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È già l’ora di Arda Guler, il gran lusso della Turchia
22-06-2024, 05:48
Più che da favola, è una presentazione da PlayStation. Il ragazzo controlla, fa un tocco appena e telecomanda il pallone sotto l’incrocio. Da 30 metri. A 19 anni e 114 giorni. Il più giovane di sempre a segnare agli Europei – immaginiamo la felicità di CR7, spodestato dal ‘Messi turco’. Ma Arda Guler fa eccezione. È uno degli innumerevoli bersagli di predestinazione sportiva, genio precoce, trasferimenti da record e panegirici pallonari spremuti sin dal vivaio. Eppure, mentre i coetanei cedono umanamente al peso emotivo e ai fumi tossici della celebrità indotta, lui è tra i rarissimi a rispettare le aspettative. Anzi, a superarle. Nonostante gli infortuni – anche qui già ampio il curriculum: operazione al menisco, lesioni muscolari in serie – e una concorrenza tecnica che al Real Madrid non fa mai sconti. Nemmeno Guler: 6 reti in altrettanti tiri in porta negli ultimi tre mesi. Più il gioiello contro la Georgia. Cecchino. “Pochi possono segnare dei gol del genere”, lo incorona Vincenzo Montella, ora ct della Turchia a Euro 2024, ma che comunque in carriera ne aveva messi a referto oltre 200. “È il mio fratellino”, dice Mesut Ozil, suo ex compagno al Fenerbahce, che comunque – pure lui trequartista – aveva saputo vincere tutto. Mentre Carlo Ancelotti a favor di microfoni è parco di incensamenti. Ma protegge Arda come un padre calcistico: lo fa respirare, gli dà il tempo di recuperare la condizione fisica al sicuro in panchina – mentre la stampa spagnola insorge, claro – e lo manda in campo solo al momento opportuno. Lo educa senza viziarlo: neanche un minuto in questa Champions League vinta dai blancos. Al più gli sistema il nodo alla cravatta, durante la premiazione. Che se a 19 anni si è già campioni e si parla tre lingue, proprio tutto non si può avere imparato. Oltre al benessere mentale, Guler grazie al lavoro in palestra prescritto da Ancelotti ha trovato anche quello del proprio corpo. A detta di tutti, il tallone debole del pacchetto: un gracile metro e 75. Difficile per fare a sportellate a centrocampo. Probabilmente lui non diventerà mai un mastino, ma nel giro di un anno mostra già una struttura più adulta. Quel tanto che basta per custodire il talento. Arda l’ha coltivato nella natia Ankara, coi famigliari che già da bambino lo spingevano a calciare di sinistro – e aridaje con Lionel. Fatto sta che a 14 anni gli sta stretta l’Anatolia. A 18 la Turchia. E chi, se non il Real Madrid, poteva accaparrarsi il suo futuro (per 20 milioni più 10 di bonus: nemmeno troppi, viste le cifre odierne). In Spagna già intravedono la rivalità a distanza con Yamal del Barça, facendo fioccare i paragoni col dualismo tecnico-mediatico che ha segnato il calcio degli ultimi due decenni. Solo che all’epoca Messi e Arda (Turan) vestivano blaugrana. I Galacticos sono riusciti a riscrivere anche questo pezzo di storia. Quella di Guler, è appena cominciata. Per inciso: sabato gioca contro Cristiano Ronaldo. Copione perfetto come un tiro all’incrocio.
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