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Economia e Finanza
Via alla fase operativa dell'euro digitale: la Bce prepara la nuova moneta per il 2029
Ieri 30-10-25, 10:17
La moneta unica si prepara a diventare anche digitale. Con la decisione del 30 ottobre, il Consiglio direttivo della Bce ha dato il via alla nuova fase del progetto euro digitale, chiudendo la preparazione avviata nel novembre 2023. Dopo due anni di lavoro tecnico e sperimentazione, il progetto entra ora nella fase di costruzione operativa, con l’obiettivo di rendere l’Eurosistema pronto (soprattutto tecnicamente) a un’eventuale emissione nel 2029. La tabella di marcia è chiara, ma condizionata dall’iter legislativo europeo: se il regolamento sulla creazione dell’euro digitale sarà adottato dall'Ue nel corso del 2026, un "esercizio pilota" potrebbe partire già a metà 2027. Solo allora il Consiglio deciderà se emettere ufficialmente la nuova forma di moneta pubblica. “Il nostro denaro comune è un simbolo tangibile dell’unità europea”, ha detto la presidente Christine Lagarde nel comunicato, “ora lo stiamo preparando al futuro, accanto alle banconote”. Dietro la sobria formula del comunicato si nasconde un cambiamento strutturale nel modo di concepire la moneta. L’euro digitale sarà una forma di “contante elettronico” emesso dalla banca centrale, pensato per coesistere con il cash tradizionale. Ma sarà soprattutto uno strumento di pagamento, una piattaforma standardizzata, per garantire che anche nell’era delle piattaforme private e dei sistemi di pagamento extra Ue (Visa, Mastercard, Paypal, e le Big Tech), i cittadini europei possano disporre di un mezzo di pagamento pubblico, sicuro e accessibile e Made in Ue. L'istituto di Francoforte esprime un forte ottimismo e afferma che la fase di preparazione (2023-2025) ha portato risultati concreti. Nel comunicato stampa la Bce afferma in primo luogo di aver completato la bozza del rulebook, ossia il manuale delle regole e degli standard per gli operatori che distribuiranno l’euro digitale. In secondo luogo, la banca centrale sottolinea di aver selezionato i fornitori dei cinque componenti tecnici chiave – dall’app all’infrastruttura offline - ma anche di aver sperimentato alcune delle funzioni aggiuntive della moneta/strumento digitale, come i “pagamenti condizionali” - i trasferimenti automatici di denaro legati all’avverarsi di determinate condizioni - per esempio la consegna di un bene dopo che il consumatore conferma l'avvenuta ricezione. Il nuovo sistema di pagamento targato Bce punta dunque a conciliare innovazione, tipica dei pagamenti digitali, e privacy, caratteristica chiave del contante. Secondo le dichiarazioni dell'istituto, le transazioni offline potranno avvenire anche senza connessione internet, garantendo un livello di riservatezza paragonabile al contante. Stavolta però Francoforte non parla solo di tecnologia, ma anche di costi e opinioni dei cittadini. Come mostra il "Closing progress report", pubblicato insieme al comunicato, la Bce ha investito nella ricerca sugli utenti e nel confronto con banche, commercianti e società civile. Secondo un sondaggio, due terzi dei cittadini intervistati si dicono interessati a provare l’euro digitale, soprattutto se offerto da banche europee e con un design semplice e intuitivo. Il costo stimato per lo sviluppo del progetto, invece, è di circa 1,3 miliardi di euro fino al 2029, E poi 320 milioni all'anno per il suo funzionamento. Nel comunicato viene specificato che questi costi saranno a carico dell’Eurosistema, come avviene per le banconote, e coperti dal signoraggio. Il report conferma inoltre che, con limiti di detenzione ipotetici fissati a 3.000 euro, l’uso dell’euro digitale per i pagamenti quotidiani non comporterebbe rischi per la stabilità finanziaria, mentre i costi di adattamento per il settore bancario - stimati tra 4 e 5,8 miliardi - resterebbero in linea con quelli sostenuti per l’introduzione della direttiva sui servizi di pagamento. Sul piano politico, l’iniziativa risponde alla richiesta, o alla necessità, di rafforzare la sovranità monetaria e ridurre la dipendenza dai circuiti di pagamento non europei, che oggi gestiscono due terzi delle transazioni con carta. Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo e responsabile della High-Level Task Force sull’euro digitale, l'ha riassunta così nel comunicato stampa: “Non è solo un progetto tecnico, ma un investimento nella resilienza e nella competitività europea”.
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