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Politica
Terzo Polo addio, ora Renzi guarda a sinistra
20-07-2024, 02:37
AGI - Era a un bivio fra Terzo Polo e centrosinistra fino a una settimana fa. Adesso, per Italia Viva è già arrivato il momento di aprire una fase nuova attraverso il degasperiano "centro che guarda a sinistra". La marcia di avvicinamento di Matteo Renzi ai vecchi compagni di viaggio del Partito Democratico continua a tappe forzate, apparentemente incurante dei tentativi di tirare il freno di emergenza messi in atto da Giuseppe Conte: "Negli ultimi anni Renzi si è vantato di avermi mandato a casa, mi attaccava sulla gestione della pandemia e ora dice che sono un interlocutore privilegiato. Alle sue dichiarazioni rispondo semplicemente che per noi del Movimento 5 stelle la politica è una cosa seria", risponde il presidente del Movimento 5 Stelle. Il leader di Italia Viva ha però in tasca il 'lasciapassare' di Elly Schlein che, in nome dell'unitarietà più testarda che ha voluto imprimere al Partito Democratico va ripetendo che il Partito Democratico, nella costruzione del campo progressista, "non mette veti e non ne accetta da nessuno". Ma a convincere il leader di Italia Viva della necessità di guardare al centrosinistra è stato soprattutto il voto europeo che ha certificato attraverso i numeri un fatto: il teatro politico non prevede comprimari fra destra e sinistra. "Penso che il risultato delle elezioni europee sia molto chiaro", spiega l'ex rottamatore: "Il Paese è molto più affezionato al bipolarismo di quanto lo siamo stati noi", ammette ora Renzi. Nel partito di Renzi, stando a quanto viene riferito da fonti parlamentari, sono in molti a mostrarsi soddisfatti della nuova fase annunciata dal leader, soprattutto chi viene da un passato di "centro-sinistra" quando non di "sinistra-sinistra". Chi non mostra particolare entusiasmo è Luigi Marattin. Il deputato Iv, in particolare, punta il dito sulla modalità con cui Renzi ha scelto la strada da prendere: non saranno gli iscritti a scegliere, ma l'assemblea nazionale "i cui membri sono tutti nominati da Matteo", scrive Marattin sui social. Nel merito, poi, l'esponente di Italia Viva mostra di non apprezzare il ruolo di "bilanciamento riformista" che Renzi avrebbe scelto rispetto a chi "vuole la patrimoniale, uscire dalla Nato, abolire il Jobs Act, eccetera. Nel 'campo largo' con Conte e Fratoianni". Per questa ragione Marattin chiede al presidente Iv di chiarire "fin da subito che proporrà all'Assemblea di far compiere questa decisiva scelta a tutta la comunità di Italia Viva, tramite un congresso sereno, trasparente e leale. In cui far scegliere a tutti gli iscritti la collocazione politica del partito". Dall'altra parte del campo progressista, i dem e la segretaria Elly Schlein per prima, sono convinti che la strada della massima unità rimanga l'unica per cercare di battere le destre. E viste le prossime scadenze elettorali, con Umbria ed Emilia-Romagna al voto, non c'è da fare gli schizzinosi. Perdere l'Emilia-Romagna è una ipotesi lunare in casa dem. Ma la 'zuffa' interna al centrosinistra ha già mostrato di rendere possibili anche i più foschi degli scenari. L'Umbria, poi, rappresenta una opportunità unica per strappare una regione alla destra nel momento in cui ai dem si mostrano più evidenti le "crepe" all'interno della maggioranza. Lo si è visto con il passaggio al Senato del dl liste d'attesa, quando la Lega - schierata assieme alle Regioni - ha chiesto e ottenuto di rivedere l'articolo 2 del provvedimento cosi' da togliere al ministero della Sanità il controllo diretto sull'operato delle aziende ospedaliere e delle Asl. E lo si è visto, osservano ancora i dem, con il voto sul mandato bis di Ursula Von der Leyen. Per tutte queste ragioni, al Nazareno la porta rimane aperta. "Schlein non ha posto mai veti su nessuno e non è disposta a subirne. E questa è la posizione del Partito democratico, non ci saranno veti per nessuno e nessuno può porne", sottolinea Francesco Boccia, presidente dei senatori dem e protagonista di innumerevoli scambi di fioretto con Renzi. "Bene l'unità, ma ora va praticata, Bisogna vederlo nelle Regioni. Andremo al voto in Emilia-Romagna, Umbria e speriamo in Liguria presto. Le forze politiche che si rivedono nel progetto unitario dei progressisti devono essere conseguenti", conclude Boccia.
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