro chi vorrebbe riportare il Paese nel passato, con la volontà di estromettere dallo spazio pubblico e politico il vissuto e il punto di vista femminile". Lo dice Chiara Gribaudo, vice presidente del Partito democratico. "Siamo contenti - sottolinea la deputata dem - che la proposta sia stata ritirata, ma non abbassiamo la guardia di fronte a un governo guidato da una premier donna che si fa chiamare 'signor presidente del Consiglio': questa destra - conclude Gribaudo - crede in un modello patriarcale e lo dimostra quotidianamente, sull'aborto, l'occupazione femminile, la famiglia". Unterberger (Svp), sintomo arretratezza Lega "Nei Paesi tedeschi - riprende - si discute su come rendere sempre visibile nel plurale il femminile o il terzo genere tramite la 'i' interna, gli asterischi o i due punti. Qui il fatto che ogni ruolo o professione abbia il femminile è un'ovvietà. In Italia, invece, si prova a rimettere indietro le lancette della storia, purtroppo aiutati in questo da quelle donne che preferiscono essere indicate al maschile nei loro incarichi". "Come non dimenticare - riprende - la circolare voluta da Giorgia Meloni in cui si invitava a chiamarla il presidente del Consiglio? Adesso, con la proposta del leghista Potenti, si vorrebbe addirittura sanzionare l'uso del femminile negli atti pubblici con multe da 1000 a 5000 euro. La verità è che la lingua plasma la realtà. Una lingua che prevede l'uso del femminile solo per i lavori più semplici e mai per le funzioni apicali, le professioni e i ruoli di vertice, la dice lunga sul modello di società che si ha in mente. Ma a destra questo fingono di non volerlo capire". Avs, è propaganda finita male "Dopo la valanga di polemiche, la Lega è costretta a chiedere il ritiro della proposta al senatore Potenti. Prevedere una multa per chi utilizza il genere femminile nei ruoli pubblici e negli atti ufficiali non è piaciuta al partito di Matteo Salvini. Questa volta la propaganda è andata male, ma resta la natura retrograda e discriminatoria sul ruolo delle donne, sia in ambito pubblico che professionale". Lo ha detto la senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra, Aurora Floridia. M5S, Lega smetta di disumanizzare le persone Resta sempre lo sconcerto su come sia possibile anche solo concepire simili iniziative, che cancellano anni e anni di lotta per la parità di genere. A questo conducono le posizioni antistoriche, anacronistiche, ideologiche e discriminatorie che la Lega di Salvini ha ormai da anni deciso di abbracciare per solleticare le parti più istintive del Paese, senza curarsi delle possibili conseguenze. Un loro senatore si è sentito autorizzato a vietare per legge l'uso del femminile, e il partito è dovuto intervenire per disconoscerlo. Ma raccolgono solo quello che hanno seminato. La Lega cessi le sue crociate contro i diritti delle donne, delle persone LGBT, dei migranti. La smetta di disumanizzare le persone e provi a fare politica, anzichè ideologica propaganda. Magari recupera pure qualche voto". Lo scrivono in una nota le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino.
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