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Politica
Rush finale per la separazione delle carriere
Oggi 27-10-25, 02:39
AGI - Giovedì il voto finale al Senato e poi via libera alla mobilitazione: rush finale per la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. In settimana è previsto l'ultimo semaforo verde poi, dopo la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta ufficiale, partirà l'iter che porterà il governo a indire la data - obiettivo fine marzo - per il referendum. Le forze politiche del centrodestra (possibile che dopo l'ok dell'Aula di palazzo Madama possa esserci un flash mob, così come avvenuto nel primo passaggio) già sono state allertate per la raccolta firme e la costituzione dei comitati per il sì alla riforma. Si punta a un quesito semplice e stringato, che punti sulla volontà da parte dei cittadini di cambiare la giustizia. Saranno comitati che comprenderanno avvocati, esponenti della società civile, magistrati favorevoli alla riforma. "Non ci sarà una sovraesposizione della premier Giorgia Meloni. Ma la campagna - osserva un 'big' del centrodestra - non potrà non essere politica, nel momento in cui l'Associazione nazionale dei magistrati è scesa in campo". E proprio sulla campagna avviata dall'Anm è polemica. Nel centrodestra si rimarca come "un organo dello Stato stia portando avanti una guerra contro un altro organo dello Stato" e che "ci dovrebbero essere dei limiti alla libertà di espressione e di manifestare" da parte dei magistrati, perché "c'è l'obbligo di terzietà". Si profila un muro contro muro tra la coalizione di governo che avvierà in breve tempo la ricerca di 'testimonial' alla causa e le toghe che contrastano la riforma. "La partita sia ancora aperta", ha detto a Omnibus il presidente dell'Anm Cesare Parodi. La novità è che lo stesso Parodi ha spiegato che "la tempistica" giudiziaria riguardante Silvio Berlusconi "non è da Paese civile". "Qualunque vicenda che dura 30 anni è qualcosa che un Paese civile non dovrebbe conoscere", la tesi. "Passare dal definire 'fisiologica' l'inaccettabile lunghezza del processo al presidente Berlusconi, a considerarla 'qualcosa che un Paese civile non dovrebbe riconoscere', rappresenta - osserva Licia Ronzulli di FI - per il presidente Parodi il riconoscimento, seppure con troppo ritardo, della gravità di quanto è accaduto negli ultimi 30 anni, con un'offensiva giudiziaria senza precedenti". Marina Berlusconi in una lettera a 'Il Giornale' aveva ricordato le vicende giudiziarie di suo padre, dicendosi "convinta della necessità di una riforma dell'ordinamento giudiziario". "Chi fa queste affermazioni ha avuto una risposta in termini di giustizia, mi pare di capire. Allora perché lamentarsi di una giustizia che comunque arriva ad un risultato che viene condiviso?", era stata la risposta a distanza del presidente dell'Anm Cesare Parodi. "Non si è risentita, l'Anm, per quanto la magistratura abbia inciso, in questi 30 anni nella vita politica italiana, azzoppando uno dei suoi principali protagonisti", ha commentato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
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