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Estero
Von der Leyen cerca di ridurre i rischi sull’utilizzo degli asset russi congelati in Europa
Oggi 03-12-25, 20:05
Bruxelles. Ursula von der Leyen sembra pronta a usare i poteri straordinari delle emergenze economiche per imporre al Belgio di usare gli attivi sovrani russi immobilizzati per garantire il finanziamento dell’Ucraina nei prossimi due anni. La presidente della Commissione ha svelato i testi legislativi per lanciare la sua proposta di “prestito di riparazione” per Kyiv. A prima vista le somme in gioco appaiono enormi: 210 miliardi di euro. Ma il diavolo sta nei dettagli di una struttura finanziariamente e giuridicamente complessa, che rischia di rivelarsi insostenibile sul piano politico. Il primo ministro belga, Bart De Wever, ha ribadito la sua contrarietà. “Non faremo pesare sul Belgio rischi da centinaia di miliardi di euro. Né oggi, né domani, né mai”, ha detto De Wever. Gli altri capi di stato e di governo oseranno procedere senza il consenso del paese che ha più da rimetterci? La proposta di un prestito di riparazione per l’Ucraina è stata lanciata da Ursula von der Leyen all’inizio di settembre. Nel primo semestre del prossimo anno, Kyiv rimarrà senza fondi per pagare le pensioni, gli stipendi e le armi. In gioco non c’è solo la capacità di difendersi, ma anche la possibilità per Volodymyr Zelensky di rifiutare una capitolazione imposta da Donald Trump e Vladimir Putin. Per far pagare il conto alla Russia, von der Leyen vuole usare gli attivi sovrani russi immobilizzati dalle sanzioni introdotte nel 2022. Sul piano giuridico, la mossa è rischiosa: confiscare i beni della Banca centrale russa significherebbe violare l’immunità sovrana assoluta degli stati. Se la Russia dovesse vincere una causa, il Belgio potrebbe essere costretto a effettuare un bonifico da 185 miliardi di euro – gli attivi russi immobilizzati nella società Euroclear – nel giro di una settimana. Lo stesso scenario si produrrebbe se le sanzioni che permettono di mantenere gli attivi sovrani russi saltassero, magari a causa di un veto di Viktor Orbán. Confrontato a rischi che equivalgono a un terzo del pil del suo paese, il premier belga De Wever ha sollevato riserve sin dall’inizio. Con un’ultima lettera, inviata una settimana fa, ha ribadito le sue richieste per dare il via libera al prestito di riparazione: i rischi del Belgio devono essere pienamente condivisi dagli altri stati membri sulla base del proprio pil con una garanzia assoluta. “Abbiamo ascoltato con molta attenzione le preoccupazioni del Belgio e abbiamo tenuto conto di quasi tutte nella nostra proposta”, ha detto von der Leyen: “Abbiamo predisposto misure di salvaguardia molto rigorose per proteggere gli stati membri e ridurre il più possibile i rischi”. Come chiesto da De Wever, non saranno utilizzati solo gli attivi sovrani russi immobilizzati in Belgio, ma anche quelli che sono stati congelati nelle banche private di altri quattro stati membri (Francia, Germania, Svezia e Cipro). Questo permetterà di portare le risorse a disposizione del prestito di riparazione da 185 miliardi di euro a 210 miliardi di euro. Tuttavia per il finanziamento dell’Ucraina nei prossimi due anni dovrebbero essere utilizzati solo 90 miliardi di euro. L’Ue coprirà i due terzi del fabbisogno finanziario di Kyiv, il resto dovrà arrivare da altri alleati. Alla fine l’ammontare del prestito dell’Ue per i prossimi due anni è molto inferiore non solo rispetto ai 210 miliardi di attivi sovrani russi, ma anche rispetto ai 140 miliardi annunciati da von der Leyen a settembre. Anche i rischi che il Belgio debba effettuare un bonifico immediato di centinaia di miliardi sono stati ridotti al minimo. La Commissione ha proposto di istituire un meccanismo di liquidità da 210 miliardi, che dovrebbe essere coperto in parte dagli altri paesi, in parte dal bilancio dell’Ue. La soluzione dovrebbe soddisfare anche paesi ad alto debito come Francia e Italia, ostili all’idea di doversi fare carico di passività di bilancio significative. Per mitigare ulteriormente i rischi, la Commissione ha proposto di usare l’articolo 122 del trattato – i poteri emergenziali per le perturbazioni economiche, in particolare nella catena di approvvigionamento e nell’energia – per vietare agli stati membri e alle società private di trasferire verso la Russia gli attivi della sua Banca centrale. E’ una forzatura giuridica per aggirare l’unanimità nelle decisioni di politica estera. Deve servire a evitare il veto dell’Ungheria, ma potrebbe essere usata contro il Belgio. “Non posso immaginare che la Commissione osi confiscare a un’impresa privata contro la volontà di uno stato membro”, ha detto De Wever, ribadendo la sua richiesta agli altri leader di assumersi le loro responsabilità per condividere i rischi finanziari. I capi di stato e di governo devono prendere una decisione al Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. Von der Leyen ha proposto un’opzione alternativa, altrettanto controversa, ma ancor più impraticabile: fornire un prestito da 90 miliardi di euro finanziato con uno strumento di debito dell’Ue, da approvare all’unanimità.
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