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"Ho pensato di lasciare il tennis". La confessione di Sinner al Tg1
Ieri 29-04-25, 20:31
A pochi giorni dal rientro ufficiale agli Internazionali d'Italia, in programma dal 7 al 18 maggio a Roma, Jannik Sinner si è raccontato in tv. Il campione italiano, numero uno nel ranking mondiale, è stato ospite su Rai1 in prima serata, intervistato dal direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Il campione altoatesino ha parlato in un'intervista esclusiva dal titolo e dal ritmo tutto tennistico "Gioco, partita, incontro". «Sicuramente l'anno scorso era molto stressante» ha risposto al direttore del Tg1 Chiocci Sinner, che sta scontando la squalifica concordata con la Wada per il caso Clostebol. «Siamo riusciti comunque a ottenere dei risultati incredibili. Anche quest'anno siamo partiti molto molto bene. Poi è successo quello che è successo. All'inizio era un po' strano nella situazione in cui mi sono trovato. Anche fuori dal campo sono successe delle cose che comunque non mi aspettavo. Però, diciamo, piano piano sto rientrando nel ritmo di allenamenti veri, con un obiettivo davanti. Mi sto allenando anche con dei giocatori forti, anche per vedere su che livello sto giocando. A volte va molto bene, a volte c'è un calo e non so perché. Sono sicuramente molto contento di rientrare in campo e in partita. Soprattutto a Roma è un torneo speciale per me». E ancora: «Mi manca la competizione. Nell'allenamento non hai la pressione, non hai la tensione a volte che hai in partita. Vediamo, però sicuramente sono molto contento che questa fase sia terminata e siamo pronti di ripartire». Alla domanda di Chiocci: «Torniamo un attimo al giorno in cui hai saputo che erano state rinvenute queste piccole tracce di Clostebol nel tuo ex fisioterapista. Quel giorno lì cos'hai provato, cosa hai sentito? Un sentimento di paura, di impotenza, di rabbia?», Sinner ha risposto: «Cos'è successo? In quel momento lì non ho proprio capito di quello che è successo perché non sapevo nulla, ma ho dovuto rispiegare un po' tutto come è andato dietro le mie spalle, non sapevo niente. E poi da quel momento lì ho accettato perché più di accettare non puoi fare. In quel momento lì è andato come è andata» ha precisato il tennista. «Abbiamo provato, almeno abbiamo saputo subito di dove è venuto questi piccoli milligrammi. Però, comunque, ho fatto fatica ad accettare questi tre mesi perché nella mia testa ho detto che non ho fatto niente, perché devo pagare il prezzo, no? Invece poi abbiamo parlato col mio avvocato, ma comunque parlato in modo molto concreto di quello che avrebbe potuto succedere nei peggiori dei casi, quindi abbiamo deciso questo. Però è successo l'anno scorso, più o meno un anno fa, che l'ho saputo e quindi abbiamo vissuto un anno intero di difficoltà». Chiocci, a quel punto, ha incalzato: «La cosa incredibile era che insomma voi sapevate questa cosa, tu sapevi insieme ai collaboratori più stretti, ma il mondo non sapeva e nonostante questo hai continuato a giocare a livelli alti». E Sinner ha replicato: «Guardiamo sempre i risultati, però come mi sono sentito io in campo non era come un giocatore se dovrebbe essere, perché noi ci alleniamo tanto per poi divertirci quando giochiamo una partita bella. Io questo divertimento giorno dopo giorno è andato un po' via perché ho pensato ad altre cose. La fortuna è avere avuto delle persone intorno a me che mi hanno aiutato molto e che mi hanno creduto di quello che è successo soprattutto e che sono stati accanto a me ad aiutarmi in quei momenti lì, parlo del mio team, delle persone che ho vicino, della famiglia e alla fine ho costruito un po' la mia bolla dove nessun altro poi entrava e questo sicuramente mi ha dato la voglia di continuare, la voglia di prepararci bene per il Grande Slam perché comunque l'anno scorso ho giocato molto bene il Grande Slam, ho avuto un piccolo infortunio prima di Roland Garros, però Roland Garros poi ho giocato molto bene è andato tutto comunque bene anche se io non mi sono sentito una persona