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Estero
Israele attaccherà l'Iran prima del 5 novembre
15-10-2024, 09:45
La domanda che si fanno in America, a Teheran e in tutto il medio oriente, e non solo, è: quando risponderà Israele all'attacco dell'Iran del primo ottobre? L'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che la decisione sarà presa in base alle esigenze dello stato ebraico, ma che ci sarà. Secondo quanto riportato dal Washington Post, questo sarà in ogni caso prima delle elezioni americane del 5 novembre. Questo è quello che è stato detto al quotidiano americano da una fonte che è a conoscenza dei dettagli di quanto si sono detti la scorsa settimana il presidente statunitense Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo la fonte la risposta non può non esserci poiché, per Netanyahu, la mancanza di una rappresaglia contro Teheran sarebbe interpretata dall'Iran come un segno di debolezza di Israele. Intanto l'esercito israeliano continua a colpire obiettivi militari nel territorio libanese e nella Striscia di Gaza. Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato di aver colpito ieri più di 230 obiettivi e di aver "eliminato decine di terroristi" sia in combattimenti ravvicinati che in attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah nel Libano meridionale e di "aver sequestrato grandi quantità di armi ed equipaggiamento, tra cui fucili, caschi, dispositivi di comunicazione, munizioni e altro ancora". Lo stallo nei negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha incontrato le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi di Hamas. Secondo quanto riporta Haaretz ha detto loro che i negoziati sono bloccati e che Hamas sta inasprendo la sua posizione in quanto l'organizzazione terroristica starebbe aspettando gli sviluppi negli scontri con l'Iran e Hezbollah. Il ministro ha detto che la comunicazione con Hamas e Sinwar è lenta e che il gruppo insiste sulla proposta fatta dal presidente americano Joe Biden di inizio luglio. Secondo Gallant, non c'è quasi nessun coinvolgimento americano nei negoziati. I caschi blu dell'Onu non se ne andranno dal Libano Le Nazioni Unite affermano che le loro forze di peacekeeping nel Libano meridionale rimarranno nelle loro posizioni, nonostante le ripetute richieste di Israele di spostarle per non ostacolare le operazioni militari dell'Idf, dato che, sostiene Netanyahu, i caschi blu sono utilizzati dai terroristi di Hezbollah come scudi umani. A New York, il capo delle operazioni di peacekeeping Jean-Pierre Lacroix ha dichiarato ai giornalisti che la decisione di mantenere in vigore Unifil ha avuto il via libera sia dal Consiglio di sicurezza dell'Onu sia da tutti gli stati membri che contribuiscono con truppe alla missione, che è ancora necessaria per assistere la popolazione civile.
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