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Estero
Ucraina, è scontro tra Borrel e Tajani sui limiti dell'uso delle armi
30-08-2024, 12:31
AGI - È scontro - anche se non diretto - tra l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sull'ipotesi di revocare le restrizioni per l'uso delle armi occidentali fornite all'Ucraina per colpire obiettivi militari in territorio russo. Ieri Borrell, ancora una volta, aveva esortato a rimuovere quelle restrizioni che rendevano "inutili" le armi fornite alle forze armate di Kiev. Per il capo della Farnesina invece si trattava di "un periodo ipotetico dell'irrealta'". Tajani, che si è detto anche contrario alla scelta del diplomatico spagnolo di organizzare il consiglio informale a Bruxelles invece che a Budapest, l'Italia fornisce armi difensive e quindi quelle restrizioni rimangono. "Ogni Paese è libero di decidere come è giusto utilizzare le armi inviate all'Ucraina. Noi abbiamo inviato soprattutto armi difensive, adesso stiamo per inviare la nuova batteria Samp-T che è difensiva quindi non può essere utilizzata in territorio russo. Ribadiamo: noi non siamo in guerra con la Russia. Anche la Nato non è in guerra con la Russia, quindi per l'Italia rimane la posizione di utilizzare le nostre armi all'interno del territorio ucraino. Gli altri Paesi decidono come ritengono opportuno fare", è stato il messaggio del vice premier italiano. Oggi Borrell - al suo arrivo al Consiglio informale Difesa - è tornato a gamba tesa sulla questione. "È chiaro che è qualcosa che dipende da ciascuno Stato. Non è una politica dell'Ue. I Paesi che inviano missili a lungo raggio e altre armi all'Ucraina decideranno ciascuno come utilizzarli. Ma penso che sia ridicolo affermare che consentire di colpire obiettivi all'interno del territorio russo significhi essere in guerra contro Mosca. Non siamo in guerra contro Mosca, penso che sia ridicolo dirlo", ha tuonato. "Sosteniamo l'Ucraina. L'Ucraina viene attaccata dal territorio russo e, secondo il diritto internazionale, può reagire attaccando i luoghi da cui viene attaccata. Quindi non c'è nulla di strano in ciò. Si può essere d'accordo o meno, ma se alcuni Stati membri lo fanno non si entra in guerra contro Mosca", ha ribadito.
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