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Cronaca
Temperature in aumento, geni in movimento: cosa accade agli orsi polari
Oggi 13-12-25, 01:25
AGI - Uno studio dell'Università di East Anglia, pubblicato su Mobile DNA, mostra per la prima volta che l'aumento delle temperature può attivare in modo diverso specifiche sequenze genetiche negli orsi polari, suggerendo un possibile adattamento alle condizioni più calde osservate nella Groenlandia sud-orientale. L'analisi di un team guidato da Alice Godden indica che i cosiddetti "jumping genes", piccoli elementi mobili del genoma, risultano molto più attivi negli individui che vivono nella regione più calda e instabile, un ambiente simile a quello previsto per la specie nelle prossime decadi. Il lavoro confronta campioni di RNA di due popolazioni geneticamente distinte, separatesi circa 200 anni fa, mostrando che i cambiamenti nella trascrizione genica correlano con la variabilità termica locale. I ricercatori evidenziano che questa maggiore attività dei transposoni potrebbe accelerare la riscrittura di porzioni del DNA, contribuendo all'adattamento fisiologico a temperature elevate, stress termico e disponibilità di cibo più variabile. Lo studio si inserisce in un contesto critico per la specie: oltre due terzi degli orsi polari rischiano l'estinzione entro il 2050 e lo scioglimento dei ghiacci marini limita le superfici da cui cacciare le foche, aumentando isolamento e scarsità alimentare. In Groenlandia sud-orientale, dove l'ambiente è già più caldo e meno ghiacciato rispetto al nord-est, i ricercatori hanno osservato anche segnali genetici legati al metabolismo dei grassi e alla capacità di sfruttare fonti alimentari meno ricche rispetto alla dieta tradizionale. La combinazione di dati climatici e attività trascrizionale suggerisce che l'ambiente stia guidando variazioni rapide nel genoma dei singoli gruppi, con effetti potenzialmente cruciali per la sopravvivenza. Il metodo utilizzato - RNA sequencing ad alta risoluzione - ha permesso di identificare hotspot genetici nei quali l'attività dei transposoni è particolarmente accentuata. Gli autori sottolineano che questi risultati non riducono il rischio complessivo per la specie. Le attuali pressioni climatiche restano letali e l'adattamento osservato potrebbe rappresentare un meccanismo di compensazione limitato, non sufficiente a controbilanciare la perdita del ghiaccio marino. Lo studio conferma comunque la necessità di analizzare con urgenza i genomi delle circa 20 sottopopolazioni esistenti per comprendere quali abbiano maggior potenziale adattativo. Il lavoro amplia ricerche precedenti condotte dall'Università di Washington, che aveva già rilevato la distinzione genetica tra gli orsi delle due regioni della Groenlandia. Il nuovo studio, sostenuto dal Natural Environment Research Council e dall'European Research Council, fornisce evidenze statisticamente significative di un legame tra riscaldamento climatico e modificazioni del DNA in un mammifero selvatico, rafforzando la necessità di un monitoraggio genetico su scala globale. I ricercatori affermano che indagini future dovranno estendersi ad altre popolazioni, integrando dati climatici, alimentari e genetici per definire strategie di conservazione basate sulle capacità adattative reali.
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