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Sport
Che cosa nasconde Sinner dietro a quel numero uno
09-11-2024, 09:00
A Torino Jannik Sinner è ovunque. Manifesti, pubblicità, selfie in carne e ossa, avvistamenti, veri o presunti. In città sono rimaste forse una manciata di persone a non essere state contagiate dalla tendenza Jannik. Nella settimana che precede le Atp Finals lo si è visto in tutte le vesti, Sinner tennista (meno di quanto avrebbe voluto), Sinner versione calendar boy (nel calendario Lavazza 2025 in cui il marchio italiano festeggia i 130 anni di storia il tennista fa la sua comparsa nel mese di maggio, coloratissimo e fotografato dall’artista Omar Victor Diop), Sinner che posa la prima pietra della biobanca all’Istituto di Candiolo per la ricerca contro il cancro, Sinner intrattenitore, Sinner che svela ai bambini di essere scaramantico, Sinner versione autista che prova a defilarsi e a concedersi il lusso della privacy, Sinner guest star nella cerimonia d’apertura, la più popstar delle popstar in mezzo a Blanco, Marco Mengoni e Madame, Sinner che forse suo malgrado fa sold out ovunque si trovi. La Sinner Tennis Week, il suo primo torneo giocato in Italia da numero uno al mondo, è cominciata con una settimana di anticipo, il giorno del suo arrivo in città, domenica 3 novembre. Davanti all’albergo, ad aspettarlo fin dalla mattina e con la prospettiva di attendere altre dieci ore in piedi, centinaia di persone, non solo bambini. Sono le mamme le più agguerrite. Già dalla prima mattina conquistano la prima fila e da lì non si schiodano. Ma è un giorno di festa, non fa caldo, perché è qui? “Perché mi ricorda i miei figli quando erano piccoli, la loro versione migliore, questo ragazzo mi fa commuovere”. Per questa signora Roger Federer è un nome con un altro, l’abbonamento per seguire il tennis lo ha sottoscritto l’anno scorso proprio di questi tempi; prima si lamentava con il marito per tutti i soldi spesi con il calcio, adesso lascia perdere. Dice che Sinner la emoziona ed effettivamente così è ed è un sentimento condiviso. Il ragazzo dal temperamento di ghiaccio scalda i cuori. Andrey Rublev, qualificato per le sue quarte Finals in extremis a precisa domanda ha risposto così: “Sinner; che dire di Sinner? È un fenomeno, mi piacerebbe avere qualcosa di lui”. Così Alexander Zverev, che ha già conquistato le Finals due volte e dopo aver scavalcato Carlos Alcaraz nel ranking, è considerato il vero avversario dell’italiano nell’ultimo torneo dell’anno. Durante il media day il tedesco avrebbe dovuto fare uno scherzo all’azzurro per farlo indispettire. Dopo alcune prove fallite, è stato costretto a rassegnarsi: “No way, he is too kind!” ha detto il numero due del mondo. Più o meno le stesse parole dello slogan creato dalla Nike dopo la vittoria allo Us Open. “It’s hard to beat the nicest guy”. È difficile battere il ragazzo con i modi di fare più gentili”. Difficile o impossibile? Nel 2024 Sinner ha perso soltanto sei partite su sessantacinque match giocati. Nella stagione che lo ha incoronato re del circuito ha più titoli conquistati, sette, che sconfitte. All’Inalpi Arena nella seconda giornata di torneo, lunedì 11 novembre alle 20.30, verrà premiato per la prima volta in carriera per aver terminato la stagione da numero uno al mondo. È il diciannovesimo giocatore da quando esiste il ranking Atp. Il sospetto che viene guardando i suoi fan è che se fosse numero 2, 3 o 20 al mondo le persone che hanno trascorso la domenica ad aspettare di veder sbucare i suoi capelli rossi dalla macchina sarebbero state le medesime. A 23 anni il suo linguaggio chiaro e cristallino è un’ispirazione, o dovrebbe esserlo, per gli adolescenti e per chi li ha messi al mondo. Soprattutto quando dice: “Mia mamma e mio papà erano felici quando mi vedevano felice. Sapevano di non essere esperti di tennis e quindi si sono fidati di persone che lo erano, senza interferire mai. Mi hanno regalato la libertà”. E questa pare proprio una frecciatina a tutti gli adulti e alle pressioni che esercitano sulla prole. I bambini che gli hanno fatto le domande sulle sue abitudini prima di un match importante, avrebbero avuto lo stesso entusiasmo. Sono stati loro a scoprire uno dei peggiori vizi del ragazzo, gioca troppo alla PlayStation. Giovani di oggi. Nella settimana di vigilia abbiamo visto i diversi outfit di Jannik Sinner, tutti azzeccati: tuta e cappuccio, scarpe lucide e camicie bianchissime, maglioncino azzurro in versione conferenziere, più casual quando ha fatto il motivatore. Adesso però, con permesso e per fortuna, si ricomincia a parlare di tennis, la cosa che preferisce fare come ha raccontato in una recente intervista: “Nel momento in cui vado in campo e mi metto il cappellino, per me esiste solo la palla da tennis. In campo mi sento al sicuro”. Sinner versione tennista, Sinner versione numero uno. Quella che più gli si addice.
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