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Estero
Talco Johnson & Johnson: 3.000 cause per rischio cancro
16-10-2025, 10:47
AGI- Johnson & Johnson è al centro di una nuova tempesta giudiziaria e questa volta nel Regno Unito. Oltre 3.000 persone hanno intentato una causa collettiva contro il colosso farmaceutico, accusandolo di aver venduto per decenni talco per bambini contaminato da amianto, una sostanza nota per i suoi legami con vari tipi di cancro. L’azione legale, una delle più grandi mai avviate nel Paese per responsabilità da prodotto, si basa su documenti interni e relazioni scientifiche che indicherebbero come l’azienda fosse a conoscenza dei rischi già dagli anni Sessanta. Secondo i documenti depositati in tribunale, visionati e riportati dalla BBC, J&J avrebbe saputo che il suo talco minerale conteneva forme fibrose di talco, oltre a minerali come tremolite e actinolite, classificati come amianto nella loro forma fibrosa e collegati a tumori potenzialmente letali, come il mesotelioma e il cancro ovarico. La causa sostiene che, pur conoscendo questi rischi, l’azienda non avrebbe mai avvertito i consumatori, preferendo invece promuovere il prodotto come simbolo di purezza e sicurezza attraverso campagne pubblicitarie di largo respiro. J&J respinge con forza le accuse, affermando che il suo talco per bambini “era conforme a tutti gli standard normativi richiesti, non conteneva amianto e non provoca il cancro”. Ribadendo che “la sicurezza dei nostri prodotti è stata confermata da anni di test indipendenti”. Tra le prove citate figurano comunicazioni interne risalenti agli anni ’70. In un promemoria del 1973, un dirigente avrebbe segnalato la presenza di “quantità inferiori alla traccia” di tremolite o actinolite nel talco per bambini. Nella stessa corrispondenza, i manager avrebbero discusso la possibilità di brevettare un processo per rimuovere le fibre di amianto, suggerendo di “mantenere la questione riservata” per non renderla pubblica. Secondo l’accusa, l’azienda avrebbe anche esercitato pressioni sulla Food and Drug Administration (FDA) americana affinché accettasse standard di test meno rigorosi, che non avrebbero rilevato tracce di amianto nei prodotti. J&J sostiene, invece, che tali discussioni siano state “mal interpretate” e che i documenti citati si riferissero a ipotesi tecniche e a considerazioni normative, non a prove effettive di contaminazione. Molti dei querelanti britannici sono donne che hanno sviluppato tumori ovarici o mesoteliomi dopo aver utilizzato per anni il talco per bambini J&J. Tra loro, Siobhan Ryan, 63 anni, del Somerset, che alla BBC ha raccontato: “Mia madre lo usava e io lo usavo. Pensavo di fare il meglio per i miei bambini. Quando mi hanno diagnosticato un cancro alle ovaie al quarto stadio, non potevo crederci”. Dopo diversi cicli di chemioterapia e un intervento chirurgico invasivo, Siobhan continua la sua battaglia contro la malattia. “Sapevano che era contaminato eppure lo hanno venduto alle neomamme e ai loro bambini”, ha detto. La causa britannica ricalca un ampio contenzioso già in corso negli Stati Uniti, dove Johnson & Johnson è stata condannata in diversi casi a pagare miliardi di dollari di risarcimenti, anche se in alcuni episodi l’azienda ha vinto in appello. All’inizio di ottobre, un tribunale del Connecticut ha condannato J&J e le sue entità successive a versare 25 milioni di dollari a un uomo affetto da mesotelioma peritoneale dopo anni di utilizzo del talco per bambini. Nel frattempo, la società ha cessato la vendita di talco contenente talco minerale nel Regno Unito nel 2023, mentre negli Stati Uniti il prodotto è stato ritirato nel 2020. La linea è ora gestita da Kenvue, una nuova società nata dalla divisione “consumer health” di J&J. Gli avvocati dei querelanti stimano che il valore complessivo dei risarcimenti richiesti nel Regno Unito potrebbe raggiungere centinaia di milioni di sterline, rendendo questo uno dei casi più rilevanti nella storia legale britannica in materia di salute dei consumatori. Johnson & Johnson continua a negare ogni responsabilità, ma l’esito del processo potrebbe avere ripercussioni significative non solo per l’azienda, ma anche per l’intera industria dei cosmetici e dei prodotti per l’infanzia.
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