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Cronaca
Sequestrati i beni vincolati dello storico Caffè Greco
Oggi 23-09-25, 12:45
I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (Tpc) di Roma - con la collaborazione del personale della Soprintendenza Speciale Abap di Roma -, hanno eseguito un decreto di sequestro, emesso dal gip, su richiesta dei pm, di numerosi beni mobili, di rilevante pregio, sottoposti a vincolo culturale e dichiarati di interesse culturale particolarmente importante, allocati presso lo storico Caffè Greco. Beni sequestrati di pregio Tra i beni oggetto di sequestro figurano dipinti, sculture e oggetti di antiquariato di pregevole valore nonché simbolo della Roma settecentesca. Il provvedimento si è reso necessario dopo gli accertamenti eseguiti dai militari del Tpc dai quali è emerso che l'attuale locatario dell'immobile, sede del caffè, aveva rimosso i suddetti beni mobili - di stretta pertinenzialità rispetto agli ambienti dell'immobile storico ove erano allocati e da questo inamovibili - trasportandoli in due distinti depositi senza ottenere il previsto consenso della Soprintendenza di Roma, ponendo gli stessi beni al rischio di dispersione o distruzione, in violazione della disciplina contenuta nel Codice di beni culturali e del paesaggio. Intervento e messa in sicurezza L'intervento immediato dei carabinieri del Tpc e della Soprintendenza Abap di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, ha permesso di effettuare un nuovo censimento dei beni, provvedendo alla loro custodia in depositi sicuri in attesa che gli stessi possano tornare presto nella loro originale collocazione e alla pubblica fruizione. Carlo Pellegrini, amministratore della società 'Antico Caffè Greco srl', è indagato per aver rimosso "senza l'autorizzazione prescritta, depositandoli in locali nella sua disponibilità a Roma in via della Mercede e in via Otranto" beni mobili, tra cui arredi, dipinti e suppellettili, sottoposti a vincolo e dichiarati di interesse culturale, e ora sequestrati dai carabinieri del Tpc dopo il provvedimento, emesso dal gip Paolo Scotto di Luzio in seguito alla richiesta del procuratore aggiunto Giovanni Conzo e del pm Claudio Santangelo. "In sede di ispezione funzionari del ministero hanno riscontrato che gli arredi, i quadri, le suppellettili, già presenti all'interno dello storico locale erano stati trasferiti senza alcuna comunicazione preventiva né autorizzazione nei due locali di proprietà dell'indagato", si legge nel decreto di sequestro preventivo. Per il gip "sul piano del pericolo cautelare va impedita la definitiva dispersione dei beni o che siano possibili attività ulteriori tali da vanificare gli effetti del vincolo posto sui beni".
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