felice in campo»- Al che, il direttore del Tg1 ha ribattuto: «Tu alla fine hai dovuto patteggiare con la UA tre mesi di squalifica, col senno di poi, lo rifaresti, è una cosa giusta, una cosa che ti fa rabbia?», e alla risposta di Sinner: «Ormai è andata», Chiocci però insiste: «Ci sei passato, ma secondo te, visto anche che qualcuno ha parlato di disparità di trattamento, le regole del doping nel tennis potrebbero essere riviste in qualche modo?», e il campione altoatesino replica: «È difficile rispondere a questo perché ognuno ha i stessi protocolli, ognuno quando è positivo ha lo stesso percorso da fare, non ce n'è nessuno che ha dei trattamenti diversi, anche se nel mio caso ho ricevuto un po' di critiche che sono state trattate in modo diverso, invece no, perché ho dovuto fare tante tante gearings in quel coso lì e mi hanno controllato anche forse più degli altri, perché sono andato avanti quando doveva finire, poi la UA ha fatto il processo di nuovo». «Oltre al talento cosa serve per essere e restare il numero uno?» chiede Chiocci. Sinner replica: «Servono sacrifici, serve la fortuna, quella di non farsi male al momento giusto, e il talento è importante se lo combini con il lavoro». Il direttore del Tg1 puntualizza: «La tua arma in più è la calma, la facilità con cui riesci a gestire la pressione... è possibile che Sinner non abbia mai uno scatto di rabbia? Giocare a tennis è come giocare a poker, e comunque ho dei momenti anch'io in cui sono più nervoso del solito. Ci sono tanti momenti dove non tutto va alla perfezione, però alla fine è un gioco, e lo devi giocare.» Alla delicata domanda di Chiocci: «Che effetto ti hanno fatto le dichiarazioni di certi campioni su di te, fra cui quelle di Federica Pellegrini?», Sinner ha risposto diplomaticamente; «Ognuno è libero di dire ciò che vuole, l'importante è che sappia io cos'è successo, e cos'ho passato. Non auguro a nessuno di passare da innocente una cosa simile». Il campione ha quindi rievocato il momento più magico della sua carriera: «Quando ho saputo che sono diventato numero uno al mondo. Non è solo un risultato, ma il risultato di un anno intero, risultato dopo risultato... e un altro momento pazzesco, essendo italiano, quando entri sul centrale a Roma, sul centrale a Torino, non sembra di stare in un campo da tennis, sembra di stare in uno stadio di calcio. Una sensazione difficile da spiegare». Gian Marco Chiocci ha posto infine la domanda da cento milioni di dollari: «C'è stato mai un momento, specie nei primi tempi, in cui hai pensato: basta, mi sono stufato, lascio, mollo tutto?». E il tennista ha ammesso: «Si. Si - poi, dopo una lunga pausa - mi ricordo prima di Australian Open quest'anno ero in un momento non felicissimo, ho detto c'è ancora quel caso di doping, e a fine anno ho detto ok, è passato quest'anno, vediamo l'anno prossimo, vediamo com'è la situazione. Arrivo lì in Australia, non mi sentivo proprio a mio agio, nel locker room, mangiavo e i giocatori mi guardavano in modo diverso, non mi piaceva proprio, e lì ho detto, è pesante vivere il tennis in questo modo qua. Io ero sempre uno che scherzava, che andava nel locker room, con questo e quell'altro scherzavo, poi ho detto, magari dopo l'Australian... ho detto: stacco un pochettino, e magari mi fa bene. È andata così come è andata, ma non volevo che andasse così. Ecco, però, nell'altro senso forse in quel momento lì mi ha fatto bene, tre mesi sono tre mesi ed è troppo. E la ragione che non ho giocato Rotterdam è proprio quella lì, non voglio giocare Rotterdam anche perché è giusto che io faccia riposare il corpo, far delle scelte giuste professionalmente. Però era anche una ragione di... ok, mi serve un po' di tempo diverso, con amici o con quello che è. Anche mettere in priorità le persone a cui voglio veramente bene». Alla fine della bella e spontanea intervista con il direttore del Tg1, Sinner ha salutato i suoi tantissimi tifosi italiani dando appuntamento a Roma, agli Internazionali d'Italia, il cui inizio è imminente.
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