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Estero
Vino, le misure Ue di sostegno al settore
29-03-2025, 02:55
AGI - La Commissione europea ha proposto una serie di misure per garantire che il settore vitivinicolo europeo rimanga "competitivo, resistente e un motore economico essenziale nei prossimi decenni". Le misure comprendono, tra l'altro, una maggiore flessibilità in materia di piantagione, strumenti di prevenzione degli eccessi, regole di commercializzazione chiare, un sostegno rafforzato per diventare più resistenti ai cambiamenti climatici, un'etichettatura armonizzata e un aiuto per promuovere l'enoturismo. Prevenzione delle eccedenze di produzione Nello specifico, per prevenire le eccedenze di produzione, contribuire a stabilizzare il mercato e proteggere i produttori dalle tensioni finanziarie, la Commissione europea propone di autorizzare gli Stati membri a prendere provvedimenti, come l'estirpazione (rimozione di viti indesiderate o in eccesso) e la vendemmia verde (rimozione di uve non mature prima della raccolta). Flessibilità nelle piantagioni Per quanto riguarda la flessibilità nelle piantagioni, ai produttori sarebbe concessa una maggiore flessibilità nel regime di autorizzazioni al reimpianto per aiutarli a prendere decisioni di investimento nell'attuale contesto in continua evoluzione. Gli Stati membri potranno inoltre calibrare meglio le autorizzazioni di impianto in base alle loro esigenze, sia nazionali che regionali. Resilienza ai cambiamenti climatici Nelle proposte della Commissione, il settore riceverà inoltre un sostegno maggiore per diventare più resiliente ai cambiamenti climatici. Gli Stati membri potranno aumentare l'assistenza finanziaria massima dell'Unione fino all'80% dei costi di investimento ammissibili per gli investimenti finalizzati alla mitigazione e all'adattamento ai cambiamenti climatici. Commercializzazione e etichettatura Inoltre, la commercializzazione di prodotti innovativi sarà più semplice, con regole più chiare e denominazioni di prodotto comuni per i prodotti vinicoli a basso contenuto alcolico in tutto il mercato unico. Presentate proposte anche per armonizzare l'etichettatura. "Gli operatori beneficeranno di un approccio più armonizzato all'etichettatura del vino, che ridurrà i costi e semplificherà il commercio attraverso i confini dell'Ue, fornendo ai consumatori un facile accesso alle informazioni", specifica una nota dell'esecutivo Ue. Sostegno all'enoturismo Per sostenere l'enoturismo e sviluppare il settore, riceveranno assistenza le associazioni di produttori che gestiscono vini protetti da indicazioni geografiche, contribuendo così allo sviluppo economico delle zone rurali. Previsto anche il prolungamento delle campagne promozionali finanziate dall'Ue per il consolidamento del mercato nei Paesi terzi, la cui durata sarà estesa da 3 a 5 anni, per garantire una migliore promozione dei vini europei. Definizione di vini dealcolati Maggiore attenzione, anche sulla definizione di vini dealcolati. La Commissione europea propone anche di modificare la dicitura "vini dealcolati", introdotta nella riforma della Pac del 2021. Per rendere più attraente e familiare la famiglia di prodotti, viene proposto di usare la definizione "alcol free" per i vini con volume di alcol inferiore allo 0,5%, con la possibilità di ampliare la dicitura in "alcol free 0,0%" in caso il volume sia inferiore allo 0,05%. Al di sopra allo 0,5%, ma al di sotto del 30%, viene prevista la dicitura "alcol light" (bassa gradazione). Indicazione degli ingredienti tramite QR code Per quanto riguarda l'indicazione degli ingredienti in etichetta tramite QR code, infine, l'esecutivo Ue propone di ottenere il potere delegato di legiferare sul tipo di QR code presente nell'etichettatura elettronica, in modo da limitare e armonizzare le differenze proposte dalle norme dei diversi Stati membri. In sostanza, la Commissione europea prevede un pittogramma o un simbolo, invece della dicitura a parole, per far comprendere al consumatore che il QR code rimanda agli ingredienti o ai valori nutrizionali. L'idea è quella di uniformare l'etichetta elettronica e ridurre i costi per i produttori e gli operatori del settore, che così non dovrebbero cambiarla o tradurla per esportare il prodotto in diversi Paesi.
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