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Saluti nazisti e dita nel naso, i quattro mesi del 'Doge' Musk
Ieri 30-05-25, 10:23
AGI - Dopo quattro mesi e nove giorni, si è conclusa la breve ma intensa epopea di Elon Musk alla guida del 'Doge', l'organismo governativo la cui sigla richiama un celebre meme, che era stato incaricato da Donald Trump di ridurre la spesa pubblica. Si tratta di un addio annunciato: nelle ultime settimane Musk aveva mostrato sempre più insofferenza per la politica dei dazi dell'attuale amministrazione Usa, che andava a colpire direttamente i cospicui affari dell'imprenditore sudafricano in Cina. Il collasso dei server di X che lo scorso sabato ha reso inutilizzabile per ore il social di sua proprietà aveva quindi portato il miliardario a comunicare la sua intenzione di tornare a occuparsi delle sue aziende 24 ore su 24. Nei quattro mesi appena passati l'istrionismo e l'imprevedibilità di Musk, caratteristiche che condivide con Trump, hanno regalato numerosi episodi dal forte impatto mediatico destinati a restare nella memoria collettiva. - BRACCIA TESE PER 'THE DONALD' Subito dopo l'insediamento di Trump, lo scorso 20 gennaio, il proprietario di Tesla e SpaceX ebbe modo di far parlare di sè alzando il braccio teso due volte, durante un comizio a sostegno del nuovo presidente, in un gesto che era apparso a molti come un saluto nazista. Musk reagì alle polemiche senza rinnegare il gesto, ma affermando che le accuse di simpatie hitleriane erano diventate un artificio retorico ormai frusto. Poco dopo anche Steve Bannon si sarebbe reso protagonista di una scenetta analoga, ma la tendenza non ha avuto ulteriori epigoni. - L'ENDORSEMENT PER AFD Il braccio teso di Musk suscitò indignazione, come prevedibile, soprattutto in Germania, dove la goliardia su certi argomenti non viene presa benissimo. E venne preso ancora peggio il successivo intervento, in videoconferenza, del miliardario a un evento di Afd, il partito nazionalista e filorusso tedesco. "Va bene essere orgogliosi di essere tedeschi. Combattiamo per un futuro radioso per la Germania", disse Musk a una platea di migliaia di sostenitori di Afd. L'endorsement però servì a poco. Anzi forse fu proprio controproducente. Alle elezioni del 23 febbraio - nonostante avesse in seguito incassato il sostegno ancora piu' pesante del vicepresidente JD Vance - Afd ottenne il 20%, un risultato notevole ma equivalente a quanto i sondaggi prevedevano da mesi. Apparve quindi chiaro che Musk non era in grado di spostare consensi elettorali in Europa e il suo ridimensionamento politico inizio' da qui. - DITA NEL NASO NELLO STUDIO OVALE Negli Stati Uniti la stella dell'imprenditore appariva però ancora in ascesa, tanto che c'era già chi aveva preso a chiamarlo "presidente Musk". Il 12 febbraio l'uomo d'affari era addirittura apparso nello Studio Ovale per difendere i suoi drastici tagli ai servizi federali. Nel frattempo X, il suo figlio di quattro anni avuto dall'artista canadese Grimes, torreggiava sulle sue spalle, sotto lo sguardo protettivo di Trump. Il presidente degli Stati Uniti, noto germofobo, cambiò però presto espressione una volta che il piccolo iniziò a mettersi le dita nel naso e ad appiccicare il risultato delle ispezioni proprio sotto il tavolo dello Studio Ovale. La scrivania fu prontamente sostituita. - LA MOTOSEGA DI MILEI Il 20 febbraio, durante i lavori del Cpac, l'importante convention dei conservatori statunitensi, Musk fece di nuovo parlare di sè brandendo una motosega sul palco. L'attrezzo gli era stato regalato da un altro feroce nemico della spesa pubblica, Javier Milei, il presidente anarco-capitalista dell'Argentina che aveva fatto della motosega il simbolo delle sue politiche di bilancio. Il dono avrebbe avuto fungere da buon auspicio per l'azione del 'Doge' quindi. - LE TESLA BRUCIATE La forte polarizzazione politica negli Stati Uniti, complici anche i meccanismi delle reti sociali, aveva ormai reso Musk il volto delle nuove oligarchie economiche destinate, secondo i suoi avversari, a prendere il potere con l'avvento di Trump. Di conseguenza le vendite di Tesla calarono e in tutta la nazione iniziarono a registrarsi decine di atti vandalici, a volte incendiari, contro quelle auto che fino a un giorno prima erano un accessorio irrinunciabile per il ricco progressista di citta' che ostenta attenzione per l'ambiente. A poco servì l'exploit di Trump che si improvviso' cliente e compro' una Tesla mostrata alle telecamere alla Casa Bianca l'11 marzo. - IL FLOP DEL WISCONSIN Non solo l'avventura politica di Musk stava danneggiando le sue aziende ma stava portando anche pochi benefici ai consensi dei Repubblicani. Emblematico fu il caso delle elezioni nel cruciale Stato del Wisconsin per sostituire un giudice della Corte Suprema. Il candidato democratico vinse nonostante il sostegno per il concorrente conservatore mostrato da Musk, che il 27 marzo arrivò a offrire due assegni da milioni di dollari a due elettori. - SCONTRO NEL GOVERNO Il flop in Wisconsin fornì argomenti al numero crescente di funzionari dell'amministrazione che non sopportava più Musk o non lo aveva mai sopportato. Trump aveva faticosamente smentito gli scontri, avvenuti in una riunione di governo a marzo, tra il capo di SpaceX e due figure apicali come il segretario di Stato, Marco Rubio, e il segretario ai Trasporti, Sean Duffy, che avevano protestato contro i tagli ai loro dipartimenti annunciati dal 'Doge'. Non ci sarebbe stata però smentita che tenesse quando, l'8 aprile, Musk diede pubblicamente dell'"idiota" a Peter Navarro, consigliere commerciale della Casa Bianca e artefice della politica dei dazi, che lo aveva da parte sua bollato come un mero "assemblatore" di auto fatte di componenti fabbricate altrove. Ironicamente, la proposta di Musk di un'area di libero scambio tra Usa e Ue è stata fatta di recente propria da Bruxelles. - "DELUSO", SOLITARIO Y FINAL Conscio di avere ormai pochissimi alleati a Washington, Musk il 27 maggio ha rotto gli indugi ed è arrivato a criticare in modo diretto Trump, che pure lo aveva sempre difeso, dicendosi "deluso" dalla "grande e splendida" proposta di bilancio promossa dal presidente, a causa di un aumento della spesa in deficit in deciso contrasto con l'austerità che era stato chiesto al 'Doge' di perseguire. Il giorno successivo la conferma di dimissioni "previste" ma amare per un uomo, il più ricco del mondo, che ha visto le sue ambizioni politiche sfumare in modo rapidissimo.
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