s
Politica
Alla Camera si vota la sfiducia contro Santanché e Salvini
03-04-2024, 12:19
È il giorno della mozioni di sfiducia promosse dalle opposizioni contro Daniela Santanché e Matteo Salvini. I due ministri del governo Meloni alla prova dell'aula di Montecitorio: la discussione sui titolari del dicastero del Turismo e delle Infrastutture si protrarrà, come da calendario, fino a domani. Ma l'esito appare scontato. Da Palazzo Chigi l'ordine è stato quello di difendere i due componenti dell'esecutivo e d'altra parte l'aula semideserta, così come i banchi del governo coperti dalla sola ministra dell'Università Anna Maria Bernini e dalla sottosegretaria Matilde Siracusano, spiegano meglio di molte parole i rischi, praticamente nulli, che corrono oggi Salvini e Santanché. Se uno dei due dovesse essere sfiduciato, quasi automaticamente il governo cadrebbe e questo non è all'orizzonte, nonostante i sospetti tra Fratelli d'Italia e Lega che hanno portato a calendarizzare le due mozioni nello stesso giorno per evitare sgambetti reciproci. Le opposizioni hanno chiamato in causa i due ministri per ragioni diverse. A Santanché viene imputata la gestione di Visibilia, il gruppo fondato dalla ministra, al centro di una serie di indagini, una delle quali sull'uso della cassa integrazione durante il periodo Covid. Va ricordato che per ora l'esponente di FdI non è indagata. E si dice "zero preoccupata". Anche perché, pure tra le stesse opposizioni si registrano posizioni differenti. Pd, Avs e M5s voteranno sì alla sfiducia, mentre Italia viva si è smarcato: "Votiamo no alla sfiducia basata sul giustizialismo", ha detto l'ex premier Matteo Renzi pur sottolineando i limiti politici della ministra del Turismo. Azione dovrebbe votare la sfiducia "per ragioni politiche", ha detto Elena Bonetti, sebbene altri esponenti come Maria Stella Gelmini ed Enrico Costa abbiano espresso perplessità suggerendo un ripensamento. I rischi per Santanché potrebbero arrivare più avanti, nel caso in cui la procura di Milano decidesse di indagarla formarmente. A quel punto potrebbe essere la stessa Meloni a chiederle un passo indietro. Diversa invece è l'iniziativa delle opposizioni contro Salvini. La mozione presentata da Azione. poi sottoscritta anche da Pd, M5s e Avs, puntava a far luce sui rapporti tra la Lega, Putin e la Russia. In questo secondo caso i partiti che si oppongono al governo Meloni dovrebbero votare "Sì", all'unisono. Al centro degli attacchi contro il leader della Lega le parole pronunciate dopo la morte di Navalny e quelle rilasciate a commento delle rielezione di Putin ("Quando un popolo vota, ha sempre ragione"). Oltre all'accordo tra il Carroccio e Russia unita, partito che fa capo al presidente russo: proprio a questo proposito, dopo il pressing delle opposizioni, ma pare anche su spinta di Meloni e Tajani, la Lega ha pubblicato ieri una nota in cui si spiega che con l'ìnvasione dell'Ucraina quell'accordo ha perso ogni valore.
CONTINUA A LEGGERE
16
0
0
Guarda anche
Il Foglio
13:52
Dentro la campagna di disinformazione russa contro Israele
Il Foglio
10:18