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Sport
La Ciociaria di Kyle Hines
09-09-2024, 10:58
Kyle Hines ha percorso la rotta contraria: ha trovato fortuna in Europa partendo dall'America. Già così suona quasi paradossale, figurarsi per un giocatore di basket. Via dalla patria della palla a spicchi per scoprirsi speciale. Dal New Jersey e dalla North Carolina alla Ciociaria, insolita prima tappa di un Grand Tour che lo ha visto diventare uno dei cestisti migliori di sempre in Europa, fino al ritiro annunciato lo scorso 4 settembre. Le ultime stagioni le ha trascorse all'Olimpia Milano, diventando il giocatore con più presenze in Eurolega (vinta quattro volte, con nove partecipazioni consecutive alle Final Four) e anche quello con più rimbalzi offensivi conquistati. Non male per un “pivot-bonsai”, giudicato a suo tempo troppo piccolo (198 cm) per giocare da centro. Piccolo però è anche Veroli, paese in provincia di Frosinone di circa 20mila abitanti. “Le strade erano talmente strette da toccare i muri di entrambi i lati allungando le braccia”, ha raccontato qualche anno fa rievocando quell'esperienza sul sito La Giornata Tipo. Arrivò lì nell'estate 2008, portato da Antonello Riva e Andrea Trinchieri, general manager e allenatore di un'ambiziosa società di Legadue. Si erano conosciuti in un McDonald di Las Vegas, dove Hines stava disputando la Summer League dopo non essere stato scelto al Draft Nba. Lo avevano convinto subito a trasferirsi in un luogo sconosciuto, cercato qualche volta su Google senza trovare troppe informazioni. Ne ha giovato l'effetto sorpresa: “Era un autentico paese italiano, come se avessi viaggiato nel tempo. Strade in pietra e case tutte attaccate lungo il versante di una collina. Il paesaggio degli alberi e i panorami lasciavano senza fiato. Era come se vivessi in un museo”, ha ricordato Hines. Le parole di un turista, che sarebbe però diventato parte integrante di una comunità, sperimentando quanto entusiasmo e quanta passione potessero sprigionare quelle realtà di pietra, così attaccate ai loro riferimenti e alle loro tradizioni: “Mi sentivo parte di una famiglia. Dopo ogni vittoria si festeggiava a cena con cibo e vino illimitati, qualsiasi persona del club poteva unirsi con la sua famiglia”. Deve aver mangiato e bevuto parecchio, perché in quei due anni Veroli vinse due Coppe Italia di categoria, arrivando a sfiorare la promozione in Serie A. Molti tifosi ciociari, nelle ore successive all'annuncio del ritiro, ne hanno ricordato la versione in lacrime dopo la sconfitta in gara 4 a Sassari nella finale decisiva. La tristezza per non essere riuscito a dare la gioia più grande a chi lo aveva accolto: “La sconfitta di gran lunga peggiore della mia vita, sentivo di aver deluso l'intera città”. Che invece continua a ricordarlo come un eroe e a trattarlo come un amico. Dopo Veroli sarebbero arrivati il Bamberg in Germania, l'Olympiacos in Grecia, il Cska Mosca in Russia e infine Milano, di nuovo in Italia a chiudere il cerchio. Nessuna squadra lasciata senza vincere da protagonista. Eppure Veroli non l'ha mai dimenticata. Sul suo profilo Instagram c'è una foto del novembre 2022 in cui è al Forum di Assago, dopo una partita, circondato da una comitiva di tifosi verolani venuti a salutarlo. Nel video postato dal giocatore sui social a ricordo della sua carriera, si legge nitidamente uno striscione dai caratteri giallorossi: “Because you'll stay legend”. Quel tifoso ciociaro ci aveva visto lungo.
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