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Sinner: "Ho pensato di lasciare il tennis"
Ieri 29-04-25, 19:30
AGI - Tra pochi giorni Jannik Sinner tornerà a fare quello che sa fare meglio: giocare a tennis. E lo farà a Roma, tra i suoi tifosi, che non vedono l'ora di tornare ad applaudirlo. Sono quasi finiti, infatti, i tre mesi di squalifica per doping concordati con la Wada che lo hanno tenuto ai box per gran parte del 2025. Il tennista azzurro ha deciso di raccontarsi in un'intervista esclusiva al Tg1, rispondendo alle domande del direttore Gian Marco Chiocci, ripercorrendo quest'ultimo anno in cui, nonostante il prezzo emotivo che ha dovuto pagare, è riuscito a ottenere "risultati incredibili". “Sicuramente l'anno scorso" è stato "molto stressante. Siamo riusciti comunque ad ottenere dei risultati incredibili. Anche quest'anno siamo partiti molto bene. Poi è successo quello che è successo. All'inizio era strana la situazione in cui mi sono trovato. Anche fuori dal campo sono successe delle cose che comunque non mi aspettavo. Piano piano sto rientrando nel ritmo di allenamenti veri, con un obiettivo davanti. Mi sto allenando anche con dei giocatori forti, anche per vedere su che livello sto giocando. A volte va molto bene, a volte c'è un calo e non so perché. Sono sicuramente molto contento di rientrare in campo di partita. Soprattutto a Roma è un torneo speciale per me”. L'ipotesi di mollare tutto Poi la domanda più forte. “C'è stato mai un momento, specie nei primi tempi, in cui hai pensato basta, mi sono stufato, lascio, mollo tutto?”. E la risposta è molto meno scontata di quello che si può immaginare. “Si. Si. (lunga pausa) mi ricordo prima degli Australian Open quest'anno ero in un momento non felicissimo, ho detto c'è ancora quel caso di doping, e a fine anno ho detto ok, è passato quest'anno, vediamo l'anno prossimo, vediamo com'è la situazione. Arrivato lì in Australia non mi sentivo proprio a mio agio, nel locker room, mangiavo e i giocatori mi guardavano in modo diverso, non mi piaceva proprio, e lì ho detto, è pesante vivere il tennis in questo modo qua". Il ritorno in campo non è solo una questione fisica. Sinner confessa quanto gli sia mancato il brivido del circuito: “Mi manca la competizione. Nell'allenamento non hai la pressione, non hai la tensione a volte che hai in partita. Vediamo, però sicuramente sono molto contento che questa fase è terminata e siamo pronti di ripartire”. Un anno difficilissimo Ma è inevitabile tornare a quel giorno in cui ha scoperto tutto. Quando le analisi hanno rilevato la presenza della sostanza vietata: “Cos'e' successo? In quel momento li' non ho proprio capito perché non sapevo nulla. E poi ho accettato perché più che accettare non puoi fare. In quel momento li' e' andata come è andata. Almeno abbiamo saputo subito da dove sono venuti questi piccoli milligrammi. Però comunque ho fatto fatica ad accettare questi tre mesi perché nella mia testa ho sempre saputo di non aver fatto niente, perché devo pagare il prezzo? Invece poi abbiamo parlato col mio avvocato, ma comunque parlato in modo molto concreto di quello che potesse succedere nei peggiori dei casi, quindi abbiamo deciso questo. Però è successo l'anno scorso, più o meno un anno fa, che l'ho saputo e quindi abbiamo vissuto un anno intero di difficoltà”. Per mesi ha dovuto convivere con il peso di una verità che conoscevano in pochi: “Guardiamo sempre i risultati, però come mi sono sentito io in campo non era come un giocatore dovrebbe sentirsi, perché noi ci alleniamo tanto per poi divertirci quando giochiamo una partita bella. Questo divertimento giorno dopo giorno è andato un po' via perché ho pensato ad altre cose. La fortuna che ho avuto delle persone intorno a me che mi hanno aiutato molto. Parlo del mio team, delle persone che ho vicino, della famiglia e alla fine ho costruito un po' la mia bolla dove nessun altro poi entrava e questo sicuramente mi ha dato la voglia di continuare, la voglia di prepararci bene per i Grand Slam perché comunque l'anno scorso ho giocato molto bene quei tornei". Le critiche Alla fine, la scelta del patteggiamento con la Wada ha comportato una squalifica di tre mesi. Una decisione che, guardando indietro, non rimpiange: “Ormai è andata”. Ma resta una domanda aperta: le regole sul doping nel tennis sono eque per tutti? “È difficile rispondere a questo perché ognuno ha gli stessi protocolli, ognuno quando è positivo ha lo stesso percorso da fare, non ce n'è nessuno che ha dei trattamenti diversi, anche se nel mio caso ho ricevuto un po' di critiche". E proprio sulle critiche, soprattutto su alcune, Sinner preferisce non parlare. Che effetto ti hanno fatto le dichiarazioni di alcuni campioni come Djokovic, Serena Williams o la nostra Federica Pellegrini? “Mah…va bene, non ho neanche voglia di rispondere, ognuno è libero di dire quello che vuole, ognuno può giudicare, va bene. Per me è importante quello che è successo, ma soprattutto quello che ho passato, che è molto difficile. Non lo auguro veramente a nessuno passare da innocente una roba del genere".
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