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Estero
Harris vs Trump: una mappa grigia tendente al rosso
06-11-2024, 05:03
La mappa elettorale della notte del conteggio tende al rosso, alla Howard University di Washington, dove sono riuniti i sostenitori di Kamala Harris, le facce lunghe si mischiano alle coroncine, i brillantini, le giacche e i colori delle confraternite e delle sorority. Donald Trump ha vinto in Florida con margini maggiori rispetto al 2020, e anche in alcune contee della Georgia, dove ci sono le indicazioni più preoccupanti per Harris: la mobilitazione del voto femminile, che era considerato il traino principale della sua corsa, non c’è stata al ritmo immaginato, mentre la debolezza riscontrata nell’elettorato afroamericano non si è riassorbita come sembrava nell’ultima settimana prima del voto. Anche i latinos, gli ispanici negli stati del sud, sembrano aver preferito i conservatori. Lo stesso si può dire di un altro elettorato molto corteggiato da Harris, ben più di Trump, cioè quello degli indipendenti. Gli altri stati in bilico – Carolina del nord, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Nevada e Arizona – non sono ancora assegnati, ma anche qui le indicazioni non sono rassicuranti per Harris. L’unica speranza sembra essere il “blue wall” (Michigan, Wisconsin e Pennsylvania). La Virginia, più combattuta del previsto, sembra essere la brutta sorpresa della prima parte della serata alla Howard University. I democratici hanno anche perso un senatore: in West Virginia il governatore repubblicano Jim Justice prenderà il posto del democratico moderato Joe Manchin che è andato in pensione. Il New York Times sta dando Donald Trump in vantaggio anche nel voto popolare, la maggioranza assoluta, una medaglia di consolazione tendenzialmente assegnata ai democratici, e dice che le probabilità di vittoria del repubblicano è oltre l’80 per cento.
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