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Economia e Finanza
Stellantis, crollo della produzione in Italia. Fim: "Risultato peggiore delle previsioni"
Oggi 07-10-25, 16:17
AGI - Prosegue il peggioramento dei dati produttivi di Stellantis in Italia, rispetto al già difficile 2024. Nei primi nove mesi dell'anno sono state realizzate complessivamente 265.490 unità tra auto e veicoli commerciali, con un calo del -31,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Ovvero, crollo di un terzo delle produzioni. E per la chiusura dell'anno le previsioni sono nere". È quanto sottolinea l'osservatorio periodico di Fim-Cisl, secondo cui nel dettaglio la produzione di auto è scesa del 36,3% a 151.430 unità, mentre quella di veicoli commerciali del 23,9% a 114.060. Con tutti gli stabilimenti italiani che hanno fatto registrare dati in flessione rispetto al 2024 e perdite comprese tra il 17% e il 65%. Previsioni negative per il 2025 "Anche il 2025, come il 2024, chiuderà con una riduzione complessiva di circa un terzo dei volumi produttivi, un risultato ben peggiore di quanto previsto a inizio anno", osserva il segretario generale Fim Cisl, Ferdinando Uliano. E sottolinea: "Le previsioni per la chiusura dell'anno restano fortemente negative: poco più di 310.000 unità complessive, con le autovetture che scenderanno sotto le 200.000. Attualmente, quasi la metà della forza lavoro del gruppo è interessata da ammortizzatori sociali". Secondo la Fim, le nuove produzioni - la 500 ibrida (in partenza a novembre) e i modelli di Melfi (DS8 già in produzione e Jeep Compass da ottobre) - potranno dare risultati significativi solo nel corso del 2026. Per Uliano, "serve un cambio di passo da parte dell'Unione Europea e del Governo Italiano: è necessario un piano industriale europeo espansivo, sostenuto da debito comune e da un nuovo Fondo europeo con dotazioni paragonabili al Next Generation EU, per accompagnare la transizione garantendo sostenibilità non solo ambientale, ma anche sociale. Anche il Governo italiano deve fare la propria parte, individuando risorse adeguate per sostenere e rilanciare il settore automotive e l'intera filiera dell'indotto". Secondo l'analisi, la rimodulazione delle sanzioni sulle emissioni di CO2 previste per il 2025 non è sufficiente ad arginare le ricadute industriali e occupazionali che le case automobilistiche stanno subendo. Per questo, è indispensabile ridefinire tempi e modalità di attuazione della decarbonizzazione, rendendo il processo sostenibile sul piano industriale, economico e sociale. Il 20 ottobre, ricorda la Fim, a Torino si terrà il primo incontro tra le organizzazioni sindacali italiane e il nuovo CEO di Stellantis, Antonio Filosa. "Si tratta di un appuntamento cruciale - prosegue Uliano - è indispensabile costruire relazioni sindacali solide e costruttive per affrontare le gravi difficoltà del gruppo e del settore". Obiettivi della Fim Cisl L'obiettivo della Fim Cisl, si legge nell'osservatorio, resta quello di garantire a ogni sito produttivo una prospettiva industriale e occupazionale certa, contrastando qualsiasi atto unilaterale, chiusura o licenziamento, e orientando la transizione tecnologica verso soluzioni concrete, condivise e socialmente sostenibili. "Un obiettivo tutt'altro che scontato - insiste Uliano - alla luce dei livelli produttivi registrati nel 2024 e nel 2025". Per questo, spiega, "è necessario rafforzare e migliorare il piano di investimenti ottenuto dopo lo sciopero del settore auto del 18 ottobre 2024 e la successiva uscita di Tavares. Quel piano - ricorda il sindacalista - prevede anche per l'Italia la nuova piattaforma Small con due nuovi modelli compatti a Pomigliano dal 2028. La nuova 500 e a Mirafiori accanto alla 500 ibrida in produzione da novembre 2025. L'introduzione di versioni ibride per le auto previste nelle versioni elettriche tra il 2025 e 2026 a Melfi, la nuova gamma large sui veicoli commerciali, lo sviluppo anche delle versioni ibride delle full electric previste su Stelvio e Giulia e in aggiunta un nuovo modello top di gamma sempre su piattaforma large". Su Modena, conclude, "è previsto il lancio del progetto alto di gamma con il trasferimento di Maserati GT e GC. Rimangono invece preoccupazioni sul futuro di Termoli dopo lo stop alla gigafactory".
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